Capitolo 5 - Everyone has secrets.

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La ruota gira per tutti.

Entrai nello studio cercando di dimenticare la sconfitta avvenuta il giorno precedente.
Mio padre aveva parlato al telefono con Adam per tutta la mattina, prima di dirigersi verso il tribunale per l'udienza preliminare. La sua voce era calda, apprensiva, mentre gli ripeteva i dettagli del caso.

«Sarà una bella opportunità per te.»

Quando sarebbe arrivato il mio momento?
Quando sarei stato meno invisibile ai suoi occhi?

Percorsi mentalmente gli ultimi sei anni della mia vita e mi ritrovai di nuovo lì, a piangere di fronte alla tomba di mio nonno. Il cielo era grigio quel giorno, la pioggia scendeva delicatamente dal cielo, ma questo non aveva impedito a centinaia e centinaia di persone di radunarsi nella piccola chiesa di St.Paul per dire addio a uno degli uomini più stimati della città.
Ricordai i pomeriggi passati insieme a lui, alle nostre chiacchierate notturne, alle vacanze trascorse nel nostro Cottage di montagna in Pennsylvania.

Rhys non importa quanti momenti bassi vivrai nella tua vita, ricordati che esiste sempre un modo per stravolgere il proprio destino. Cerca la verità e non farti mai condizionare da chi sostiene di sapere dove si trova la felicità, perché solo tu puoi saperlo davvero.

La sua morte avvenne da un giorno all'altro, senza preavviso e questo cambiò le cose per sempre. Mio padre non fu più lo stesso, non riusciva a guardarmi, a parlarmi, ad abbracciarmi.
Si gettò sul lavoro trascurando tutto quello che lo circondava. Lo avevo aspettato ogni sera seduto sul divano della nostra casa, sperando in un cambiamento, ma questo non era mai avvenuto.

«So che la morte del nonno è stata difficile, ma perché ti comporti così?»

«Così come Rhys?»

«Come se non ti importasse niente di me.»

Non aveva risposto, si era limitato a scuotere la testa prima di rifugiarsi in camera sua.
Quel giorno avrei dovuto mettere un punto al nostro rapporto, eppure perché mi trovavo ancora a implorare le sue attenzioni? Perché sentivo ancora il bisogno di raggiungerlo?

Chiusi la cartellina datata 2019 e portai le mani su entrambe le tempie. La testa minacciava di esplodermi da un momento all'altro, ma avevo ancora quattro anni da archiviare.

Mi alzai, oltrepassando la grande porta a vetri e mi avvicinai a Margot.

«Avrei bisogno di prendere le scatole nell'archivio.»

Batteva violentemente i polpastrelli sulla tastiera, sbruffando tra una parola e l'altra. Il telefono non smetteva di suonare. Inviò l'e-mail che stava componendo e mandò al diavolo la chiamata appena persa.

L'avevo osservata durante la prima settimana di tirocinio: sempre puntuale, precisa, mai sgarbata nonostante l'ambiente tossico che la circondava. Mio padre le urlava contro e lei non rispondeva, i colleghi la beffavano e lei faceva finta di niente. Rimaneva concentrata sul lavoro, dimenticandosi del mondo che continuava a muoversi intorno a lei.

«Rhys scusami, cosa hai detto?» Chiese stiracchiandosi sulla poltrona.

«Ho bisogno delle chiavi dell'archivio.»

«Non posso dartele, può accedervi solo il personale autorizzato. Dimmi che scatola ti serve e te la porto in ufficio.»

«Documenti del 2020.» Le dissi, facendole spazio per passare.

Il telefono squillò nuovamente, la sentii imprecare prima di rimettersi seduta impugnando la cornetta.

«Tieni, ma fai in fretta.»

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