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Luna's POV

Ho ormai rinunciato all'arrivo di Tyler quando Marianne ci chiama per la cena, sono le otto di sera e JJ ha il morale sotto i piedi, perciò decido di sedermi accanto a lui anche per distrarmi

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Ho ormai rinunciato all'arrivo di Tyler quando Marianne ci chiama per la cena, sono le otto di sera e JJ ha il morale sotto i piedi, perciò decido di sedermi accanto a lui anche per distrarmi. Cerco di non pensare alla delusione data da Tyler, ed accarezzo il braccio del ragazzo dai capelli rossi, che nell'ultimo mese è diventata l'unica persona di cui mi fido qui dentro.

Ho conosciuto tutti, e non sono riuscita ad instaurare un rapporto con nessuno di loro eccetto JJ. Per le prime due settimane ho pensato fosse colpa mia, ma anche JJ mi ha fatto notare di quanto specialmente le ragazze siano scortesi con me, delle occhiatacce che mi fanno ogni giorno e degli spintoni che mi danno ogni volta che ne hanno occasione. Non riesco proprio a capire cosa io abbia fatto loro, perché sono sempre stata sulle mie, ho mangiato quando dovevo, ho svolto le attività e sono sempre stata gentile con loro. Ovunque io vada, riesco a guadagnarmi l'odio delle persone che mi circondano, esattamente come nella mia squadra di pallavolo. Mi mancano tantissimo le mie compagne, specialmente perché nell'ultimo periodo le cose sembravano andare meglio, ma soprattutto mi manca giocare a pallavolo. Giocare con Cole l'altro giorno in spiaggia è stato bellissimo, ne avevo davvero bisogno ed è stato liberatorio; ma mi sono anche resa conto che con lo stile di vita che conduco non sono pronta a ritornare ad una vita frenetica da atleta, non ancora almeno.

Il motivo del cattivo umore di JJ è che oggi ci hanno pesato, lui è qui da tre mesi ed ha perso un altro chilo. Marianne gli ha detto che è sul filo del rasoio, un chilo in meno e ritorna in ospedale. JJ in fondo è ancora piccolo, ha appena diciott'anni ed è molto fragile. Mi ha raccontato un po' di sé, di suo padre che in passato picchiava la madre, del bullismo subito e del suo disturbo alimentare sorto quando aveva dieci anni circa. Non ha avuto belle esperienze anche nei suoi passati ricoveri, passa continuamente da ospedali a strutture per poi tornare sempre indietro, al punto di partenza; è quasi come se facesse di tutto per non tornare a casa sua, e non lo biasimo per ciò, ma così si sta recando troppo danno. Ha dei buoni amici, ma in prima persona so anche io che questo non basta quando hai dei problemi più grandi di te.

«Psst» lo richiamo sottovoce, mentre tiene il mento poggiato sulla sua mano. Non risponde, mi guarda soltanto per avvertirmi che ho la sua attenzione.

«Dopo cena ci mettiamo in giardino e giochiamo a dama, che ne dici?» propongo, ma lui scuote il capo «Allora facciamo gossip?» ritento, dandogli una leggera gomitata sul fianco che lo fa sorridere appena. «Okay»

Sorrido soddisfatta e porto la mia attenzione sulla ciotola di fagiolini e patate che hanno messo sul tavolo, mentre Marianne ed Alex poggiano una fetta di pollo panato sul piatto di ognuno di noi. Sento sollevarsi alcune lamentele dalle ragazze di fronte a me, mentre JJ al mio fianco esulta: è una delle cose che ama mangiare di più, nonostante tolga un po' di mollica, perciò sono felice che dopo la brutta giornata sia proprio il cibo a restituirgli un po' di gioia.

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