capitolo 21

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Non sentivo di aver sbagliato, eppure quando mi rintanai nel mio letto per riposarmi e distaccare il mio cervello, non ci riuscì.

Quello che era accaduto solo mezz'ora prima rimbombava ancora nella mia testa come un fulmine in piena tempesta non facendomi dormire. Ci provavo ma fallivo.

Così mi alzai dal letto e andai in cucina per prepararmi una bella tazza di latte caldo sperando che il sonno sarebbe venuto presto a bussare alla mia porta, ma fui sorpresa nel trovare Travis seduto sul bancone con una scatola di cereali fra le mani, era soprappensiero, i suoi occhi erano fissi nel vuoto.

«Trav, sei ancora sveglio?» chiesi sedendomi di fronte a lui, sull'isola.

«Non riesci neanche tu a trovare sonno?» i suoi occhi scuri raggiunsero la mia figura stanca e esausta.

«Esattamente» lui annuì non dicendo più niente così in torno a noi si creò un religioso silenzio, quasi imbarazzante che avrei voluto interrompere velocemente. «Travis mi dispiace per quello che è successo»

«Non è colpa tua, o per lo meno non era tua intenzione»

«Eravamo in spiaggia e ci siamo addormentati, devi credermi. Sai perfettamente che non oserei mai disobbedire a mia madre»

«Lo so, segui sempre le regole e per questo ti credo. Non devi preoccuparti di quello che penso io perché so che dici la verità» disse e sospirai sollevata.

«Ma...» non mi lasciò finire di parlare. I suoi occhi adesso mi guardavano preoccupati, avevo paura di quello che stava per dirmi.

«La reazione che ha avuto mio fratello è più che comprensibile»

«La sua reazione è stata molto esagerata. Mi sono scusata eppure lui sembrava essere fuori controllo» incrociai le braccia al petto.

«Si è vero è stata esagerata, ma è più che comprensibile. Fidati di me, questa volta ti sto parlando davvero come un fratello è un amico»

«Perché? So che vi ho fatti preoccupare ma non serviva...»

«È complicato da spiegare... Blake ha reagito in quel modo perché temeva che ti succedesse qualcosa» c'era qualcosa che non voleva dirmi, i suoi occhi non mi guardavano più e le sue mani non facevano altro che torturarsi tra loro. Mi stava nascondono qualcosa ne ero più che sicura.

«Cosa? Spiegati Travis!»

«Non siamo bravi ragazzi, penso che tu questo lo sappia. Conosciamo molte persone e queste persone conoscono noi e di certo non sono bravi ragazzi pure loro...»

«A cosa vuoi arrivare Travis, ti prego non girarci intorno perché altrimenti non riesco a capire» le sue frasi mi mandavano in confusione.

«Questi ragazzi Bella, come ti ho hai detto non sono bravi ragazzi che rispettano le regole e che si stanno fermi e muti quando vedono una ragazza sopratutto se sei tu.»

«E perché? Io non sono voi» sbottai.

«Ti conoscono»

«Eh? Cosa?» ero davvero confusa.

«Sei la piccola sorellastra dei fratelli Anderson Bella. Le voci su di te girano»

«I-io non sto capendo. Perché queste persone dovrebbero conoscermi senza che io non so neanche come si chiamino. E perché voi siete così "conosciuti" come dici tu?»

Non sapevo davvero cosa pensare. Il mio cervello stava andando nel pallone per tutti quei giri di parole di Travis. Stava cercando di nascondermi qualcosa ormai questo l'avevo capito dall'inizio della nostra conversazione, ma se in un certo senso mi nascondeva qualcosa, mi stava rivelando anche un tassello del puzzle, seppur fosse praticamente indecifrabile.

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