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Tyler's POV

Tyler's POV

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Giorno 3

Luna anche oggi sta giocando poco e niente. Le sue compagne continuano a spingerla via ogni volta che cerca di prendere la palla, le urlano addosso ed ignorano ogni cosa che dice Luna. Vorrei strappare i capelli ad ognuna di loro, soprattutto a Callie. Scommetto che quello che le ha detto ieri ha ferito Luna più del dovuto, e vorrei davvero sapere che cattiveria le ha detto; purtroppo, conoscendola, so quanto male è in grado di fare. Mi chiedo come io abbia fatto a starci assieme.

Vorrei tirar fuori Luna dal campo ed abbracciarla forte, perché so che si sente morire dentro e so che qualcosa non va anche tra di loro in squadra. So che odiano Luna, per motivi idioti tra l'altro, ma il loro atteggiamento è pari a quello di bambine di due anni.

A metà partita, una pallonata in faccia fa indietreggiare Luna, che si copre il viso con le mani. Balzo in piedi e cerco di avvicinarmi, quando lei stessa si riprende ed esce dal campo, lamentando un malore al coach. Al posto suo entra una sua compagna, mentre Luna viene verso di me con fare scocciato ed il naso che sanguina.

«Hei, aspetta» la rincorro, mentre mette il borsone in spalla ed esce dalla palestra.

«Luna, ti ho detto aspetta» la afferro per il braccio, che è forse troppo esile per la mia forza; infatti si scosta rapidamente come se l'avessi scottata.

La guardo in faccia e non scorgo nessuna traccia di sofferenza, di rabbia. Non c'è nessuna emozione. Le labbra stirate in un'espressione apatica, gli occhi spenti sono fissi nei miei.

«Ti sanguina il naso, mettiamoci qualcosa».

«Va bene» risponde infastidita, frugando nel suo borsone fin quando non tira fuori un... tampax. Tira fuori un tampax e dopo averlo aperto se lo mette nel naso, lasciandomi a bocca aperta. «Adesso andiamo»

Non aggiungo altro e la seguo in macchina, volendo indagare di più sul suo umore. Non si è solo fatta male, scommetto che non è di certo la prima pallonata in faccia che prende.

«Luna, so che non ci conosciamo ancora bene e so che quello che hai nella testa è più grande di quanto tu riesca a spiegare, ma ho bisogno che tu mi dica cosa succede» passa qualche secondo in silenzio, lo sguardo fisso sulle sue unghie.

Forse ho esagerato, forse non è ancora pronta per dirmi cosa non va, forse non si fida di me ed il mio tono l'ha spaventata. O peggio, pensa che io sia arrabbiato con lei.

«Non sono arrabbiato con te, te lo giuro. Sono solo preoccupato» le poggio una mano sulla spalla, attirando la sua attenzione.

«Perché ti preoccupi per me, Tyler?» gli occhi colmi di lacrime «Tu ti... ti occupi di tutte le persone che salvi come fai con me? Perché io non credo proprio» si asciuga il volto, prima di togliersi il tampone dal naso con rabbia, imprecando per il dolore. Per fortuna non sanguina più.

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