20

239 5 0
                                    

Nevaeh

La cena con mio padre era andata piuttosto bene, tra me e Max oramai l’astio era stato messo da parte cercando di fare spazio alla possibilità di un amicizia tra me e lui, per quanto questa potesse risultare assurda agli occhi di Perez e mio padre. Eppure eravamo riusciti a tenere diverse conversazioni soprattutto sul mio ritorno all'università.
Quando rientro in camera, una suite all’ultimo piano dell’hotel, mi sdraio sul letto ed accendo la TV.
Alcuni telegiornali sportivi parlavano ancora  di me e soprattutto di Lando, di quello che era successo quella mattina all’intervista. Sembrava quasi che mi stessero osannando per essere diventata una specie di eroina, in realtà avevo solo detto quello che mi passava per la mente in quel preciso istante. Non capivo tutta quell’attenzione concentrata solo su di me.
Spengo la TV giusto in tempo perché qualcuno bussa alla mia porta. Mi alzo e vado ad aprire. 
Lando è dietro di essa.
È strano che per quanto mi sia abituata ad averlo solo per me ogni volta che lo vedo il mio stomaco fa le capriole e la mia testa smette di ragionare seduta stante. 
Mi bacia. Il contatto delle sue labbra sulle mie vorrei che non finisse mai, così porto le mie mani dietro al suo collo intrecciando le dita mentre la sua lingua si fa strada nella mia bocca aumentando l’eccitazione che il mio corpo sta provando in quel momento.
Ci sarà mai un giorno in cui i miei ormoni riusciranno a stare tranquilli in sua presenza?
Credo sia impossibile.
Quegli occhi chiari, la barba incolta ed il suo stile nel vestirsi non aiutano certamente la causa.
Mi fa indietreggiare fino a quando non ricado sul letto. Le sue labbra si spostano sul mio collo lasciando una scia di baci roventi fino allo scollo della mia maglietta. Lo scosta appena con un gesto delicato delle dita per poter raggiungere il mio seno. 
Piego all’indietro la testa assaporando a pieno il momento in cui la sua lingua inizia a giocare con uno dei miei capezzoli. 
Un sospiro di piacere scivola via dalle mie labbra e lui sembra felice di sentirmi così in balia dei suoi gesti. Si scosta appena per potermi sfilare la maglietta lasciandola ricadere ai piedi del letto, inizia poi ad armeggiare con il laccetto del Reggiseno per poi toglierlo pochi secondi dopo.
Era particolarmente esperto nello spogliarmi, non come io con la sua tuta che ero stata così impacciata.
Si posiziona sopra di me costringendomi a stradarmi sul letto mentre lui mi sovrasta con il suo corpo. Posa un altro bacio sfuggente sulle mie labbra, per poi scendere lungo il mio petto fino all’altezza dei pantaloni. Li slaccia e li abbassa  fino all'altezza delle mie cosce e fa lo stesso con  gli Slip.
Quando la sua lingua si insinua tra le mie gambe trattengo il respiro, quel contatto genera un piacere nel mio corpo che non ricordavo avessi mai provato. Inizia con movimenti lenti, delicati, assapora ogni parte della mia intimità come se volesse rimanere lì per chissà quanto ed io glielo avrei lasciato fare volentieri.
Inarco la schiena avvantaggiando i suoi movimenti che diventano man mano più veloci, profondi, lasciando scivolare via dal mio corpo ogni tipo di autocontrollo.
Gemo.
Quel verso, fuoriuscito spontaneamente dalle mie labbra,  fa aumentare la velocità dei  gesti compiuti dalla sua lingua. Sa che sto per venire e non vuole lasciarmi  senza aver assaporato il piacere di un orgasmo.
Porta due dita in bocca, le inumidisce appena passandoci in mezzo la lingua, per poi farle entrare cautamente dentro di me.
Quel gesto mi coglie di sorpresa, trattengo di nuovo il fiato, quasi mi irrigidisco, prima di decontrarre di nuovo i miei muscoli. La sua lingua riprende il lavoro lasciato in sospeso qualche istante prima e le sue dita si muovono dentro di me con gesti profondi.
Non resisterò a lungo, per quanto avrei voluto.
Piccole scosse di piacere smuovono il mio corpo, fino a quando  l'orgasmo non mi porta via con sé lasciandomi ansimare sulle coperte di seta del letto.
Ci vorrà del tempo  prima che riesca a  riprendermi completamente. 
“volevo chiederti se domani ti andasse di stare nel paddock McLaren al mio fianco.”
Ecco proprio mentre il mio cuore cercava di riprendere un battito quanto meno normale Lando Norris decide di farmi prendere un infarto.
Afferro al volo gli slip ed i pantaloni tirandoli sù, ed il reggiseno che era caduto a terra. Cosi da essere un minimo vestita.
Mi siede a gambe incrociate sul letto accanto a lui.
Per quanto guardarlo negli occhi mi convinceva a dirgli di sì, dovevo per forza  rifiutare.
“Sai che non posso mio pa..” 
“Oramai sanno tutti che stiamo insieme e tuo padre continua ad essere un ostacolo tra di noi?”
Non riesco a finire di parlare che lui mi ferma. Il suo tono è del tutto cambiato, è più severo e l’espressione sul viso è dura. Sembra arrabbiato.
“Lando il mio nome è già abbastanza per dirti che non posso, non voglio creare altri casini o trovare mio padre che si arrabbia con me.”
“Quando nella nostra relazione saranno finiti tutti questi ostacoli?” incrocia le braccia al petto.
Già anche io pensavo che fosse tutto finito, eppure mi aveva chiesto una cosa che non poteva succedere. Io apparteneva alla Redbull, il mio posto sarebbe stato al muretto accanto a mio papà, non potevo tradire la mia scuderia, quella che consideravo la mia seconda famiglia  per lui.
“Non so se sei davvero pronta a stare con me.”
Quelle parole mi feriscono. Avevo fatto di tutto per lui per poi sentirmi dire questo? La rabbia che mi sormonta dentro è incontrollabile, vorrei quasi tirargli uno schiaffo come avevo fatto con Max.
“Mi sono già messa contro mio padre per te, non posso mettermi contro la redbull, il mio posto è lì. Sai perfettamente che ho fatto di tutto per essere la tua ragazza.” 
Mi alzo in piedi così da potermi trovare faccia a faccia con lui.
“Non mettere mai in dubbio quello che provo nei tuoi confronti, non siamo solo insieme per le gare o per il campionato. Io voglio viverti Lando fuori da qua senza rischiare di rimettermi contro la mia famiglia.”
Posa una mano sulla mia guancia che accarezza lentamente con gesti delicati del pollice. Sembra dispiaciuto, o almeno quel gesto me lo fa capire.
“Odio vederti con quella maglietta addosso ogni volta. Vorrei averti accanto quando sto nel box.”
“lo so, ma se vogliamo che funzioni, non puoi chiedermi una cosa del genere.” Poso la mano sulla sua e le nostre dita si intrecciano
“Ci proverò.”
“Rimani a dormire con me?” Chiedo indicando con un cenno del capo il letto alle mie spalle
“pensi davvero di dormire?”
Il suo sorrisetto malizioso fa riaccendere quel fuoco che mi divora dentro ogni volta che sono vicina a lui. 
Sono certa di una cosa, non avrei dormito quella notte.

HornerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora