Capitolo 25 Blake

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Si erano infiltrati in casa mia cazzo e una cosa del genere non potevo sopportarla, sopratutto sapendo che ci fossero due donne in casa che adesso facevano parte della famiglia, anche loro, vivendo con noi, si erano buttate nella merda e Cristine ne era consapevole ma la figlia no.

Ma da quel fottuto giorno la prima regola nella famiglia e non far succedere nulla di disastroso alle donne che ci sono in casa. Che fosse anche la donna delle pulizie, non doveva esserli storto neanche un capello.

Il mio cervello stava scoppiando. Non sapevo che cazzo fare e quando rientrai in casa da solo, i passi pesanti riecheggiarono fra quelle mura bianche è troppo alte.

Era solo la mattina seguente all'evento, ma porca puttana, sembrava come se lo stessi rivivendo per un'altra fottuta volta e la fermezza della mia mente presa da un moto di qualcosa sconosciuta nel vedere Isabella in quel modo terrorizzato e impanicato mi ritornò come dei flash.

Vederla con le ginocchia sbucciate, il viso tumefatto e la voce spezzata, aveva riportato a galla ricordi troppo dolorosi e sofferenti. Mi era sembrato di rivedere di nuovo quel viso angelico contornato dai capelli biondi, colmo di lacrime e tagli sul viso. Quel viso bellissimo che quei bastardi avevano rovinato con le loro fottute mani.

Arrivai nel corridoio del primo piano. Non c'era nessuno che fiatava e non si udiva nessun rumore. Quel silenzio così troppo chiassoso per me iniziava a darmi abbastanza sui nervi, sopratutto in un momento del genere.

La porta della camera di Bella era leggermente aperta e ci curiosai dentro e sorpreso, la vidi seduta sul davanzale della finestra con un libro poggiato sulle gambe. Ma la cosa che più catturò il mio sguardo fu l'asciugamano bianco che circondava il suo corpo, lasciando scoperte solo le gambe, le braccia e le clavicole. I capelli ricadevano bagnati lungo il suo viso, infatti spostò una ciocca di esse scoprendo il suo profilo perfetto e quel naso all'insù che tanto mi piaceva.
Gli occhi sembravano essere più spenti del solito, le palpebre erano leggermente più chiuse come se si stesse addormentando.

Era semplice, non era sfacciata nei suoi modi di fare anche se sulle altre ragazze, la posizione in cui lei era, poteva risultare sicuramente maliziosa e provocante, ma lei no, aveva questo innato potere.

Mi appoggiai allo stipite della porta aprendola leggermente con il piede provocando però un rumore che non passò inosservato.

Bella voltò velocemente il capo spaventata. Il suo petto iniziò ad abbassarsi e alzarsi velocemente poi come una furia venne verso di me trattenendosi con la mano stretta a pugno l'asciugamano per non farlo cadere ai suoi piedi. Era buffa quando voleva farsi la forte ma in quel momento tutto avrei potuto fare tranne che lo spiritoso.

La situazione era abbastanza delicata per me, figuriamoci per una come lei che non aveva mai vissuto nel mio mondo e la scorsa notte ne aveva fatto parte senza consapevolezza di quello che stava succedendo.

Ma prima che potesse sbattermi la porta in faccia, la bloccai con un piede per impedirglielo.

Dovevo cercare di capirla in quei giorni, era troppo scossa ancora, ma non li avrei dato l'agio di farmi trattare come un coglione da lei. Non potevo permettermelo.

«Per favore, lasciami sola» la sua fu una preghiera dolce. La voce sembrava rotta dal pianto.

«Lo so che è stato difficile per te sopportare quello che è successo ieri, ma sappi che non ti da il diritto di trattarmi come un coglione, Isabella» incrociai le braccia al petto, guardandola dall'alto e con occhi assottigliati.

«E tu non hai il diritto di comportati come uno stronzo. Voglio solo e ti chiedo la cortesia di lasciarmi da sola»

La cosa che più mi stupiva di lei era che sapeva essere aggressiva ma dolce allo stesso tempo quando parlava. Non riusciva a essere cattiva e irrispettosa per troppo tempo.

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