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Jackie

Non so cosa mi abbia spinta a scrivere questa lettera. Semplicemente, sentivo il bisogno di dare sfogo ai miei pensieri, di scrivere nero su bianco alcune mie confessioni. Cristian mi ha sempre chiesto sincerità, ma io non ho mai avuto il coraggio di raccontargli chi sono davvero: un po' per timore e un po' per vergogna ho sempre compiuto un passo indietro invece che uno avanti, tuttavia, ora sento di essere arrivata a un punto di svolta. Mi rigiro la lettera tra le dita, gettando occhiate distratte verso l'inizio della spiaggia. Ho scritto un messaggio a Cristian, gli ho chiesto di raggiungermi, così da poter fare quattro chiacchiere.

Non sa che ho già una risposta da dargli.

Agitata, continuo a sospirare ad andare avanti e indietro sulla sabbia. Quando rialzo il capo, finalmente lo vedo calpestare la sabbia. Indossa una giacca di pelle, un jeans nero e una camicia di lino dello stesso colore.

«Volevi vedermi?» domanda restando sulle sue e poggiandomi una mano sul fianco per chinarsi a darmi un bacio sulla guancia. Annuisco, ricambiando per poi fargli segno di sedersi. Una volta seduti sulla sabbia, prendo un respiro profondo e mi volto a guardarlo. «Avrei voluto organizzare un pic-nic, avevo in mente di prepararlo giorni fa ma poi ho cambiato idea» inizio, spostandomi i ricci.

Annuisce, guardandosi la punta delle scarpe.

«Immaginavo» fa un mezzo sorriso falso.

Non so da dove iniziare, faccio pena in queste cose. Prendo un respiro profondo, schiarendomi il tono.

«Ti ho scritto una lettera» asserisco, guardando il mare. «Mi hai fatto molte domande, mi hai chiesto più volte di aprirmi con te ma non sono riuscita a farlo completamente forse.» I suoi occhi scuri mi studiano, tentano di capire in che direzione io stia andando. «Ti ho scritto una lettera, ma gradirei che tu la leggessi in privato» sorrido amareggiata. Non sono impassibile a questo addio, provo ancora dei sentimenti nei suoi confronti e forse non mi risulterà mai indifferente, eppure so che non è chi desidero davvero. Mettermi con Cristian significherebbe non renderlo felice, so che la mia mente urlerebbe costantemente un nome solo, un nome che non è il suo. Sono troppo deviata e tossica per un uomo fantastico come lui. Prende la lettera che gli porgo, rigirandosela tra le dita con sguardo perso. «Non avrei voluto riceverla» nega con il capo. «Avrei preferito ascoltarti per ore invece che ricevere questa» alza la mano con la lettera.

«Non sono la persona giusta per te Cristian.»

«Lascialo decidere a me questo» sputa fuori, risentito.

Nego con il capo, dicendogli che non posso permetterglielo. «Nutro dei sentimenti nei tuoi confronti, ma è proprio perché li provo che non voglio vederti soffrire a causa mia. Non sono la donna giusta per te, meriti qualcuna che ti possa donare tutta sé stessa senza silenzi o segreti e io non posso essere sincera con te.» Mi chiede per quale motivo e io gli indico la lettera con il dito. «All'interno ci sono scritti alcuni miei errori – della maggior parte me ne pento ma solo di uno non me ne pento affatto» rivelo con un sorriso spento.

«Questo "errore" ha un nome vero?» suppone.

Annuisco, notando le sue labbra curvarsi in un sorriso sbilenco. Scappare via da Chicago non è servito a niente, i miei sentimenti per Beltran e il suo alter-ego sono più vivi che mai e non riesco a fermarli: crescono, si evolvono e prendono radice dentro di me come una pianta. Solo dopo aver baciato Brett ho capito che non ho via di fuga dal male, non ho via di fuga da quell'uomo sbagliato e ingannevole che è divenuto. Non so ancora come farò a gestire i suoi crimini senza morire dentro, non so neanche se effettivamente potrò farmi scivolare tutto addosso, so solo che questi sentimenti non cesseranno mai.

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