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Tyler's POV

Tyler's POV

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Giorno 21

Mi sento in modo orribile, mi sento morire dentro per come ho trattato Luna; perché io lo so che sta solo soffrendo troppo, lo so che voleva che io la odiassi. Ma cazzo se mi ha ferito, mi ha accoltellato più e più volte scegliendo qualcosa di troppo sbagliato. Poteva chiamare me, poteva chiamarmi nel cuore della notte ed anche se in servizio avrei trovato un modo per starle vicino. Farei di tutto per lei, ma lei cosa farebbe per me? Non ci ha pensato due volte prima di cacciarmi via. Io le ho dato spazio quando l'ha chiesto, sostegno anche quando non lo voleva ed amore incondizionato di cui lei aveva veramente bisogno. Ciò che ho avuto in cambio è stato il suo cuore, dei piccoli passi, e poi solo rifiuti su rifiuti. Ho paura che non sia come diceva suo padre, temo che sì Luna mi voglia bene, ma che questo per lei non sia sufficiente. Temo che non ci sia altro a legarci, temo che l'amore non basti a salvarla. Io non sono più abbastanza, ed ho dovuto lasciarla andare. Con il cuore in mille pezzi, l'ho lasciata andare sperando che non facesse nulla di azzardato, che non si facesse del male; ma in cuor mio lo sapevo che avrebbe combinato qualcosa.

I suoi genitori mi hanno chiamato più volte, e mi sono costretto a non rispondergli perché ho chiuso con lei, non merito ciò che mi ha fatto e non deve più importarmi di lei. Sto imponendo a me stesso di odiarla come voleva, ma mi sto solo autodistruggendo senza di lei.

Chiaramente non riesco a smettere di pensare a lei, non ho dormito tutto il giorno ed ho solo torturato mia sorella con i miei sfoghi. Al lavoro ho pregato di non vederla per strada fare altre cazzate, e per fortuna non ho avuto nessuna chiamata di allerta dai miei colleghi. Sto solo pregando che sia al sicuro sotto le sue coperte, anche se non dovrebbe importarmi, anche se cazzo, devi odiarla Tyler.

«Che ci fai sveglia a quest'ora?» mi levo la giacca, entrando in casa.

Kayla sta guardando un film sdraiata sul divano, l'aria addormentata. Sembra non abbia proprio dormito.

«Non avevo più sonno» bugiarda, ma ce l'ha con me per come ho lasciato Luna e quindi non obietto.

Sospiro pesantemente e la lascio perdere, andando in camera mia per cambiarmi. Rimango in boxer, chiudo la pistola in cassaforte e mi chiudo in doccia.

Non so quanto tempo passo a crogiolarmi sotto l'acqua bollente, che stavolta non riesce a sciogliere i miei nervi. Ho avuto una notte noiosa, lenta, dolorosa per i ricordi di quella mattina. Il mio fottuto mondo ha cominciato a ruotare intorno a Luna, ed ora che dovrei odiarla, adesso che non posso più far parte della sua vita, il mio mondo ha smesso di ruotare. Si è fermato nelle quattro pareti della stanza di Luna, tra le mie lacrime e le sue urla.

Tutto si è rotto dal momento in cui l'ho baciata, nel momento in cui ho deciso che potevo mettere da parte il mio bisogno di salvarla per dare più spazio al bisogno di baciarla, perché sono caduto in un fottuto tranello e mi sono innamorato di lei; adesso non ho vie di scampo, perché questa lontananza per me equivale ad una rottura, una rottura più dolorosa di una qualsiasi. Questa è una rottura di qualcosa che non è mai esistito davvero, non per lei almeno. E fa più male, fa più male perché non riesco ad odiarla, non posso sopportare l'idea che non mi voglia più nella sua vita per della fottuta ecstasy, per una felicità falsa che io avrei voluto e potuto darle se avesse scelto me. Fa più male perché non riesco a smettere di pensare a lei, a cosa possa star facendo, se ha mangiato, se si è fatta del male, se mi pensa, se le manco, se è pentita almeno un po' o se, nel peggiore dei miei scenari, stia considerando nuovamente l'idea di andarsene da questo mondo. Ed io prego che non sia così, che ritrovi in sé la forza di lottare, di chiedere aiuto e magari andare in terapia, qualcosa che può davvero servirle.

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