Martedì sera James era sul punto di esplodere. Aveva passato tutta la mattina ad aspettare trepidante quel momento, aveva pensato, pensato e pensato ancora a cosa fare quella sera. Voleva che fosse perfetto.
Il giorno prima aveva invitato Lily perché, per quanto i sentimenti per Regulus fossero ogni giorno più chiari, James si era permesso di sperare ancora un po' in un amore più semplice. Sapeva che amare Regulus sarebbe stato complicato. Era complicato a causa delle circostanze, dell'epoca in cui viveva, il destino era contro di loro. Voleva provare a dare a Lily un'ultima possibilità. Ovviamente era stato respinto. Non ne era triste però, no davvero. Aveva ottenuto un appuntamento con Regulus. Non aveva osato nemmeno sperarci e poi Regulus era entrato in quel bagno, lo aveva consolato, gli aveva detto che era abbastanza, lo aveva invitato ad uscire. James si era innamorato ancora di più.
"Mamma, esco."
Gridò James la sera del 14 febbraio, scendendo velocemente le scale.
"Hai un appuntamento?"
Euphemia sbucò dal salotto con un sorriso luminoso, subito seguita da Fleamont. James rise a disagio e si dondolò sui talloni imbarazzato.
"Una specie."
Sua madre lo guardò un istante.
"Mi piaci vestito così."
"Gracias mamà."
James aveva proprio bisogno di sentirselo dire, aveva impiegato due ore per scegliere il suo abbigliamento per quella sera. Alla fine aveva optato per una vecchia camicia di un giallo chiaro, la sua giacca di pelle marrone e un normale paio di pantaloni di una calda tonalità a metà tra il marrone e l'arancione.
"Stai davvero bene."
Sottolineò Fleamont, si avvicinò e gli scompigliò i capelli.
"Posso usare la Vespa?"
"Non devi nemmeno chiedere, hai una copia delle chiavi."
Suo padre sorrise incoraggiante. James si sistemò il colletto nello specchio dell'ingresso, tremava. Era esageratamente nervoso. Era solo Regulus. Solamente Regulus. Regulus che era arte, Regulus che era così gentile con lui, Regulus che reggeva i suoi stupidi giochi, Regulus che gli diceva che era abbastanza. Oh, James stava per avere un attacco di cuore.
"Andrà bene."
Euphemia gli si avvicinò e gli baciò la fronte.
"Hai un fiore?"
"Un fiore?"
"È San Valentino, sarebbe carino se tu donassi un fiore."
James andò nel panico. Non aveva un fiore, ecco di cosa si era completamente dimenticato. Guardò sua madre nel panico e scosse la testa.
"Oh no, mamà. È la fine. Non ho un fiore."
Sua madre solamente rise e gli baciò di nuovo la fronte:
"Aspetta qui, amor."
Euphemia salì le scale, lasciando James completamente confuso nel panico in mezzo al corridoio. Suo padre lo guardò divertito.
"Andrà davvero bene, James. Non è Lily, vero?"
"No."
Sussurrò James, in quel momento sua madre scese le scale e gli porse una manciata di segnalibri diversi ciascuni decorato con un diverso fiore essiccato.
"Scegline uno."
James rimase a bocca aperta, non aveva idea di dove venissero, ma erano meravigliosi. James li osservò tutti uno ad uno, poi ne prese uno che era decorato con piccoli fiori azzurri con cinque petali e il centro chiaro.
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My Romeo to your Juliet || Marauders Era
Hayran KurguVerona 1978. Pandora, una giovane e famosa regista, vuole mettere in scena Romeo e Giulietta nella città in cui la tragedia è stata scritta. E ci prova con l'aiuto di Remus, Sirius, James, Regulus e tutti gli altri ragazzi. L'arte spesso, però, non...