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Jackie

Rientrare in questa casa mi fa un certo effetto.

Non credevo di potermi sentire così sollevata mettendo piede qui dentro, insomma, l'ultima volta ho tentato la fuga e ho persino spaccato la finestra del salotto pur di scappare dalle grinfie di Brett. Adesso invece, sono qui di mia spontanea volontà e mi sembra di visitarla per la prima volta. I quadri agresti realizzati da Beltran sono ancora appesi ai muri. La scala in legno scuro è maestosa, credo l'abbia lucidata perché sento un profumo di fiori provenire dal corrimano. Compio un passo avanti, gettando occhiatine veloci sia al salotto alla mia sinistra che alla cucina alla mia destra. Sono così immersa nei miei pensieri da non rendermi conto del respiro di Brett sul mio collo. Le sue labbra solleticano il mio orecchio, provocandomi un sorriso. Presto mi ritrovo le sue braccia intorno ai fianchi, mi stringe il busto e io giro di poco il viso verso il suo. «So cosa stai pensando» sussurro, voltandomi in sua direzione il secondo dopo. Scuoto il capo, dicendogli che non accadrà. «Non scapperò di nuovo, credevo fosse chiaro.» Brett non si fida per niente di me, l'ho compreso in settimana. Capitava che ogni tanto non rispondessi alle sue chiamate, questo lo faceva arrabbiare tantissimo e spesso litigavamo per telefono perché mi accusava di volerlo ignorare o addirittura di voler restare a Washington invece che di venire a vivere con lui. Erano piccoli screzi dovuti alla lontananza, ma pur sempre screzi.

Annuisce, tornando a guardare le valigie. «Meglio portarle su» ammicca, prendendo il borsone da terra per poi dirigersi verso le scale. Un abbaio mi costringe ad abbassare lo sguardo, Marvin si lamenta del collare e io mi chino sulle ginocchia per togliergli il gancio così che possa scorrazzare libero. Spero con tutto il cuore che non faccia pipì in giro, non ho avuto neanche il tempo di comprargli le traversine. Scuoto il capo, salendo le scale e stringendo il corrimano. Invece che andare nella camera padronale vado in quella degli ospiti, che un tempo era la mia. Giro la maniglia, aspettando di trovare tutto al solito posto ma ciò non accade. Rimango spiacevolmente sorpresa quando non trovo più il letto e i mobili, sembra che non ci siano mai stati a dirla tutta. Corrugo la fronte, piuttosto stranita. Al posto del letto ci sono tre cavalletti con tanto di tele bianche, alla mia sinistra un enorme specchio rettangolare con sotto uno scaffale strapieno di set artistici – a terra trovo dei ritagli di giornale e dei fogli sporchi di pittura. Sembra che non abbia mai messo piede in questa stanza, anzi, sembra che mi abbia voluta cancellare dalla casa.

«Ti dispiace vederla così?» mi ridesta la sua voce.

Mi volto in sua direzione, trovandolo appoggiato alla porta con le braccia incrociate. Nonostante abbia uno sguardo apparentemente apatico, credo stia cercando di mettersi nei miei panni.

«Sono solo... rimasta sorpresa.»

Annuisce, guardandosi intorno. «Eri andata via» inizia. «Beltran era a pezzi, a malapena comunicava con me e questo mi provocava rancore nei tuoi confronti. Dunque, un giorno sono entrato in camera tua e l'ho rasa al suolo.»

«Non lo sapevo, mi dispiace.»

«Sì be', è passato» ripete atono, staccandosi dalla porta per poi dirigersi verso le scale. Credo che in fondo non mi perdonerà mai per aver fatto del male a Beltran. Nonostante il nostro rapporto sia migliorato, Brett prova ancora una patina di risentimento nei miei confronti e io non so come cambiare la situazione. Nei minuti a venire aspettiamo il fattorino della pizza, nel frattempo sistemo i miei vestiti nell'armadio a due ante della camera padronale. Da un lato i vestiti di Beltran e Brett, dall'altro i miei. Sto già pensando a come arredare la camera: non mi piace la parete del letto, l'amaranto non è un colore che dona calore. Arriccio le labbra, perché questa sembra proprio la casa di uno scapolo. Quando suona il campanello capisco che è ora di andare a cenare. Presto scendo al piano di sotto, Marvin mi segue in cucina – ma forse segue solo la scia profumata della pizza ai peperoni. Brett mangia di gusto, infatti è il primo ad agguantare il primo pezzo senza neanche sedersi e io lo rimprovero per questo. Ceniamo sulla penisola, tira fuori dal frigo una bottiglia di birra e mi chiede se io ne voglio un sorso ma nego con il capo. Al termine della cena, Brett va a farsi una doccia al piano di sopra mentre io pulisco i bicchieri e getto lo scatolone vuoto.

Incredibile, l'abbiamo divorata tutta.

Marvin abbaia perché vuole uscire fuori e io mi dirigo verso il portone, aprendolo di poco affinché esca in cortile. Mi assicuro che non scappi, lo tengo d'occhio e gioco anche ad acchiapparella con lui. Poiché ho corso come una matta sono tutta sudata, lo richiamo e per fortuna mi segue.

Richiudo il portone, salgo le scale e busso alla porta del bagno. «Ehi, sei ancora vivo?» ridacchio, provando a bussare di nuovo per sentire la sua voce. Sento solo lo scrosciare dell'acqua, infatti mi preoccupo e penso subito al peggio. «Brett, mi senti?» alzo il tono, intimorita. Sto per abbassare la maniglia quando la porta si apre, rivelandomi la sua figura mezza nuda e scolpita. Deglutisco, sembra apparentemente tranquillo ma io so che non è così. Ha un leggero tic all'occhio e le vene sul suo collo sono evidenziate soprattutto quando va sotto sforzo. «Stai bene?» domando, alzando un sopracciglio. «Sì, perché non dovrei?» esala un sospiro e un sorriso nervoso che non mi convince fino in fondo. Mi supera, andando in camera da letto con ai fianchi l'asciugamano. Ignoro le gocce che trascina a terra, guardando la sua schiena allenata e prestante. Ignoro gli strani presentimenti che prendono possesso di me, entrando in bagno per farmi anche io una doccia. Mentre lascio che l'acqua calda del getto mi rigeneri penso al fatto che domani avrò il colloquio di lavoro. Spero di fare una buona impressione alla direttrice della clinica, voglio davvero quel posto e sarei disposta fare qualsiasi cosa per ottenerlo. Sento che finalmente tutto sta andando per il verso giusto nella mia vita, spero che questo sollievo mi continui a pervadere anche in futuro. 


Angolo autrice:

Buon sabato a tutte, oggi da me è serata pizza.

Vi ho voluto fare una piccola sorpresa con questi due capitoli, poiché domani finirà la storia che, ricordo, arriverà fino a cinquanta capitoli. Come ben vedete, Brett inizia a comportarsi in modo strano, ma secondo voi perché agisce così? Date sfogo ai vostri pensieri.

P.S. Preparatevi a dei capitoli ad alto tasso erotico, ripeto alto tasso erotico.

Mi raccomando seguitemi alla pagina Instagram Car_mine01 per restare aggiornati, un bacio.


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