22 (T)

151 5 0
                                    

☀️ 

Tyler's POV

Tyler's POV

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Giorno 26

«Come ti senti?» è la prima cosa che chiedo a Luna, non appena a rientro a casa.

È sveglia da un'oretta, o almeno così mi ha riferito Kayla. Mi ha tenuto aggiornato tutta la notte e questo non ha minimamente calmato la mia ansia; solo essere con lei mi avrebbe calmato, ma ha un aspetto cadaverico.

Kayla mi ha chiamato nel panico stanotte, e solo così ho potuto notare i mille messaggi che mi aveva mandato prima. Quando sono andato via di casa per andare al lavoro, ero già in ansia per Luna: l'avevo chiamata insistentemente per cenare, ma mi aveva risposto ancora mezza addormentata che aveva freddo e che voleva dormire. Mi sono arreso, le ho lasciato il mangiare sul comodino e prima di andarmene l'ho scoperta per poterle mettere una mia felpa addosso; con la maglietta larga, ho intravisto il suo petto ricoperto di lividi ed ho seriamente avuto paura del suo stato. Non è normale, lo so, e la scelta migliore sarebbe quella di portarla in ospedale, ma non me la sento di farle questo, non ora che tra di noi sembra andare meglio, non ora che la sto aiutando. Mi odierebbe, non mi perdonerebbe mai.

«Lavoro» borbotta, lasciandomi perplesso.

«Piccola, se mi dici cosa senti posso provare ad aiutarti» il suo sguardo è assente, sembra persa.

È avvolta da una coperta grigia, il viso affondato nel cuscino. È ancora molto pallida, ma so che Kayla l'ha fatta mangiare un po'.

Guardo mia sorella, seduta ai piedi del divano con sguardo preoccupato, mentre Ryan le accarezza una spalla.

«Sudava freddo, le ho controllato i battiti ed era tachicardica prima di svenire. L'ho fatta mangiare quando si è svegliata, ma da allora è come... in trance. Risponde a monosillabi, dice cose che non hanno senso o non parla proprio» spiega Kay, così riporto lo sguardo su Luna e mi accorgo delle sue labbra che tremano.

Le sfioro la guancia, nessuna reazione traspare. Non ho la più pallida idea di cosa io debba fare, non l'ho mai vista in queste condizioni e non so come comportarmi. Non è in sé, non è lucida, è come se non fosse più su questa terra.

La guardo per qualche istante «Dovremmo portarla in ospedale, Tyler. Non possiamo tenerla qui con noi in questo stato» sospira Kayla, ma io scuoto il capo. «Non posso farle questo, non mi perdonerà mai»

«Quindi tu pensi che sia meglio lasciarla morire qui piuttosto che darle aiuto? Cazzo Ty, sei davvero un idiota» Kayla si alza, parlando ad alta voce.

«Non la lascerò morire!» mi alzo anch'io, fronteggiandola.

Lei non risponde, leggo stanchezza e paura nella sua voce ed anche nei suoi occhi scuri.

Mi volto e scosto le coperte dal corpo di Luna, prima di prenderla in braccio e portarla in bagno con me. La faccio sedere sul WC, apro l'acqua calda in vasca ed esco dal bagno per prenderle dei vestiti puliti; quando rientro la trovo esattamente come l'ho lasciata: apatica, immobile.

Holding on to heartacheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora