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Nevaeh
Quando riapro gli occhi Lando non è con me. Sarà andato via di notte mentre io e gli altri politi dormivano,  così da non farsi vedere.
Sono ancora nuda nel mio letto, i postumi della sera prima si fanno sentire. Sono stanca, ma allo stesso tempo non posso non sorridere al pensiero di quello che era successo con Lando.
Sorrido con la faccia ancora sulla fodera del cuscino impregnato del suo profumo. Devo uscire dal letto e vestirmi, quel giorno si sarebbe tenuta la gara e se non mi fossi presentata mio padre avrebbe dato di matto.
Meglio causargli meno problemi possibili il giorno della gara.
A malincuore mi alzo dal letto diretta verso la doccia. Mi avrebbe sicuramente fatto bene, in più ho un aspetto davvero orribile dato dalla notte appena trascorsa. Accendo il getto e mi infilo sotto di esso. I miei muscoli si rilassano grazie al calore dell’acqua calda che sprigiona nuvole di vapore per tutto il bagno.
Quando esco mi sento quasi rigenerata, come se avessi fatto il pieno di energia per la giornata che mi sarebbe toccata. Avrei sicuramente rivisto Lando ma il tempo che avremo trascorso insieme sarebbe stato sicuramente troppo poco, almeno per me. In più c’era troppa gente e ancora nessuno sapeva di noi. Nessuno tranne Perez che mi aveva subito scoperta, anche se ancora non avevamo parlato della questione. Non volevo creare altri problemi oltre a quelli che il pilota stava avendo con il team capitanato da mio padre.
Apro la valigia, prendo i miei soliti pantaloncini Jeans e la polo blu. In pochi secondi sono pronta ed esco dalla stanza infilando il cellulare nella tasca dei pantaloncini.
Inizio a camminare verso l’ascensore, che mi avrebbe portata alla Hall, lo chiamo ma proprio in quel momento la suoneria del mio telefono inizia a rimbombare per tutto il corridoio.
Guardo lo schermo.
Mamma.
Non so cosa voglia mia madre da me, certo negli ultimi giorni non mi ero minimamente fatta sentire ma quando stavo con mio padre ero così presa dalle cose da fare che non consideravo proprio il telefono, tranne per controllare le email, sia mai che ci fossero degli aggiornamenti importanti da parte dell'università.
“pronto?” Chiedo perplessa ancora sorpresa dalla sua chiamata
“chi non muore si rivede!” non mi sta rimproverando,  anzi si mette a ridere mentre io salgo nell’ascensore diretta alla Hall.
“scusa ho avuto da fare.” Cerco di sviare il discorso, non sono proprio in vena dei suoi soliti discorsi morali sul fatto che i figli debbano aggiornare i propri genitori di ogni singolo spostamento. Nella mia famiglia non accettano proprio il detto "tagliare il cordone ombelicale".
“Si, sempre le solite cose. Come stai?”
“Sto bene mamma tu?”
“Bene, tuo padre è preoccupato che non ti fai mai vedere.”
Esco dall'ascensore e deposito la chiave della mia camera sul bancone della reception poi chiedo se possono prenotarmi un taxi per portarmi al circuito.
“Dice che è per via di Max, non vai mai a cena con lui” sospira “vuoi che venga lì?”
Sta scherzando? Me la cavo anche da sola, sto facendo il possibile per passare più tempo insieme a mio padre ma non è colpa mia se per stare con la persona con cui voglio stare devo nascondermi. Se solo lei sapesse
“non preoccuparti.” Cerco di tranquillizzarla ma il mio tentativo è inutile
“Lo so che qualcosa non va, verrò il prima possibile.”
“Allora perché me l’hai chiesto?” non riesco a capire dove voglia andare a parare. Pensa che se venisse qui io inizierei a dirle tutto? Non l’ho detto nemmeno al mio migliore amico figuriamoci se ne parlo con i miei genitori.
“Tanto sapevo che mi avresti detto di no, quindi ho deciso di fare di testa mia.”
Sembra di parlare con una ragazza della mia età avvolte e non con mia madre.
Alzo gli occhi al cielo e mi dirigo verso l’uscita dove è appena arrivato il mio taxi.
“bene quindi quando vieni?” do le indicazioni al tassista che parte qualche secondo dopo
“Veramente sono già con tuo padre a fare colazione insieme ad Andrea Stella all’hospitality della Mclaren pensi di raggiungerci in tempo?”
Bene, anzi, benissimo. Mia madre era venuta senza dirmi niente, mio padre aveva ben pensato di starsene zitto e in tutto questo mi ci mancava la colazione con il team principal della Mclaren.  Non potrebbe a dare peggio o forse sì? Perché a Spa piove, ottimo per me che sono metereopatica. Sento già il mal di testa.
Il tassista si ferma davanti ai tornelli che danno sulle varie hospitalites. Timbro il cartellino ed entro.
Molti meccanici redbull, che stavano lì in giro, mi salutano mentre io mi dirigo verso il luogo che mi aveva detto poco prima mia madre. Entro dalle porte arancioni che danno su un aria adibita a bar, mia madre è seduta in un tavolo rotondo vicino alla vetrata accanto a lei ci sono mio padre ed Andrea. Mi avvicino al tavolo mentre il mio stomaco fa le capriole. Il trovarmi lì accresceva ancora di più la possibilità di vedere Lando e non era sicuramente la cosa migliore incontrarlo davanti ai miei genitori.
“ciao tesoro!” Mia madre alza una mano per farsi notare da me, anche se io l’avevo già vista mezzo metro prima.
“ciao” dico posandole due baci sulle guance.
Prendo posto accanto a lei e a mio papà.
“Lei è mia figlia Andrea, Nevaeh” mio padre fa le dovute presentazioni ed io stringo la mano al team principal Mclaren che ricambia con un ampio sorriso. Sembra che in quella squadra siano sempre tutti sorridenti a partire da Lando, non come nella Redbull che è già tanto se ti salutano, là dentro vige il silenzio.
“Mi ha detto tuo padre che diventerai presto un ingegnere”
Annuisco. Se c’è una cosa che piace tanto a Chris Horner è vantarsi di sua figlia davanti ai colleghi cosa che invece io odio perché mi mette in imbarazzo, soprattutto parlare dei miei studi davanti a delle menti così brillanti.
“Si io studio in America.” Mi limito a dire.
“cosa vuoi da mangiare tesoro? Ti vedo sciupata.” Mia madre mi salva dalla centesima domanda sul mio piano di studi scostando una ciocca di capelli castani che mi era ricaduta sul viso.
“Mamma sto bene.” Cerco di tranquillizzarla, il mio tono non ammette repliche. “voglio solo un caffè”
“Non mangi?” continua.
Vorrei alzarmi dal tavolo e andarmene. Mi volto verso mio padre, lo sguardo che gli rivolgo è una richiesta di aiuto anche se sono arrabbiata perché lui non mi ha detto niente dell’arrivo di mia madre. Averli entrambi lì mi fa mancare l’aria e non ho bisogno di tutte queste attenzioni.
“Geri” Posa una mano su quella di mia madre proprio davanti ai miei occhi.
Odio queste dimostrazioni di affetto davanti a me.
Lei si tranquillizza ed ordina il mio caffè ad una cameriera che passa proprio accanto al nostro tavolo.
“Come la vedi la gara di quest’oggi?” Chiede Andrea. Anche se è una domanda ambigua dato che siamo il team più forte per quest’anno sulla griglia.
“bene, ho solo un po’ paura per Checo. Lui è bravo ma si fa prendere troppo dalle emozioni.”
Questo era vero. La pressione lo schiaccia a volte quando corre, portandolo a sbagliare cose che per lui dovrebbero risultare più che facili.
“è in costante competizione con Max, ma, come dico sempre, se non porti risultati sei fuori.”
La facilità con cui dice quelle parole quasi mi spaventa. Sembra che non stia parlando di un essere umano con dei sentimenti ma di un automa.  Sapevo quando Perez tenesse a rimanere in Redbull e nonostante gli scarsi risultati non avrei mai voluto che venisse rimpiazzato
“come stanno i tuoi ragazzi?” Chiede mio padre mentre la cameriera posa davanti ai miei occhi la tazza di caffè fumante.
“Bene, Oscar si deve ancora abituare a questo nuovo ambiente. Lando sta piano piano migliorando, ma lo vedo troppo con la testa tra le nuvole ultimamente.”
Per poco non mi strozzo con il caffè. Mi sono appena resa conto di essere la causa dello scarso rendimento di Lando negli ultimi giorni. Dovrebbero darmi un premio come distruttrice di carriere altrui.
“quel ragazzo è bravo, si vede che ha talento.”
I complimenti che fa mio padre su Lando mi fanno ben sperare, forse se gli avessi detto la verità non si sarebbe poi così tanto arrabbiato. Ma poi mi ricordo chi è mio padre e credo che la strategia del silenzio che sto adottando sia la migliore.
“Ciao Lando” Andrea Stella guarda dietro le mie scarpe. . Per la seconda volta sto per soffocarmi con il caffè caldo, solo che questa volta succede davvero e mia madre prova a salvarmi con qualche pacca sulla schiena. Giusto per  rendere il tutto più plateale e farmi fare una figura pessima davanti a Lando e al suo team principal.
“Tutto okay?” Mi chiede a bassa voce mia madre, io annuisco mentre lando prende posto dietro le spalle di Andrea. I suoi occhi chiari mi guardano sembra quasi preoccupato e divertito allo stesso tempo. Verrei vedere lui nella mia stessa situazione cosa farebbe.
“Come stai?” Chiede mio padre rivolto questa volta a Lando, lui sposta lo sguardo da me a lui, fortunatamente, perché non sapevo per quanto sarei rimasta a guardare dentro quei suoi occhi chiari che mi scrutano.
“Bene leggermente agitato.” Mette le mani nella tasca dei pantaloni scuri che indossa quel giorno perfettamente abinati alla sua polo mcLaren
“Mi hanno detto che hai la testa da altre parti ultimamente, una ragazza?”
Ecco ora voglio ufficialmente sprofondare sotto la tovaglia del tavolo e scappare via.
“No signore.” Dice lui sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi, così innocenti.
“Eppure sei un così bel ragazzo.”
No mamma, figurati, affonda il coltello nella piaga quanto vuoi che io nel frattempo sto morendo dentro.
“Grazie ma non ho ancora trovato quella giusta.”
Per quanto quelle parole so che le sta dicendo per non far trapelare nulla, mi feriscono lo stesso. Vorrei potermi alzare far vedere a tutti che lui la ragazza giusta ce l’ha e sono io, seduta proprio di  fronte.
“Be potresti sempre uscire con Nevaeh, magari ti fa conoscere qualche sua amica.”
Continua mia madre.
Certo è proprio quello che faremo.
“Mamma per favore.” Sibilo tra i denti e le poso una mano sul polso. Deve smetterla sta mettendo in imbarazzo sia me che lui, nonostante Lando sembra sia piuttosto divertito dalla scena.
“se volete scusarmi devo andare.” Dice il pilota dopo aver posato una mano sulla spalla di Andrea.
“È stato un piacere conoscerti Nevaeh.” Mi passa dietro le spalle e per un secondo il suo profumo mi manda in estasi, come aveva fatto la sera prima.
Non dico nulla, non sono poi così brava a mentire, anche perché quel ragazzo lo conosco fin troppo bene.


La gara terminò sotto la pioggia proprio come era iniziaa. Lando era arrivato secondo mentre il pupillo di mio padre  primo come era successo più volte, perez, invece terzo e finalmente aveva dimostrato a tutti quanto valesse e quanto potesse dare alla scuderia. Ero felice per entrambi,  non poteva andare meglio.
Ero andata a festeggiare sotto al podio il mio migliore mio ed il pilota McLaren, nonostante non potessi farmi vedere in sua presenza davanti agli occhi di tutti. Avevo iniziato a capire che questa situazione non sarebbe durata a lungo. Quando Lando era passato davanti a me senza degnati neanche di uno sguardo, mentre io avevo cercato il suo durante tutto il tempo in cui mi trovavo sotto al podio. Quando la premiazione finisce inizio a camminare lungo la pit lane diretta verso l’uscita dell’autodromo.
“Nevaeh!” vengo raggiunta da Charles che aveva appena finito le interviste
“Hey” Mi giro verso di lui che, una volta arrivato al mio fianco, posa due baci sulle mie guance.
“Come stai?”
“Bene, tu? Felice del risultato?”  la gara del monegasco non era finita nel modo migliore, era arrivato solo settimo riscontrando diversi problemi alla sua vettura
“poteva andare meglio ma si fa quel che si puo” alza le spalle mentre iniziamo a camminare lungo la pit lane. “Ti vedo strana in questi giorni, in realtà non ti ho più vista dopo la serata in discoteca.”
“Si è che..” cerco di trovare una risposta adeguata da dargli mentre diversi giornalisti fermano il pilota per chiedergli qualche foto, lui li accontenta prima di portare la sua attenzione su di me.
“Nevaeh?” inclina la testa di lato. Il suo sguardo sembra quasi preoccupato. Forse qualcuno deve sapere la verità dato che ultimamente tutti stanno iniziando a preoccuparsi per la mia salute
“Io..” trascino il pilota monegasco per un braccio dietro ad un treno di gomme, almeno lì non ci avrebbe visti nessuno. “Io e Lando ci stiamo iniziando a vedere, la cosa deve però rimanere nascosta se mio padre lo scoprisse sarebbe la fine, mi rimanderebbe in Inghilterra da mia madre per la fine delle vacanze estive.”
Lui è sorpreso da quelle parole, i suoi occhi si spalancano appena.
“tu e lando?” Chiede come se dovesse ancora cercare di razionalizzare la cosa “avevo visto qualcosa in discoteca ma non ero poi così sicuro, sei stata tutto questo tempo chiusa in camera con lui?”
“No.. solo ieri sera.”
“ed immagino che non siate rimasti a guardarvi negli occhi”
Scuoto la testa ed abbasso lo sguardo. Adesso che gliel’ho detto sento come se avessi un peso in meno sulla coscienza ma allo stesso tempo ho paura che quella notizia possa iniziare a circolare più velocemente di quanto pensi.
“Nevaeh, hey” Mi alza lo sguardo posando un dito sotto al mio mento.  I nostri sguardi si incontrano lui prova quasi compassione nei miei confronti, sa quanto è difficile essere figlia di Chris Horner soprattutto quando ti piace un pilota. Ho dovuto rinunciare più volte anche solo ad avere degli amici là dentro, di Charles era sempre stato geloso per non parlare del fatto che non potevo neanche avvisarmi ad un pilota Mercedes senza che mio padre facesse una scenata plateale davanti a tutti. “Vedrai che  tuo padre capirà, ha solo bisogno del suo tempo. Non lasciare che questo rovini quello che state costruendo tu e Lando, anche lui è molto preso da te e si vede, non ti lascerà andare così facilmente.” Cerca di rassicurarmi
“È così difficile non potergli stare accanto quando vorrei solo abbracciarlo, complimentarmi per la gara. Oggi si è comportato come un estraneo con me davanti ai miei genitori, io volevo solo alzarmi in piedi e dire a tutti quello che sentivo.”
“devi dargli il suo tempo. Noi siamo controllati sempre dai giornalisti, sta cercando il modo per non mettere in difficoltà né lui né te.” Mi passa una mano tra I capelli, un gesto quasi fraterno che mi chiedo come mai non abbia passato più tempo con lui negli ultimi anni. È una persona che ti ascolta e ti rassicura nonostante lui abbia altri pensieri per la testa, come una gara andata male.
“Adesso andiamo non vorrei che Lando si ingelosisca perché sei stata troppo tempo sola con me.” Mi sorride poi prende la mia mano ed usciamo da quel nascondiglio ma, proprio mentre usciamo, il click di una macchina fotografica ci coglie alla sprovvista.
“ lei è la tua nuova ragazza?” Chiede un giornalista portando un microfono sotto il viso di Charles, che ha ancora un espressione sorpresa sul volto. Non riesce a dire niente, io neanche, stiamo ancora provando a razionalizzare il tutto.  Quel semplice scatto avrebbe portato più problemi del previsto sia con mio padre che con Lando. L’idea di averlo perso si fa largo nella mia mente mentre tolgo la mano da quella del pilota con il numero 16.
Il danno era fatto adesso dovevamo solo aspettare la notizia e cercare un modo per giustificare il tutto e renderlo credibile.


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