Capitolo 9

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Adoravo quel periodo di fine estate è l'inizio di Settembre. Amavo quella piccola brezza che mi scompigliava i capelli e mi faceva venire una leggera pelle d'oca sulle braccia, il sole non troppo forte e il rumore delle onde del mare.

Da piccola, quando mia madre ci portava al mare, diventavo una piccola esploratrice di conchiglie, ne ammiravo la forma e amavo sentire il rumore delle onde dentro di esse, o forse me l'avevano sempre fatto credere, ma io giurai di sentirle calme, che danzavano fra se in una delle danze più belle che ci potessero essere nel mondo.

A Tjiuana c'era il mare, ma il nostro quartiere era troppo lontano e non avevamo abbastanza soldi da poter prendere i mezzi ogni giorno, anche perché mia madre lavorava.

Per questo, quando lei non andava a lavoro, approfittavamo di quelle poche ore per goderci il sole sulla pelle, il rossore sul naso e l'acqua salata fra i capelli. Custodivo segretamente quei ricordi perché erano uno dei più belli che avessi della mia infanzia.

Ricordo ancora la risata leggera di mia madre che si perdeva nel vento quando io e mio fratello giocavamo a rincorrerci, o a chi facesse il castello di sabbia più bello. Eravamo solo noi tre.

«Vedo che ti stai ambientando Isabella» mia madre mi ridestò dai miei pensieri, rivolsi il mio sguardo verso di lei, stavo guardando il mare da troppo tempo.

Eravamo in spiaggia, in un lido che aveva scoperto qualche giorno prima, eravamo comodamente sdraiate sui lettini in totale relax. Volevo scaricare i nervi tesi per quello che era accaduto una settimana fa, e tra poco sarebbe iniziato il mio primo anno di università, non avrei avuto più le giornate libere dato che le avrei passate sui libri. Tenevo molto allo studio e alla mia cultura così come anche mia madre.

A scuola, ero una delle migliori della classe grazie al mio costante studio e impegno, ma questo non faceva altro che mettermi nel bersaglio dei bulli che si prendevano gioco di quelli come me.

«Sto cercando di farlo mamma, non è facile ma ci sto mettendo tutta ma stessa» risposi. Ed era vero. Cercavo di ambientarmi ogni giorno in quella nuova vita ma non era affatto facile.

«Sono felice per noi» mi prese una mano e me la strinse fra le sue, «stiamo vivendo la vita che abbiamo sempre desiderato. Frequenterai un ottima università»

Annuì, ero molto indecisa sul mio futuro in realtà. Mi sarei voluto laureare in psicologia, materia che mi ha sempre affascinata sin da bambina ma avrei anche voluto vivere appieno la mia vita da mamma quando sarei stata pronta per diventarlo e se avessi trovato la persona giusta.

Era un ragionamento un po' contorto ma per me era così. Ero crescita con un padre violento che si rintanava nei bar per giorni interi è una mamma che si spezzava la schiena per portare un po' di soldi in casa quando il marito era stato licenziato perché si presentava a lavoro sempre ubriaco.

Avrei voluto dare ai miei figli quello che io non avevo mai avuto, ma per me oltre la vita da mamma in futuro, era anche importante essere indipendente e avere un lavoro tutto mio. Non sarei voluta dipendere da nessuno.

«Mamma posso farti una domanda?» chiesi, eravamo solo noi due li, nessuno ci conosceva, sembrava il momento perfetto per confessarli tutti i miei dubbi.

«Dimmi tesoro» si girò verso di me curiosa, mentre spegneva la sigaretta nel posacenere.

«Non hai notato delle cose strane in casa?» domandai, feci attenzione ad ogni sua possibile reazione, speravo che non mi mentisse.

«Cioè?» sbuffò una risata.

«Non so dirti con certezza cosa ma è così. Quegli uomini all'ingresso del cancello della villa sono strani, sembrano dei bodyguard. Poi ho notato che Tony esce spesso di notte con i suoi figli e che a volte si chiude con degli uomini nel suo studio e ci sono lo stesso Blake e Travis con lui. Non ti sembra un po' strano?»

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