4 - Remus capisce sempre più di quanto dovrebbe

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Era lunedì. James aveva la prima lezione di teatro con Pandora, Peter aveva lezione di scherma. Remus, come al solito, non aveva molto da fare. Fuori da scuola aveva guardato Sirius forse un po' troppo a lungo prima di chiedere se fosse libero quel pomeriggio per studiare insieme in biblioteca.

Sirius aveva rifiutato l'invito. Doveva uscire con Mary.

E quindi a Remus non era rimasto che dirigersi da solo verso la fermata del bus, mangiando un misero panino per pranzo con la prospettiva di un noiosissimo pomeriggio davanti a sé.

"Remus!"

Remus stava attraversando il ponte quando sentì una voce famigliare chiamarlo, si voltò con un sorriso. Luca era una decina di passi dietro di lui e si stava affannando per raggiungerlo. Remus si fermò in mezzo al marciapiede del ponte in attesa di Luca. Luca aveva due begli occhi marroni, sempre luminosi, la pelle bruciata dal sole di chi lavora spesso in campagna e i capelli marroni spettinati, a Remus piaceva. Molto spesso aveva scritto di personaggi ispirati a lui.

"Eccomi, torni a casa oggi?"

Domandò Luca guardandolo dall'alto con un sorriso. Remus era alto, ma in qualche modo Luca lo era di più.

"Sì, nessuno dei miei amici poteva uscire o venire in biblioteca con me. Quindi credo andrò ad aiutare mia mamma a dar da mangiare alle galline e cose del genere."

Borbottò Remus. Luca rise, era facile farlo ridere e aveva una bella risata, limpida e luminosa. Il cuore di Remus si stringeva ogni volta.

"Se ti annoi puoi sempre scavalcare il sistema di irrigazione e venirmi a trovare."

"Lo prenderò seriamente in considerazione."

Remus abitava fuori città, nelle campagne circostanti, in una fattoria mangiata dal tempo che si apriva su un enorme pescheto che apparteneva a suo nonno, il padre di suo padre. Luca viveva nella fattoria vicina. Lui e Remus erano cresciuti praticamente insieme e se Luca non fosse stato un anno più grande, avrebbero pure frequentato la scuola materna, la scuola elementare, la scuola media insieme. Venivano un piccolo paese, c'era una sola scuola con solo un paio di sezioni per ogni annata.

"Fai bene, mi piace averti intorno quando lavoro."

Remus lo guardò con un sorriso dolce:

"A me piace guardarti lavorare."

Luca parve illuminarsi a quella frase, accelerò impercettibilmente il passo come se fosse agitato, era un cambiamento minimo, ma Remus se ne rese conto. Faceva più fatica a camminare accanto a lui con il suo passo zoppicante.

"Com'è andata la tua giornata?"

Domandò quando Luca fu troppo avanti, come per richiamarlo indietro. Funzionò. Luca rallentò e cominciò a parlare di quanto odiasse la sua professoressa di greco e di quanto stava diventando stressante il periodo pre esami finali. Remus ascoltò attentamente ogni parola, raggiunsero la fermata e Luca ancora parlava. L'autobus arrivò (ovviamente e rigorosamente in ritardo), salirono e si sedettero vicini. Remus odiava gli autobus, puzzavano di fumo, sudore e muffa ed erano pieni di gomme da masticare e polvere. Eppure ogni giorno doveva passare più di due ore a bordo.

"Ehi Remus."

Erano già a metà strada quando Luca lo chiamò e lo riscosse dai suoi pensieri. Remus sobbalzò, si era dimenticato di continuare ad ascoltare Luca. Ops. Si voltò verso di lui con uno sguardo mortificato.

"Eh?"

"Sembri stanco."

"Lo sono. Sai, tra la scuola, la fattoria e la mia condizione fisica non del tutto ottimale a volte faccio fatica a tenere il passo."

My Romeo to your Juliet || Marauders EraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora