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Nevaeh
La gara arrivò come un fiume in piena pronto a travolgere tutto il team Redbull. Io non ero pronta a sopportare un'altra festa di celebrazione per Max così, come per le qualifiche, mi ero rinchiusa nell'hospitalites, l'unico posto in cui mi sentivo protetta lontana da lui e soprattutto da mio padre il quale non avrebbe aspettato un secondo per osannare il suo pupillo. Mi rendevo conto che forse in quei giorni avevo trascorso davvero poco tempo con lui, tempo che oggettivamente mi mancava. Mi mancava parlargli di me e dell'università, delle mie esperienze e di quel ragazzo di di nome Lando che aveva catturato la mia attenzione. Sapevo però  che farlo non sarebbe servito a niente perchè non mi avrebbe mai dato il permesso di uscire con lui ne ora ne mai. Era di un team rivale e lui era sempre super protettivo nei miei confronti.
Mi accomodo sul solito divano in pelle, spero che questa volta la ragazza di Max non abbia il coraggio di presentarsi, magari è troppo impegnata a farsi bella per lui e far passare me come una povera sfigata che è lì solo grazie a suo padre.
Quei pensieri mi affollano la testa mentre la gara inizia, Max prende subito possesso della prima posizione seguito dalla macchina del pilota McLaren. Perez è dietro di loro e, per quanto ci provi a salire in seconda posizione, Lando non gliela dà vinta.
È più bravo del previsto.
La cosa mi rende stranamente felice. Non pensavo avesse tutto questo coraggio da tenere testa a Perez.
Dopo interminabili minuti di inseguimento tra le vetture finalmente la gara si conclude lasciando me soddisfatta del risultato che ha portato il team di mio padre e del secondo posto di Lando. Vorrei andare a vedere la premiazione, la voglia di rivederlo  mi assale, eppure andare lì significherebbe sentire il centesimo inno olandese e festeggiare Max.
Non se lo meritava.
Quando la situazione torna alla normalità, e le celebrazioni sono finite, riesco ad uscire da quel nascondiglio prima che tutto il Team arrivi per  una delle loro solite riunioni post gara, non avevo proprio voglia di assistere e sentirmi un pesce fuor d’acqua perché non capivo di cosa stessero parlando.
Esco dalla porta a vetri e noto davanti a me, Max. Per quanto io abbia voluto evitarlo lui mi ha trovata e mi rivolge un sorriso mentre tiene stretto il suo nuovo trofeo.
“non vieni a complementarti con tuo padre?”
“Lo farò con i miei tempi” cerco di dileguare la sua domanda e allontanarmi il più possibile da lui, ma non è così facile.
“Neanche a me dici niente?”
“Bel trofeo.” Sicuramente non è quello che si vuole sentire dire, lo noto dal suo sguardo che si fa più cupo
“Mi aspettavo di meglio da te, quando vincevo le gare ricordo che ci divertivamo proprio qua dentro.” Indica con un cenno del capo l'hospitalites al suo fianco.
Già ogni volta che la gara andava bene io e lui ci chiudevamo là dentro, era l’unico luogo in cui io e Max potevamo stare, per qualche minuto, lontano da tutti. Ricordavo le sue mani sul mio corpo ed il sesso selvaggio dopo ogni gara come se lui non avesse appena affrontato un gran premio.
Ma i tempi erano cambiati, io ero cambiata. Non ero più la ragazza che gli correva dietro e non sottostavo più ai suoi ordini. Oramai io decidevo per me e la mia decisione di lasciarlo era sicuramente la migliore che potevo prendere.
“Non si torna indietro Max, neanche tu puoi farlo. ora, se vuoi scusarmi, ho altro da fare.” Gli volto le spalle e mi incammino verso l’uscita dell’autodromo passando tra i camion degli altri team.
Carlos mi saluta con una mano accanto a lui c’e anche Charles ed un altro ragazzo che da poco avevo iniziato a conoscere. Lando è lì con loro con la tuta abbassata e la sua maglietta nera con gli sponsor.
Devo dire che gli dona particolarmente.
Per un secondo vorrei fare finta di non averlo visto, sono troppo agitata da quello che è successo prima con Max per poter sostenere una discussione normale. In più dovrei presentarmi a Lando, ottimo modo per farlo così mi scambierebbe per una pazza fuori di sé.
“Nevaeh”  dice Charles una volta arrivata alla loro altezza. Mi abbraccia ed io ricambio poi saluto anche Carlos. Una volta finito il giro dei saluti credo che sia arrivato il momento di presentarmi anche al terzo pilota ma non lo faccio, lo guardo senza dire niente. I suoi occhi chiari mi scrutano. Sembrano gentili ma allo stesso tempo non posso fare a meno di notare la malizia che li illumina mentre percorrono il mio corpo. Sento le gambe farsi più molli, ho quasi paura di cadere in avanti davanti a tutti, sarebbe stato sicuramente divertente per loro.
“Sono Lando Norris” è lui a presentarsi dopo quell’interminabile silenzio.
“Nevaeh Horner, sei tu quello che ha tenuto testa a Perez?” Chiedo indicando con un cenno del capo la pista alle nostre spalle
“Si, ma data la tua maglietta non dovresti esserne così felice.”
Già perché per l’occasione avevo deciso di indossare una delle polo Redbull data da mio padre. Per lui era importante che si vedesse che facevo parte del team, soprattutto se era quello dove lavorava lui.
“Sono sempre felice quando un pilota dimostra quanto vale.” Gli sorrido e lui ricambia, un sorriso perfetto ed ecco di nuovo quelle due fossette che comparivano, le stesse che avevo visto il giorno prima.
“adesso, se volete scusarmi, meglio che torni prima che mio padre mi dia per dispersa.” Poso una mano sulla spalla di Carlos “ci vediamo stasera.” I due piloti ferrari annuiscono mentre Lando torna a non dire niente, solo i nostri sguardi si incontrano, di nuovo. Questa volta però non mi sorride, si morde solo il labbro come se si stesse trattenendo dal fare qualcosa ed io lo noto. Rimango qualche secondo a guardarlo prima di andare via è così difficile allontanarsi da quel ragazzo.

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