Capitolo 14 - Lisa Owens

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Capitolo 14 - Lisa Owens



A volte, mentre cammini per New York (probabilmente dappertutto, ma soprattutto a New York perché è affollatissima) vedi quella gente, tipo uomini in sedia rotelle con monconi di gambe che arrivano al margine della sedia o gente com bruciature sulla faccia. Forse hanno perso le gambe in guerra o qualcuno ha tirato loro addosso dell'acido.

Non ci ho mai pensato seriamente. Se l'avessi fatto quando ero normale, avrei pensato solo al modo per passargli accanto senza che mi toccassero. Mi disgustavano.

Ma adesso non faccio che pensare a loro, a come puoi essere normale, anche bello, e poi l'attimo dopo può capitare qualcosa che ti cambia. Puoi restare infortunato a vita. Diventare un mostro.

Io sono un mostro e, se avessi ancora cinquanta, sessanta, settant'anni davanti a me, li passerei da mostro per colpa di quel minuto in cui Kendra mi ha fatto l'incantesimo per punirmi di ciò che avevo fatto.

La cosa buffa dello specchio è che, dopo averlo scoperto, è diventato un'ossessione. All'inizio cerco tutti i miei amici (ex amici, come dice Kendra), beccandoli nei momenti più strani: coi genitori che li sgridano, mentre si soffiano il naso, nudi, o semplicemente mentre non pensano a me.

Guardo anche Sloane e Trevor. Stanno insieme, sì, ma Sloane ha anche un altro fidanzato, un tizio che non va alla Tutte. Mi chiedo se tradisse anche me.

Poi comincio a guardare altra gente. Inizio prendendo l'annuario della scuola. Scelgo una pagina, punto una persona a caso (di solito qualche sfigato che a scuola ho sempre ignorato). Leggo il nome, poi cerco nell'indice per vedere cosa faccia.

Pensavo di conoscere tutti a scuola, ma adesso mi rendo conto che molti non li ho mai visti. Ed ho imparato tutti i loro nomi.

Il gioco sta nello scegliere una persona e tentare di indovinare dove sia quando guardo nello specchio. A volte è facile: i nerd sono sempre al computer, gli atleti sono perlopiù fuori, a correre.

Una domenica scelgo la foto di Lisa Owens. Sembra familiare. Poi capisco che è la ragazza del ballo, la tizia che ho reso felice regalandole la rosa, quella che mi ha dato una seconda opportunità. Prima di quel giorno non l'avevo mai notata a scuola.

Vado a guardare le pagine dell'annuario su di lei, in cui c'è una specie di sintesi: Società Onoraria Nazionale, Società Onoraria Francese, Società Onoraria Inglese... beh, tutte le società onorarie. Deve essere in biblioteca.

"Voglio vedere Lisa" dico allo specchio.

Lo specchio di solito faceva prima una panoramica, come al cinema. Per cui mi aspettavo di vedere i leoni di cemento all'esterno della biblioteca, poi l'interno pieno di libri e Lisa, che studiava anche se è agosto.

E invece no. Lo specchio fa una panoramica di un quartiere che non avevo mai visto, e che mai avrei voluto vedere. Sulla strada ci sono due donne sfatte e mezza svestite che litigano. Su uno scalino c'è un tossico accasciato che si buca.

Lo specchio inquadra un portico, entra da una porta, sale una scala con un gradino rotto e una lampadina spoglia con i cavi che pendono e infine arriva dentro un'appartamento, con le pareti scrostrate e il linoleum mezzo staccato dal pavimento. Ci sono scatole usate per scaffali

Ma tutto sembra pulito e Lisa è seduta al centro della stanza, a leggere. Almeno su questo non mi sono sbagliato. Gira una pagina, poi un'altra e un'altra. Resto lì a guardarla per dieci minuti.

Sì, tanta è la noia. Ma non è solo quello. Mi sembra fighissimo che riesca a leggere in quelle condizioni, senza far caso a tutto quello che ha intorno.

"Ehi, ragazza!" chiama una voce, facendomi sussultare. Deve esserci stato il più assoluto silenzio fino a questo momento e non mi sono reso conto che in casa c'è qualcun altro.

Lisa alza gli occhi dal libro. "Sì?"

"Ho... freddo. Portami una coperta."

Lisa sospira e mette il libro a faccia in giù. Guardo il titolo: è Jane Eyre. La noia è tale che penso pure di volerlo leggere.

"Okay" dice. "Vuoi anche una tazza di tè?" È già in piedi, diretta in cucina.

"Sì." La risposta è quasi un grugnito. "Ma spicciati."

Lisa apre il rubinetto e lascia scorrere l'acqua mentre tira fuori un bollitore rosso malandato. Lo riempie e lo mette sul fuoco.

"Dov'è la coperta?" La voce è arrabbiata.

"Arriva. Scusa." Da un'occhiata al libro, va verso l'armadio e tira fuori una coperta azzurra striminzita.

La porta ad un uomo rannicchiato su un vecchio divano. Ha già un'altra coperta, per cui non riesco a vederlo in faccia, ma ha i brividi anche se è agosto.

Lisa gli sistema la coperta sulle spalle. "Va meglio?"

"Non tanto."

"Il tè ti riscalderà."

Lisa fa il tè e prova a cercare qualcosa nel frigo quasi vuoto. Poi rinuncia e porta il tè all'uomo, che però si è addormentato.

S'inginocchia accanto a lui un istante, ad ascoltare. Infila la mano sotto il cuscino del divano, come se stesse cercando qualcosa. Niente.

Torna a leggere, bevendo il tè. Rimango a guardare, ma non accade altro.

Beastly || Zayn Malik [INTERROTTA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora