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Nevaeh

Quando arrivo Perez è già lì che mi aspetta, forse impaziente di quello che devo dirgli. Il problema è che non saprei neanche io da dove cominciare. 

Sembro una pazza vista da fuori. 

Ero felice di essere tornata finalmente tra le braccia di lando ma, dall’altra parte, non avevo più voglia di nascondermi e dare in pasto alla gente la storia che io e Charles stavamo insieme. Come mi aveva detto mio padre nessuno l’aveva smentita ed oramai ero stata etichettata in quel modo, sarebbe stato difficile convincerli del contrario.

“Hey” alza una mano per farsi notare non capendo che l’avevo già visto dieci metri prima, inconfondibile con la sua maglietta Redbull

“Messicano.” Presa dall’entusiasmo corro verso di lui per abbracciarlo. Lui mi stringe a sé come se non mi volesse far andare via di nuovo. Alla fine mi era mancato averlo vicino, nonostante ci sentissimo sempre quando non era impegnato tra allenamenti e riunioni.

“Come stai?” Mi chiede una volta che ho preso le distanze.

“È di questo che ti volevo parlare.” Metto le mani dentro le tasche dei  pantaloni ed inizio a camminare fuori dal paddock club, lui mi segue, mentre entriamo nel parcheggio. 

“Mi preoccupi quando fai così lo sai vero? Dovresti essere un esplosione di felicità ed ormoni impazziti invece sei qui a piangerti addosso.”  Sospira. 

Oggettivamente aveva ragione, neanche io riuscivo a capire il mio stato d’animo ed il mio repentino cambio di umore. Sembro una donna in menopausa.

“Fidati, lo sono stata ma..” questa volta sono io a sospirare mentre mi fermo davanti alla McLaren P1 del mio migliore amico. Poso le spalle contro la carrozzeria 

“Se le fai un graffio poi ti faccio piangere io.” Guarda con attenzione che alla sua vettura non succeda niente, la tratta come se fosse la sua fidanzata.

Piloti.

“Stai tranquillo, ora, se vuoi scusarmi, sono qui per parlare di altro non della tua macchina.” Il mio tono cerca di farsi più severo ma non ci riesco, Perez ha un viso così simpatico che è impossibile arrabbiarsi con lui. “Diciamo che quando siamo usciti dal paddock McLaren una folla di giornalisti ci ha accerchiato, erano tutti su Lando fino a quando non mi hanno vista. Mi hanno chiesto se fossi la ragazza di Charles e cosa ci facessi con lui. Lando non ha smentito nulla, mio padre ha detto che sarà difficile convincerli del contrario.”  

Perez si avvicina posandosi anche lui sulla macchina. Lo rimprovero con lo sguardo ma fa spallucce, evidentemente deve solo rimproverare me dei possibili danni alla sua carrozzeria, se mai li avessi fatti. “Sicuramente poteva dire una volta per tutte che tu sei la sua ragazza invece di continuare questa tragedia greca.”  

“Lo penso anche io, ma la sua addetta stampa ha fissato una conferenza stampa a suzuka e dice che fino a quel momento noi rimarremo nell’anonimato.” Sospiro di nuovo. Devo cercare di reprimere la rabbia che sento  sormontarmi dentro come un cavallo impazzito “Insomma se io voglio stare davvero con una persona e ho aspettato così tanto lo direi subito a tutti.”

Niente l'autocontrollo io non so proprio cosa sia perché quelle parole quasi le urlo dentro quel parcheggio desolato.

“Nevaeh lui vuole stare con te ma è più difficile del previsto. Non possiamo dire a tutti sempre cosa proviamo per qualcuno, dire tutto sulla nostra vita privata così dal nulla. Anche per mia moglie non è stato facile all’inizio. Vivevamo all’oscuro di tutto e tutti, abbiamo aspettato mesi fino a quando non le ho xhiesto di sposarmi. Ci vuole pazienza e per quanto tu voglia trasgredire alle regole noi non possiamo.” Mi guarda spostando una ciocca di capelli che mi era ricaduta sul viso

“Si ma tua moglie non veniva considerata la ragazza di Charles per poi farsi trovare in giro con un altro ragazzo. Mi prenderanno per…”

“ti accetteranno per quella che sei.” Mi interrompe cercando di tranquillizzarmi “Non devi basarti su quello che diranno alle tue spalle, anzi,  tutto quello che scriveranno su di voi vi darà la forza di attraversare tutto insieme. Credo che tu abbia paura della conferenza stampa a Suzuka, se può tranquillizzarti verrò con te.”

Gli sorrido come per ringraziarlo non solo delle parole confortanti ma anche del suo talento nel capirmi al volo.  Più volte c’era bastato solo uno sguardo per capire che qualcosa non andava, adesso aveva capito che avevo paura di avere le telecamere addosso e difendermi da tutte le accuse che avrei dovuto subire da parte dei tabloid. Ma come mi ero sempre ripromessa io e Lando saremo stati più forti anche di questo.

“Adesso, se non ti dispiace, ti dico due cose.” Si allontana dalla macchina posizionandosi proprio davanti a me “uno togliti immediatamente dalla mia auto, due ti conviene andare da tuo padre prima che ti rispedisca dritta dritta in Inghilterra.”

Il suo tono non ammette repliche. Così mi allontano dalla macchina e mi avvicino a lui per abbracciarlo.

“grazie Messicano.”  

Lui ricambia posando un tenero bacio tra i miei capelli. Poi mi lascia andare ed io so perfettamente dove, da mio padre per salutare Lando prima di ripartire per un altro gran premio. Uno di quelli importanti non  solo  per la Redbull, che potrebbe vincere il titolo costruttori, ma anche per la mia relazione.

HornerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora