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Jackie

«Stasera non ci sarò» metto in chiaro.

Brett si volta a guardarmi, gettando però una breve occhiata anche alle omelette che sta cucinando in padella. Si è offerto di cucinare, a dirla tutta non me l'ha chiesto ma si è messo di sua spontanea volontà e mi ha stupita infatti.

«Devo chiederti dove vai?» alza un sopracciglio.

«No, vado solo a lavoro» faccio spallucce.

Non so per quale motivo senta il bisogno di dirglielo, non stiamo insieme ma sento lo stesso il bisogno di giustificare la mia assenza.

«Dove?» domanda.

«Pink Glitter, è un locale notturno.»

Annuisce, non commenta la mia scelta e lo trovo piuttosto preoccupante. Brett è narcisista, ama sé stesso alla follia e non ha peli sulla lingua ‒ dunque è strano che non mi sputi addosso quanto sia ridicola.

«Se vuoi, potresti farci un salto» propongo.

«A quale scopo?» chiede con acidità

È ritornato sulla difensiva, risponde con un tono troppo duro che non comprendo. «Te lo dicevo solo per carineria, se non vuoi venire fa niente.» Alzo le mani, staccandomi dalla penisola per poi dirigermi in camera mia. Mentre richiudo le porte della mia camera, il pensiero corre a Cristian. Non è ancora scomparso dalla mia mente, se mi soffermo a pensarlo rischio di sentire la sua mancanza.

Non credo che verrebbe a trovarmi, non dopo l'ultima nostra litigata. Sbuffo, buttandomi sul letto con pigrizia in attesa del pranzo. Per mangiare ci sediamo sugli sgabelli della penisola, io a sinistra e lui a destra. Tra una boccata e l'altra mi viene da porgli una domanda specifica.

«Come hai fatto a trovarmi? So che hai usato una cimice e hai ascoltato la conversazione tra me e mia madre ma, non capisco come tu sia riuscito a trovare il mio indirizzo.» Fa spallucce, addentando un altro pezzo di omelette. «Ami stare in centro, ho semplicemente fatto due più due» mi fa l'occhiolino mentre io alzo gli occhi al cielo. «E comunque, esci così spesso con il cane che era impossibile non trovarti» arriccia le labbra.

Quindi mi sono rovinata con le mie stesse mani.

Continuiamo a mangiare, ma dopo aver lavato i piatti mi ritiro in camera mia per dormire qualche minuto. Non appena mi sdraio sul letto, Marvin gratta sul lenzuolo per farsi prendere e io sono costretta a tirarlo su. Si sdraia al mio fianco, infondendomi serenità e pace. Dormo per un paio d'ore, ma alle cinque sono costretta ad alzarmi e a cambiarmi per andare al lavoro. Prima di uscire dal portone raccomando a Brett di tenere d'occhio Marvin, ma oltre a una semplice occhiataccia non ottengo risposta. Una volta arrivata al Pink Glitter pulisco i tavoli e li apparecchio, in compagnia di Elisabeth e le altre due liceali. «Come va tra te e il veterinario?» domanda Ellie.

Non sa della nostra ultima cena passata a litigare, quindi tento di trovare le parole giuste per spiegare l'accaduto. «Non ci vediamo più, abbiamo avuto una discussione e non c'è stato modo di chiarire.»

Ellie alza un sopracciglio scuro, sembrando colpita.

«Credevo ti piacesse» si sorprende dell'andazzo.

«Mi piace Cristian, ma ho un passato irrisolto che non riesco a cancellare e lui sente la necessita di conoscermi a fondo, è lecito che lui lo desideri ma non credo di essere pronta a confidargli proprio tutto di me.»

«Se, ipoteticamente, stasera venisse al bar cosa faresti?» domanda, sistemando una forchetta sul tovagliolo. Se tornasse al bar, sarebbe un segnale da cogliere per me: andrei a chiedergli scusa, così da risolvere il problema.

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