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Luna's POV

Luna's POV

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Giorno 17

Alla fine mi sono divertita davvero con gli amici di Tyler, sono simpatici ed hanno sempre cercato di coinvolgermi. Gli sono veramente grata per non avermi mai fatto sentire sbagliata, fuori posto o troppo malata per stare con loro e divertirmi. È qualcosa che a Tyler non riesce bene, e non perché mi fa stare male o mi fa sentire sbagliata; semplicemente mi dà così tante attenzioni - di cui io avevo bisogno - che allo stesso tempo mi fa sentire come se non riuscissi a cavarmela da sola. È vero che senza di lui probabilmente sarei morta adesso; Tyler mi sta dando un motivo per svegliarmi ancora la mattina e sperare che sia una giornata migliore. Ma è come se Tyler fosse troppo apprensivo, come se avesse paura che io mi rompa da un momento all'altro, e questo mi fa sentire in dovere di non rompermi per lui, per non deluderlo, per non spezzarlo. Devo solo aspettare, resistere finché il patto finirà e dovrò cacciarlo dalla mia vita, dovrò ferirlo per forza con la mia assenza per non spazzare via ogni briciolo di vita dal suo corpo con la mia morte. Lui non dovrà saperlo, per il momento in cui me ne andrò lui dovrà odiarmi a tal punto che non vorrà saperne di me. Non voglio che accetti tutto, ho bisogno che il suo odio sia maggiore dell'affetto che prova per me, perché solo così potrà dimenticarsi della sua Afrodite; per lui tesserò inganni fino alla fine.

«Smetti di ignorarmi e mi dedichi un po' della tua attenzione?» domanda Tyler, che interrompe la mia lettura.

Distolgo lo sguardo dal libro e lo chiudo, facendo segno di sedersi vicino a me sul letto. Lui fa come indicato ed apre la tenda, dando un'occhiata fuori.

«Cosa vuoi?» domando ironicamente, avvolgendo timorosa le braccia intorno al suo collo per dargli un bacio sulla guancia.

«Attenzioni» bisbiglia, come se fosse offeso.

«Oh, il cucciolo ha bisogno di affetto» mi sdraio con lui addosso, che poggia la testa sulla mia spalla e mi stringe a sé. «Leggi sempre, mi ignori...»

«Non ti sto ignorando più» ridacchio, prima di sospirare mentre passo una mano tra i suoi capelli.

Spero che dalla mia spalla non riesca a percepire il mio cuore battere forte. Voglio tanto bene a Tyler, non voglio che capisca che mi fa bene, ho paura che possa scusarsi ancora una volta. Sono io a sbagliare, è sbagliato quello che sento e devo reprimerlo ad ogni costo, devo costringere me stessa a credere che sia una cosa brutta.

«A che pensi?» mi chiede, alzando la testa per poggiare il mento dove prima poggiava la guancia.

«Nulla, è solo... forse strano, questo» lo so che capisce che sto parlando di noi, perché si alza improvvisamente dal mio corpo e si mette seduto, guardandomi serio.

«Mi dispiace, non pensavo ti desse fastidio» mi siedo anche io. «Non ho detto questo, Ty. Non mi dai affatto fastidio»

Tyler si distrae a guardare fuori dalla finestra, e diventa improvvisamente più serio di prima. Fissa qualcosa sul viale prima di alzarsi dal letto, mettendosi di frette le scarpe.

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