5- Dr Jekyll e Mr Hyde

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HARDIN

Non riesco a smettere di pensare a quello che ho detto a quella stupida principessa viziata, ma come mi è venuto in mente?

Mi ero promesso di allontanarla, vista l'intimità che si era creata ieri sera, ma non appena ho avuto la possibilità di guardarla negli occhi ho capito che non stava affatto bene.

Ho provato ad essere gentile, ma quando ho visto che lei continuava ad attaccarmi ho capito che dovevo smetterla.

Sono sicuro che si sentisse davvero uno schifo per quello che le era quasi accaduto, e io mi sentivo peggio di lei perché era come se ne fossi il responsabile.

Continuavo a pensare che se non le avessi parlato lei non sarebbe uscita fuori. Ed è la verità.

Per questo devo starle lontano, sono dannoso per chiunque mi stia vicino. Essere un criminale non è facile, sei sempre pieno di nemici e devi guardarti le spalle continuamente se vuoi sopravvivere.

Non ti puoi legare con nessuno, perché altrimenti per farti crollare colpiranno coloro che più ami.

Per questo deve starmi lontano.

Quando l'ho vista dimenarsi nella speranza di riuscire a togliere quel coglione che le stava addosso, mi sono sentito morire.

E quello che le è successo non deve più accadere.

Io ed Eric abbiamo fatto delle ricerche sui tizi che l'hanno aggredita e, come volevasi dimostrare, erano lì a posta per me e i miei amici.

Dopo averli torturati come si deve hanno confessato di lavorare per un certo tipo, che si fa chiamare I.Q, ma non sono riusciti a descriverlo visto che non hanno mai visto il suo aspetto.

Ed ecco che arriviamo al perché ho deciso di essere così stronzo con lei.

Era in pericolo solo perché l'avevano vista parlare con me e il resto del killer, non sono immaginare quanto rischierebbe se si avvicinasse ancora di più a noi.

Ormai sapevo che avesse un certo caratterino e non si sarebbe arresa se non ci fossi andato giù pesante con le parole, e così ho fatto.

Ho sfruttato qualcosa che le ha fatto del male per attaccarla, tenendo fede alla mia reputazione da stronzo.

Dopo averle parlato sono corso subito in aula, solo per non doverla guardare negli occhi.

Quegli occhi che starei a guardare per ore.

È strano il modo in cui mi sento quando c'è lei nei paraggi, non riesco a descriverlo.

Quando sta mattina ho visto che si era seduta vicino a me, nel mio volto si è formato un piccolo sorriso, a maggior ragione quando ha iniziato a lamentarsi della macchinetta della scuola e del fatto che non era riuscita a mangiare nulla.

Potrebbe essere colpa mia.

Grazie a Jane avevo saputo che Madeline amava il cibo, in particolare il cioccolato la mattina e che il suo bar preferito fosse chiuso il giovedì mattina.

Facendo due calcoli o avrebbe mangiato a casa, oppure avrebbe preso qualcosa alla macchinette, qui a scuola.

Per andare sul sicuro, quindi, avevo chiesto ad Isaac di manomettere tutte le macchinette, nella speranza che lei mi parlasse.

Avevo anche letto il suo orario, quindi sapevo che avremmo avuto la stessa lezione alla prima ora.

Il mio piano, che era un ottimo piano, ha ovviamente funzionato e non dimenticherò facilmente lo sguardo che mi ha rivolto non appena le ho ceduto la mia barretta al cioccolato. Era gioia pura e il fatto che io non abbia mangiato nulla tutto il giorno, era passato in secondo piano.

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