Capitolo 6 - The Wolf's Den.

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Avete presente quando il vostro corpo vi suggerisce di fuggire da una certa situazione? La pelle si riempie di brividi e lo stomaco inizia a fare male. Pensi, indugi, sei combattuto, ma alla fine vai avanti, decidendo di non ascoltare il tuo istinto.

Quella sera non ascoltai la voce dentro la mia testa che mi urlava di uscire da quel locale, ma percorsi l'atrio a passo deciso, fermandomi davanti al bancone della barista che ci aveva servito qualche sera prima.

Due uomini stavano sorseggiando una birra seduti su degli sgabelli davanti alla sua postazione di lavoro. Le sussurravano apprezzamenti volgari, ma lei non sembrava irritata da quelle attenzioni tutt'altro che normali. Attesi il mio turno e ordinai un bicchiere di Whisky con la scusa di restare a parlare con lei e avere maggiori informazioni su quel luogo.

«Dove hai lasciato il biondino?» Chiese la donna, poggiando il bicchiere sul ripiano di fronte a me.

«Si sta ancora riprendendo dall'altra sera.» Mi sedetti su uno dei panchetti e buttai giù un sorso del liquido arancione.

«Quindi stasera sei completamente solo?»

«Consigli su come trascorrere una buona serata qua dentro?» Domandai.

«Dipende da quello che stai cercando.»

Si morse il labbro inferiore, rivolgendomi uno sguardo che non lasciava spazio a interpretazioni. Decisi di portare avanti quel gioco, così mi sporsi in avanti per afferrare la targhetta con il nome che aveva sopra la maglia.

«E se cercassi compagnia...Keira?»

«Allora sei nel posto giusto...»

«Devin.» Le strinsi la mano, sparando il primo nome che mi passò per la testa.

Fece il giro del bancone e si mise seduta di fianco a me, accendendosi una sigaretta. Sfilai il pacchetto dalla tasca dei pantaloni e me ne portai una alla bocca.
Accavallò le gambe facendo salire la gonna già estremamente corta e picchiettò con i tacchi alti contro la gamba della sedia. La maglia scollata metteva in mostra il seno abbondante racchiuso in un reggiseno rosso ciliegia.

«Sai è strano vedere un ragazzo così giovane da queste parti. Lavoro in questo locale ormai da due anni e nessuno come te si era mai avvicinato a questo quartiere.» Una nuvola di fumo si innalzò nell'aria avvolgendoci.

«Non è così male.» Risposi alzando le spalle.

«Mi piacerebbe solo sapere se sei una pecorella smarrita che è finita per caso nella tana del lupo o se hai semplicemente seguito l'odore dei tuoi simili.»

«Saresti tu il lupo?»

Mi rivolse uno sguardo ammiccante, poggiando una mano sulla mia gamba e avvicinandosi al mio orecchio.

«No, ma spesso dormo con lui per riscaldarmi.»

Stavamo ancora giocando o i suoi erano soltanto degli avvertimenti velati?
Ritrasse la mano, incitandomi a guardare di fronte a noi. Seguii attentamente la traiettoria disegnata dal suo indice destro.

«Quelle ragazze sul palco rappresentano il desiderio proibito di molti uomini, ma nessuno può sfiorarle. Puoi restare comodo sulla tua poltrona a guardarle ballare per te, puoi pagarle per farle avvicinare, ma non sentirai mai il loro odore sulla tua pelle.»

Osservai le ragazze, coperte da un intimo striminzito, mentre accarezzavano sensualmente i pali di metallo.

«Loro» Indicò gli uomini vicini al palco «Sono mariti non soddisfatti, che vengono qua almeno una volta alla settimana per sentirsi nuovamente giovani. Guadagnano bene, ma non così tanto per poter passare allo step successivo.»

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