Capitolo 16 - Face your demons.

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Rhys

«Come sta Lily?» Indossai velocemente il cappotto e uscii dalla villa, tenendo saldo il telefono all'orecchio.

«Sta bene, ma non smette di chiedermi quando potrà tornare da te.»

La voce di Janette si ruppe per un istante, salii in macchina attivando il Bluetooth per continuare quella conversazione che ormai andava avanti da più di mezz'ora.

Dopo l'incontro con Marcus, avevo passato la notte pensando a un modo per aiutare Edith e le altre ragazze, ma ogni opzione mi riportava sempre alla solita domanda: come potevo smantellare un'intera attività criminale, se neanche la polizia di New York era riuscita a farlo?

Avevo le mani legate per quelle anime condannate all'inferno, l'unica cosa che potevo fare era cercare di risolvere la situazione tra mio padre e sua moglie.

«Non ti ha tradita Janette.» Affermai con riluttanza, sapendo che dietro al nome scritto su quel foglietto si celava un segreto ancora più macabro.

«Cosa?» Chiese confusa.

«Mio padre non ti ha tradita.» Ripetei con più convinzione.

«E tu credi alle parole di tuo padre?»

«Ti sembro per caso uno dei suoi adulatori?» Domandai ridendo. «Non mi fido di lui ed è per questo che ho indagato su quella ragazza e posso assicurarti che non è andato a letto con nessuna donna di nome Pearl.»

«E allora perché aveva quel biglietto nella tasca dei pantaloni?» Era restia, lo percepivo dal tono di voce divenuto improvvisamente difensivo.

«Sta lavorando a una causa e quello è il nome di una delle sue testimoni. Sai che non ama parlare dei suoi clienti.» Mentii di nuovo, sperando che tutte le bugie dette negli ultimi giorni non mi si contorcessero contro da un momento all'altro.

«E tu come hai fatto a scoprirlo?» In quel momento capii la frustrazione della ragazza dagli occhi di ghiaccio; le continue domande, soprattutto quelle a cui non hai piacere di rispondere, possono farti uscire di testa.

«Un collega dello studio mi doveva un favore, non posso dirti altro. Ti ho chiamata per confermarti, che anche se mio padre è uno stronzo, questa volta ha ragione, non c'è nessuna amante.»

Arrivai ai piedi del grande edificio commerciale e consegnai le chiavi all'addetto, dirigendomi a passo svelto verso l'ascensore. Provare a sistemare il loro rapporto mi aveva portato ad arrivare in ritardo al tirocinio. Mentre il mezzo saliva verso il quarantanovesimo piano pregai che mio padre fosse in tribunale con Adam.

«Non so cosa fare Rhys, le sue parole mi hanno ferita.» Ammise e la sua voce tornò a tremare.

«Lo so, non si accorge di fare del male alle persone che ama con il suo carattere, ma lui è sempre stato così. Ti sei innamorata di lui nonostante i suoi infiniti difetti e hai deciso di creare una famiglia insieme a lui. Non ti dico di dimenticare, ma devi tornare e affrontare la situazione.»

«Ci penserò, grazie Rhys... so che non abbiamo mai avuto un buon rapporto, ma sappi che ti stimo veramente tanto come persona. Ti prendi sempre cura di tutti, specialmente di Lily. Sei il suo più grande esempio.»

«Non ho niente contro di te Janette, gli ultimi anni non sono stati facili per nessuno di noi. Ti chiedo solo di non allontanarmi ulteriormente da mia sorella, tra sette giorni sarà Natale e non posso immaginare quella festività senza di lei.»

«Per Natale saremo a casa Rhys, non potrei mai farle questo.»

Terminai la chiamata poco prima di mettere piede nello studio e mi precipitai verso l'ufficio di mio padre, tirando un sospiro di sollievo nel vederlo completamente deserto.

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