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Nevaeh

Era tutto  finito, quel sogno ad occhi aperti era giunto al termine.
Perez aveva deciso di accompagnarmi all’aeroporto, un ultimo saluto prima dei lunghi lunghi mesi che ci avrebbero separati.
Non mi ero opposta, avevo bisogno di vederlo almeno un ultima volta, anche se al mio fianco avrei preferito qualcun altro.
Mi sentivo completamente a pezzi, la mia felicità distrutta dalla stessa persona che pensavo potesse rendermi felice. Pensavo di aver costruito qualcosa con lui in tutti questi mesi ma mi ero illusa, cosa che   era già successa con Max e con altri prima di lui.

Sembrava che nel mondo nessuno avesse il coraggio di amarmi per la persona che ero, forse per il mio carattere troppo forte o semplicemente perché nessuno riusciva a capirmi.

Il van nero marchiato Mercedes si ferma davanti al jet privato di mio padre. Sarei tornata in America da sola, infatti i miei genitori sarebbero partiti insieme per il gran premio seguente qualche giorno dopo.

Sospiro mentre apro lo sportello.

L’aria fresca mi accarezza il viso, mi sveglia date le poche ore di sonno che avevo. Già perché la sera prima ero rimasta tutta la sera insieme agli impiegati Redbull e mio padre. Inoltre, quando ero rientrata nella mia camera, i miei occhi non volevano saperne di addormentarsi, sarà stato per i troppi pensieri su Lando che affollavano la mia mente.
“Sei pronta?”  

Mi chiede Perez.

Non rispondo, annuisco e basta. 

Volevo rimanere insieme a lui ancora,  stare insieme al mio migliore amico,  soprattutto durante quella stagione così difficile per lui. Ma nella vita avevo imparato a capire quali erano le mie priorità ed in quel momento veniva prima il mio futuro, la mia carriera. Una volta entrata in Redbull non avrei più dovuto dirgli addio, sarei stata sempre al suo fianco ad ogni gran premio.
Prima il dovere e poi il piacere.

Scendo dalla vettura diretta alla scaletta dell'aereo già aperta,  con la mia valigia.

Non si può tornare indietro, riavvolgere i giorni e sperare di tornare a quando le cose andavano bene, quando ero felice. Quando eravamo felici.

Già, perché non ero da sola. Avevo un ragazzo al mio fianco che pensavo potesse regalarmi un futuro migliore, ma aveva rinunciato a me ed era giunto il momento che io metabolizzassi il tutto. “È meglio così, stare un po’ lontana da questo mi servirà per dimenticarlo.”

“Hai ragione ma..”

Viene interrotto dal rumore di un secondo Van Mercedes che si ferma proprio davanti all'aereo.

“ Gli altri ti volevano salutare, ho provato a dirgli che tu non volevi vedere nessuno ma hanno insistito.”

Prima che io possa dire qualcosa  dalla vettura scendono Carlos, Charles, Max e, con mia grande sorpresa, Lando. L’unico che avrei voluto evitare. Lui ed il monegasco. Entrambi erano stati una bella accoppiata per mandare in cortocircuito il cervello.

“cosa ci fa lui qua?” Chiedo a bassa voce così che solo Perez possa sentirmi
“Ha insistito.” Dice con fare indifferente, come se il rivederlo non scatenasse in me una tempesta di emozioni date dalla rabbia e la felicità che provavo nel rivederlo.

Carlos corre nella mia direzione e, prima che possa dire qualcosa, mi stringe in un abbraccio lasciando cadere la mia valigia a terra.

“Mi mancherai” sussurra tra i miei capelli e sono sicura che per un istante i miei piedi non toccano più il suolo.

“anche tu” lo stringo a me in un abbraccio che dura più tempo del previsto, poi mi lascia andare.

Max è il prossimo che mi stringe a sé. Per un istante sento che tutto l’astio è andato via, siamo solo dei buoni amici, compagni di squadra se cosi si può dire. In un futuro sicuramente lo saremo stati.

HornerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora