19-a small part of me

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HARDIN

Mi sveglio di soprassalto a causa della luce, che entra dalla finestra della mia camera.

È già passata un'altra notte.

È già arrivato un nuovo giorno.

Tocco l'altra metà del mio letto in un gesto istintivo, che mi fa ricordare tutto quello che è successo ieri sera.

Porto le mani sul viso, chiedendo silenziosamente quando potrò avere un po' di tranquillità nella mia vita.

Un po' di felicità.

Ripenso a Mad che ha dovuto passare la notte sola, in quella stanza buia in cui era chiusa.

Per la mia mente passa anche il pensiero che qualcuno possa averle fatto qualcosa, ma se così fosse questo qualcuno avrebbe vita molto breve.

Pensavo e ripensavo che se lei fosse stata lontano da noi, magari per adesso sarebbe a casa sua, sul suo letto e con il suo cane.

Anche se forse tutto questo non è successo a causa mia, mi sento lo stesso responsabile.

Credo che ci siano delle cose che devono andare bene, altre che non sono destinate a realizzarsi.

Ecco, nonostante lei sia la bambina che ho cercato per tutta la mia infanzia/adolescenza, ho capito che non potrebbe mai esserci nulla.

Non siamo destinati.

Ogni volta che uno dei due cerca di abbassare i propri muri, bussano alla porta mille problemi diversi, che ci fanno fare tremila passi indietro.

Non importano i sentimenti che stavo iniziando a provare per lei, o che forse ho sempre provato, mi interessa solo che lei stia bene, che sia felice.

E quando si ha la consapevolezza che le persone a cui si tiene non saranno mai felici con te attorno, non puoi fare altro che rassegnarti.

È sempre stato così, infondo.

Guardo il soffitto per svariati minuti, dopodiché decido di scendere giù per fare colazione.

Con mia sorpresa trovo già Ethan, Isaac, Kiara e Nicole e noto che le ultime due stanno sistemando in un piatto una pila di crêpes.

Troppe calorie, per essere assunte la mattina.

«Buongiorno» dico, ricevendo la stessa risposta in coro

«Tieni Hardin, prendi una crêpes. Ci aspetta una lunga giornata e servono energie» continua Nicole, porgendomi il piatto pieno di quei carboidrati

«No, grazie. Preferisco mangiare una delle mie solite barrette proteiche» rispondo, dopo aver guardato quella enorme montagna di crêpes come se fosse una bomba pronta ad esplodere.

«Dai, le abbiamo fatte per tutti. Una sola non ti farà male» continua lei, con il volto di chi ha già capito cosa mi passa per la mente e un sorriso carico d'affetto.

Guardo di nuovo quell'ammasso di calorie.

«Solo una però. La nutella la metto io» rispondo annuendo.

Una crêpes al cioccolato avrà più o meno 470 kcal, ma se metto poca nutella ne avrà più o meno la metà, considerando che vuota contiene circa 100 kcal.

Non mi succederà nulla, se mangio una crêpes.

«c'è anche poco zucchero» continua lei,facendomi un occhiolino, mentre mi passa il piatto.

Mimo un grazie con le labbra, non solo perché mi ha passato il piatto, ma anche perché so che ha capito che c'è qualcosa che non va.

Nicole non è una che parla molto, un po' come Jane e me, ma osserva.

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora