Capitolo 4 - I don't wanna be like them.

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«Tizio, titolare dell'impresa Alfa, commetteva nel 2018 una serie di gravi irregolarità fiscali. Per gestire la situazione in modo confidenziale contattava Caio, dottore commercialista e amico d'infanzia.»

Erano solo le dieci del mattino; eppure, stavo sorseggiando il mio quarto caffè. Le ore di sonno mancate iniziavano a farsi sentire. Mi lasciai scappare uno sbadiglio e questo bastò per avviare un processo contro di me.

«La lucidità è la cosa più importante.» Sibilò mio padre.

«Non sei d'accordo Rhys?» Mi fulminò con lo sguardo, togliendosi gli occhiali con fare plateale e scrutando attentamente ogni centimetro del mio viso.

«Se solo mi ascoltassi qualche volta...» Concluse prima di tornare a leggere il documento.

«Questi rivela a Tizio che, grazie alle sue conoscenze, era in grado di avvicinare un importante ufficiale della Guardia di Finanzia e convincerlo a evitare accertamenti sull'impresa Alfa.»

Continuò a camminare avanti e indietro per l'ufficio, pronunciando quelle parole con tono solenne. Restammo ad ascoltarlo per dieci minuti ininterrotti, poi chiuse il fascicolo e si sedette di fronte a noi incrociando le braccia al petto.

«Il candidato, assunte le vesti del legale di Tizio, illustri motivato parere individuando i profili di responsabilità del proprio assistito.»

Recitò quelle ultime parole, prima di consegnare a entrambi una copia di quanto aveva appena esposto.

«Se c'è una cosa che ho imparato durante i primi anni della mia carriera, è che un po' di sana competizione può aiutarci a dare il meglio di noi stessi.»

Non era la competizione a spaventarmi, ma la slealtà di Adam.

«E dato che non c'è competizione senza un minimo d'incoraggiamento, vi propongo questo premio.» Tamburellò una matita sulla scrivania. «Chi svolgerà al meglio il compito, domani verrà con me in tribunale per assistere all'udienza preliminare del caso che sto seguendo.»

Adam per poco non cadde dalla sedia per l'entusiasmo, mentre io mi limitai a rivolgergli un sorriso di circostanza.

«Per le cinque penso di tornare in ufficio, voglio avere tutto pronto per quell'ora.»

Almeno non dobbiamo passare l'intera giornata immersi negli scatoloni e nelle pratiche già risolte.

Il compito era un'ottima opportunità per far vedere ad Adam che andare a Yale non significava essere inferiore a lui.

Iniziai a leggere il testo sottolineando le parti più importanti e immaginando di avere Tizio proprio di fronte a me. Individuai il quadro normativo di riferimento e successivamente mi dedicai alla comprensione delle problematiche.

Tutto mi riuscì con estrema semplicità e dopo appena due ore posai la penna sul tavolo ammirando il mio capolavoro. Adam continuava a osservare i miei fogli con invidia, stritolando la matita tra i denti per contenere la rabbia.

Sorrisi divertito di fronte alla sua evidente gelosia e mi alzai per fare una pausa dato che mancavano ancora tre ore alla fine del compito. Piegai i fogli compilati e li inserii all'interno della giacca.

«Sai non vorrei tentare la tua lealtà, competizione pulita giusta?»

Sfilai davanti ad Adam e uscii dallo studio dirigendomi verso la caffetteria.

Mi guardai intorno soffermandomi sulle espressioni dipinte sui volti delle persone che lavoravano per mio padre. Margot aveva un'aria esausta e segni bluastri le macchiavano la pelle al di sotto delle ciglia inferiori. Un gruppo di uomini sulla cinquantina si stavano radunando intorno a una scrivania e stavano discutendo su alcune pratiche civili. La stampante continuava a sputare fogli con una velocità impressionante, il tutto accompagnato da urla sporadiche provenienti da altri uffici.

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