Nevaeh
Il gran premio di Suzuka era oramai alle porte, il rombo dei motori e l’odore di benzina che ti impregnava le narici ne erano la prova. Nel box redbull erano tutti frenetici, più del solito. La tranquillità che si respirava tutte le volte che Max faceva la pole, come se avesse già la vittoria in tasca, era stata spazzata via. In quel gran premio ci saremo giocati il titolo costruttori e mio padre aveva passato la notte in bianco per poter cercare di portare a casa quel titolo. Come biasimarlo? Tutti avrebbero fatto di tutto per poter rendere la propria scuderia prima nel mondiale.
Il gran premio inizia poco dopo, lo guardo dal box Redbull con un paio di cuffie ben piantato sulle orecchie così da evitare di giocarmi un timpano. Anche se, oramai, avevo perso le speranze di non portare un apparecchio acustico tra qualche anno.
“cosa ne pensi?” mia madre sbuca dietro alle mie spalle come un fantasma. Effettivamente non l’avevo vista in quei giorni, non si era presentata neanche all’intervista, sapevo che ci sarebbe stata ma la sua presenza era passata inosservata.
“Credo che ce la faremo, mi preoccupa Perez.”
Indico lo schermo davanti a mia madre così da farle notare la posizione di Perez il quale, pochi istanti dopo, è costretto a rientrare ai box per un guasto alla macchina. Ma come se non bastasse la Fia decide di attribuire al pilota Messicano altri cinque secondi di penalità. Sembra proprio che la gara non giochi a suo favore, perché pochi giri dopo è costretto a ritirare la macchina. Mio padre non è contento, anzi, lo sguardo che gli rivolge è severo, spaventa anche me a dir la verità. Il pilota Messicano sembra provenire da un'altra scuderia, una inferiore rispetto a quella dove corre il campione del mondo. So perfettamente che Perez sente quella responsabilità gravargli sulle spalle, ma se non porta ottimi risultati verrà sbattuto fuori e non voglio che gli succeda questo.
Quando scende dalla vettura non mi degna di uno sguardo, si ritira dietro al muro con la scritta Redbull insieme al suo preparato atletico. Dovrà sicuramente dirgli qualcosa per tranquillizzarlo.
“cavolo.” Dico a bassa voce ma mia madre, come se fosse dotata di un super udito, mi sente.
“Dispiace anche a me, chissà cosa gli prende.”
“È difficile capirlo, il confronto con Max o semplicemente sta perdendo fiducia in noi.”
“perché dovrebbe farlo? Tuo padre l’ha sempre trattato alla pari di Max.”
Mi giro verso di lei, il mio sguardo basta a farle capire che ha torto e subito dopo tace.
“Sai che non è così.”
Le volto le spalle e vado nella direzione in cui avevo visto scomparire Perez poco prima. Busso alla porta aspettando che la sua voce mi dicesse di entrare.
È seduto su un lettino davanti a lui il suo preparato atletico.
“hey.”
“puoi andare, grazie.”
Il suo preparatore esce dalla porta dalla quale ero entrata poco prima.
“come ti senti?”
Prendo posto accanto a lui sul lettino.
“Un pesce fuor d’acqua, non ho contribuito affatto al titolo costruttori quest’anno, mi tengono qui solo per pietà. Aspettano che mi ritiri definitivamente di mia iniziativa.” Alza le spalle e non posso non notare l’amarezza che accompagna ogni sua parola
“lo sai che non è così. Max è Max ma tu hai portato degli ottimi risultati.” Poso una mano sulla sua spalla cercando di infondergli un po’ di coraggio “tu sei un gran pilota, è merito tuo se Max è diventato campione del mondo, è merito tuo se la Redbull porterà a casa questo titolo.”
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Horner
ChickLit"Se sei la figlia di Chris Horner la tua vita non è come le altre. La competizione ti scorre nelle vene ed il tuo mondo è fatto di macchine, campionati ed essere portata in giro per il mondo come se fossi un pacco mentre tua madre rimane a chilometr...