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Nevaeh
Il jet privato di mio padre atterra sulla pista di Liege. il gran premio del Belgio si sarebbe tenuto nella città di Francorchamps un piccolo villaggio della Vallonia luogo che a me, fin da piccola, sembrava quasi incantato. Era incastrato perfettamente tra le montagne e tutto intorno c’era solo silenzio e pace. Forse quello di cui avevo bisogno adesso.
“Prendo la tua valigia” dice mio padre prendendo il mio bagaglio dalla cappelliera sopra di lui, mi alzo per dargli una mano.
“Grazie non devi preoccuparti.”
“Farei di tutto per la mia principessa” precisa lui dandomi un bacio sulla fronte. Quel gesto mi fa sorridere, nonostante gli anni che passano mi ricordo sempre che se qualcosa va male posso rifugiarmi tra le braccia di mio padre.
Un furgoncino Mercedes nero ci aspetta proprio vicino al Jet, così riusciamo a non bagnarci troppo dato le gocce di pioggia che avevano iniziato a cadere.
Purtroppo il tempo in Belgio era tutto tranne che prevedibile e la pioggia era sempre all’ordine del giorno. Questo portava il più delle volte a cambiare le strategie messe in atto programmate giorni prima, forse era per quello che è uno dei miei gran premi preferiti. Mi è sempre piaciuto vedere i tecnici e gli ingegneri che si concentravano per trovare più di un piano di azione.
Salgo al posto del passeggero scivolando sui sedili in pelle scura così da fare posto a mio padre che entra nel veicolo zuppo con i capelli che gli gocciolano sulla fronte.
“Sei davvero buffo” Non posso fare a meno di farglielo notare mentre lui si specchia nello schermo del telefono per sistemare alla bene e meglio i capelli anche se inutilmente.
“Tanto è inutile.” Sbuffa e posa la testa contro il sedile “Volevo parlarti e credo che questo sia uno dei pochi momenti in cui posso davvero farlo.”
Si gira verso di me. Il terzo grado ha inizio, non ho la minima idea di quello che sta per dirmi ma il suo sguardo non mi promette niente di buono.
“Sono giorni che ti vedo distante dal team, non passi nemmeno ai box per salutarci scappi via..” Fa un gran respiro, come se la cosa che mi sta per dire gli costasse più energie del dovuto “è a causa di Max?” mi chiede.
Ha fatto sicuramente centro. Ma alla fine doveva immaginarselo e lui non era così stupido da non capire che il problema era il mio ex.
“Già” Mi lascio andare ad un lungo sospiro “da quando sono qui sta facendo di tutto per cercare di recuperare un rapporto con me e più gli dico di no più lui continua imperterrito, mi sono resa conto che l’unico modo che ho per far finire questa situazione è evitarlo, anche se questo comporta starti lontana” questa volta sono io che devo rifornirmi di un po’ d’aria prima di dire altro “se te ne avessi parlato avresti giustificato Max , non mi avresti ascoltata”
Quelle parole lo colpiscono. Posa una mano sulla mia gamba coperta da un paio di pantaloni Jeans che avevo indossato quel giorno insieme alla maglietta redbull.
“Il tuo stare bene verrà sempre prima di Max e prima di tutto, se lui farà di nuovo qualcosa ti prego di dirmelo,.” Il suo sguardo è sincero e so che per una volta posso fidarmi delle sue parole “però promettimi che proverai a stare nel box insieme al tuo team.”
Mi cinge in un abbraccio che io ricambio affondando la testa sul suo petto. Sembra quasi di essere tornati a quando ero una bambina e trovavo sempre conforto tra le sue braccia con lui pronto a consolarmi dal mio pianto.
“Ma ti devo chiedere una cosa.” Si allontana da me in modo che io possa guardarlo negli occhi chiari come i miei “Cosa ci faceva Lando Norris fuori dalla tua camera l’altra sera?”
Bene, l’aveva visto. Per quanto pensavo di essere riuscita a recuperare un rapporto padre figlia normale in quel momento mi rendo conto che non è così e che non posso raccontargli tutto quello che sta succedendo. Me lo fa intuire il suo tono severo con cui ha pronunciato quelle parole.
“Non lo so” Mento ma negli anni ho imparato a farlo, se gli avessi detto tutta la verità avrebbe fatto le sue solite scenate dentro quella macchina. Ci aveva messo tanto ad accettare la mia relazione con Max, figuriamoci se gli dicevo della mia attrazione per Lando. Mi avrebbe rispedita da mia madre senza la possibilità di spiegare.
“Ha detto che ha sbagliato piano, è davvero così? Non è entrato in camera tua giusto?”
“Papà, stai tranquillo” cerco di rassicurarlo appoggiando una mano sul suo braccio “Si sarà semplicemente sbagliato, stava pensando ad altro”
Si, era davvero così, stava pensando a me quella sera.
Per quanto fossero passati diversi giorni e di Lando non avevo avuto nessuna notizia, sapevo che quello che era successo non riuscivo a dimenticarlo, anzi, continuavo a pensare al suo profumo che era rimasto nella mia stanza anche quando lui se n’era andato via, alla nostra vicinanza ai nostri respiri che sembravano coordinati. Ogni volta che la mia mente ci pensava mi chiedevo cosa sarebbe successo se fossimo andati oltre se saremo riusciti a fermarci se ci avessero scoperti. Avevo troppe domande nella mia testa a cui nessuno sapeva darmi una risposta.
“Mi fido di te Nevaeh, non voglio che succeda di nuovo quello che è successo con Max.”
Annuisco, non aggiungo altro, preferivo evitare questi discorsi così da non far trapelare niente.
La macchina si ferma davanti al nostro hotel. Un lussuoso albergo con annessa spa, almeno sono sicura che quel weekend mi sarei riposata.
Scendo dalla vettura lasciando che l’autista e mio padre si occupino dei bagagli mentre mi dirigo verso l’ingresso. La Hall è immensa, il pavimento in marmo bianco la fa sembrare ancora più grande. Le pareti sono dorate ed il tutto è illuminato da piccoli lumini incastonati nel controsoffitto. Le ampie vetrate si affacciano su un’immensa distesa verde e si intravedono le case del villaggio di Francorchamps in lontananza. Sorrido davanti a così tanta bellezza.
“Ben arrivata.” Perez si alza da uno dei divanetti posti vicino alla reception e viene ad abbracciarmi. Per quanto siano passati solo pochi giorni, mi era mancato il mio pilota preferito.
“Grazie, da quanto sei qui?” Chiedo dopo essermi allontana dalle sue braccia
“Da dieci minuti, sto aspettando ancora la mia stanza, evidentemente in Belgio se la prendono con comodo.”
“Non fare il solito Messicano rompiscatole.” Lo rimprovero con una scherzosa gomitata.
Mio padre entra trascinandosi dietro i nostri bagagli, saluta Perez con un cenno del capo e poi si dirige al tavolo della reception per prendere le chiavi delle nostre stanze. Mi ero raccomandata di avere una stanza solo mia, non solo perché oramai erano passati gli anni in cui dormivo con lui ma volevo evitare irruzioni notturne che non gli avrebbero fatto piacere.
“Tieni questa è per te, per una volta avrai una suite anche tu.” Dice mio padre consegnando nelle mie mani le chiavi della mia camera.
“Grazie.” Gli getto le braccia al collo e, dopo aver afferrato il mio bagaglio saluto Perez, diretta verso l’ascensore, non vedo l’ora di buttarmi nella mia camera da letto e fare una bella dormita, anche se l’idea di andare nella spa al piano di sotto mi alletta al quanto.
Entro nell’abitacolo dell’ascensore con le porte a vetri e  premo il tasto del mio piano. In men che non si dica arrivo e percorro il corridoio che mi avrebbe portato fino alla porta della mia stanza. La apro e davanti a me si apre uno spettacolo quasi surreale. Il letto troneggia al centro della stanza coperto da lenzuola in pura seta blu in contrasto con il pavimento in marmo bianco come quello della Hall. Davanti ad esso c’è un immensa vetrata che da su tutto quel verde che circonda l’hotel.
Mi butto sul letto lasciando la valigia all’ingresso, credo che l’idea di fare un pisolino abbia preso il sopravvento sulla mia intenzione di andare alla spa.
Riapro gli occhi diverse ore più tardi, è calata oramai la notte, guardo l’ora dallo schermo del telefono. Sono le 20 di sera e ho due chiamate perse da mio padre, sicuramente si sarà preoccupato di non avermi sentita per  tutto il pomeriggio o mi sta invitando a cena fuori insieme ai suoi piloti. avrei preferito evitare un altro scontro con il mio ex, dato che l’ultima volta che ci ha riuniti allo stesso tavolo non era andata poi così bene.
Mi alzo dal letto, apro la valigia e prendo un costume intero nero insieme a l’accappatoio messo in dotazione dall’albergo. Indosso entrambi ed esco dalla mia camera diretta alla spa al piano di sotto. Prendo l’ascensore le cui porte, dopo pochi secondi, si aprono su una piscina idromassaggio con tanto di cascata. Tutto intorno ci sono solo ampie finestre e, fortunatamente, lì ci sono solo io.
Niente di meglio.
Sfilo l’accappatoio ed entro nell’acqua calda della piscina lasciando che questa mi rilassi i muscoli tesi. Inizio a nuotare fino al bordo a così da poter ammirare più da vicino il panorama che la circonda.
Poso la testa sulle mani e mi lascio cullare dal suono dell'acqua provocato dalla cascata alle mie spalle. I pensieri volano nella mia testa ma il silenzio che li accompagna mi permette di ragionare e di cercare di risolvere tutti i problemi che essi creano dentro di me.
Vengo interrotta però dal rumore dell’ascensore che arriva al piano. Le porte si aprono e mi permettono di vedere una persona che negli ultimi giorni avevo imparato a conoscere meglio.
Lando.
L’idea di stare sola con lui nella spa è quasi allettante, ma se ci avessero visti insieme non sapevo che scusa avrei dovuto inventare con mio padre.
“Cosa ci fai qui?” Chiedo rimanendo con lo sguardo su di lui che nel frattempo toglie l’accappatoio lasciando il suo fisico scoperto.
Deglutisco rumorosamente. È perfetto sembra quasi che i suoi muscoli siano stati scolpiti mentre il costume scuro mette in risalto la sua carnagione chiara.
“Potrei chiederti la stessa cosa.” Entra nell’acqua della piscina ma mantiene le distanze da me “sai che tuo padre ti sta cercando?”
“Si, lo so, ma mi sono addormentata oggi pomeriggio e non avevo voglia di stare di nuovo a cena con lui e Max.” alzo le spalle
“Fai di tutto per evitarlo” continua mentre si avvicina pericolosamente a me, già perché avrei preferito che lui si trovasse dall’altra parte della piscina invece che così vicino da farmi perdere il controllo sul mio corpo che già è in estasi dal profumo che emana la sua pelle.
“Non sai nulla del passato mio e di Max.”
“In realtà lui mi ha confidato quasi tutto di te.”
Max e Lando erano amici? Adesso penso che le cose peggio di così non possano proprio andare, anzi.
“So del perché vi siete lasciati e so anche che lui prova ancora qualcosa nei tuoi confronti.” Le ulti,me parole le dice con un tono amaro, come se gli dispiacesse.
“Chi l’avrebbe mai detto” alzo le spalle come se quelle che ha appena detto non mi avesse fatto nessun effetto ed in realtà è così. “Doveva pensarci prima di trattarmi in quel modo.” Sospiro. Sicuramente non avevo intenzione di perdonare Max dopo che aveva provato ad approfittarsi di me mentre era fidanzato.
“Forse hai anche tu le tue colpe.”
Inclino appena la testa di lato.
Cosa sta succedendo? Lando Norris il ragazzo per cui provo un attrazione fisica mi sta facendo una seduta psicologica per ripristinare il rapporto con il mio ex? È davvero assurdo eppure sono sicura di non essere l’unica che in quella stanza ha provato determinati sentimenti.
“Lando mi spieghi cosa vuoi esattamente da me? Non ero sola in quella stanza quella notte e puoi dirmi quello che vuoi su Max, ma non sono così stupida da ritornarci.” Mi avvicino alla scaletta da cui ero precedentemente entrata ma quando gli passo accanto lui mi afferra per il polso portandomi a posare i fianchi contro il bordo della piscina. Sono completamente bloccata dal suo corpo, il suo petto è a contatto con il mio, sento il calore della sua pelle ed il battito del suo cuore. Vorrei rimanere così vicina a lui mentre il suo respiro solletica la mia pelle bagnata lasciando che dei brividi freddi mi percorrano la schiena.
“Ho provato più di quello che pensavo, fidati.” Le parole me le sussurra all’orecchio, come se fossero un segreto da custodire. Solo che dentro di me scatenano il caos, un turbinio di emozioni che non riesco a controllare. “Ma so anche qual è il mio posto e non è accanto a te.” Si allontana di  nuovo, già sento che il calore della sua pelle mi manca insieme al suo profumo che avevo aspettato giorni per riassaporarlo.
Le ultime parole che mi aveva detto mi frullano in testa mentre lui esce dall’acqua e non riesco a fermarlo. Cosa significa che non poteva stare al mio fianco? Sta rinunciando a me così velocemente per colpa di Max? Quell’uomo, anche senza volerlo, riesce sempre a rovinarmi la vita.
“Non sono il tuo giocattolo Lando.” Prendo coraggio e gli urlo quelle parole mentre lui sta già chiamando l’ascensore per tornare in camera
“Fidati, non è un gioco per me e non è semplice starti lontano.”
“Allora non farlo” Riesco ad abbassare il tono della voce così da non sembrare una pazza isterica che urla dentro una piscina di acqua termale
“Tuo padre mi ha già visto fuori dalla tua stanza e Max ha detto di provare dei sentimenti per te. Non posso ferire un mio caro amico.”
Allora era davvero per colpa di Max. So che molti uomini mettono l'amicizia davanti ad una ragazza e anche io ho sempre fatto lo stesso, ma questo significa rinunciare a lui e non ero pronta a farlo, il mio corpo non lo era affatto.
Non riesco a trovare altre parole per trattenerlo e così lui se ne va. Sono arrabbiata con me stessa, con mio padre e soprattutto con Max, vorrei urlare ma in quel caso darei davvero l’impressione di essere una pazza isterica. Così ritorno a guardare il paesaggio che circonda la piscina apparentemente tranquillo, avvolto da una pace quasi surreale non come la mia vita in quelle ultime due settimane.

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