FARONÈ strano. Ci sono attimi che dimentichi in fretta, perché in apparenza privi di importanza, mentre altri hanno la straordinaria capacità di imprimersi a fondo, fino a trascinarteli dietro in eterno.
Io ho capito solo una cosa. Non è vero che il cuore guarisce con il passare del tempo. Semplicemente si adatta al dolore e batte per inerzia. Batte nonostante il profondo segno che ha rischiato di distruggerlo.
Dante mi offre una tazza di caffè fumante. La prendo solo per riscaldare le mani e tenerle impegnate.
«Mia figlia?»
È ancora strano da pronunciare, anche se in qualche maniera confortante. Sapere di avere una parte di me così pura mi fa pensare a una possibile redenzione per la mia anima corrotta.
«Con Eden e i ragazzi. Stamattina è arrivata mia madre per una visita. Izzy l'ha già conquistata. Peccato sia qui solo per qualche ora».
Mi sento in colpa per averlo sottratto alla sua famiglia. «Perché non sei con loro?», lo rimprovero.
«Volevo chiederti di tornare a casa, ma capisco che non vuoi e non lo farai neanche se dovessero cacciarti da qui. Pensavo avessi bisogno di un po' di compagnia. Mia madre sa cosa sta succedendo e ha capito. Tornerà in un altro momento».
Vuole starmi accanto?
«Non ci riesco. Io...», scuoto la testa. «È dura».
Dante preme la mano sulla mia spalla. «Si riprenderà».
«Non me la lasciano vedere, Di. Me ne sto qui in questa sala d'attesa perché è l'unico posto in cui posso stare. Lei potrebbe svegliarsi e non sarei lontano. Non sarebbe sola. Ma sento che non è abbastanza. Ha rischiato di morire dopo essersi salvata da un rogo acceso dal padre per un dannato problema al cuore solo perché non aveva i mezzi per curarsi, cazzo».
Alla fine tutti sono venuti a conoscenza della verità. Nessuno si è dichiarato deluso dal fatto che lo avesse tenuto nascosto. Blue non ha mai avuto bisogno di essere compatita. Voleva solo vivere e dare un futuro a Isobel. La sua unica priorità.
Ma a quale costo? Il suo cuore ha ceduto lo stesso.
Adesso è attaccata a un dannato macchinario dopo aver subito un'operazione delicata.
Ho dovuto prendere una decisione difficile mentre ero ancora sotto l'effetto dei sedativi, e l'ho fatto nella speranza che si riprendesse e ricominciasse senza più paura. Ma cazzo se ho avuto il terrore costante di avere commesso un grosso errore.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime e sono costretto ad appoggiare il bicchiere sul tavolo basso che ho davanti e ficcare i pugni nelle tasche della felpa pur di non vederli tremare.
«Ha solo bisogno di riprendersi dall'operazione. I medici sono sempre più ottimisti. Persino Ace e Hudson, più volte, ci hanno rassicurato».
Scuoto la testa. «Allora perché non si sveglia? Perché non torna da me? Perché devo sempre perdere tutto?», la voce mi si spezza.
Dante è colpito dal modo in cui sto crollando. All'inizio non ribatte. Non ha neanche bisogno di ponderare le parole successive perché sa esattamente cosa mi serve per scrollarmi di dosso la preoccupazione e il dolore. Siamo cresciuti insieme e l'uno conosce le debolezze dell'altro.
«Non sono nemmeno riuscito a vedere la bambina perché senza di lei io non so come fare», aggiungo.
La presenza di Blue è sempre stata come un ponte a collegarci. Adesso mi sento solo precipitare e sto male. Ma è un male che si artiglia nel petto e non lascia spazio a nient'altro.
«Dobbiamo ancora far cantare quegli uomini. Che ne dici se prima andiamo alla base e regoliamo i conti con quei bastardi? Dopo magari vai a farti una doccia e una dormita per qualche ora su un letto comodo. Possiamo tornare qui quando sarai riposato, Far, perché devi ancora guarire. La ferita che hai sul fianco non si è ancora rimarginata, la stessa che per poco non ti ha ammazzato. E non è facendo il testardo che risolverai le cose».
Mi stuzzica la sua richiesta. Nonostante ciò mi rifiuto lo stesso perché ho il terrore che se lo facessi, se mi allontanassi per troppo tempo, potrei perderla.
«Non posso lasciarla sola».
Dante indurisce lo sguardo. «Far, non te lo sto chiedendo. Io te lo sto ordinando. Cazzo, hai bisogno di allontanarti da qui. Se dovessero esserci cambiamenti lo sapremo. Saremo i primi a essere contattati. Hai sbraitato a chiunque di essere suo marito e adesso qui dentro in molti ti temono. Ace si prenderà cura di lei mentre non ci sei, sai quanto ci tiene».
Sto già negando e aspettando il contraccolpo. Dante non mi delude.
«Andiamo. Anch'io ho qualcosa da dire a quei bastardi».
La notizia che Eden ci ha dato, nonostante per i suoi standard e per quelli medici sia ancora presto, ha ribaltato completamente il mondo di Dante. Ho visto il suo istinto scattare non appena lei ha raccontato che Blue aveva capito e per questo ha cercato in ogni modo di salvarla. Proprio come ha salvato me mettendo se stessa in secondo piano. Tacendomi il dolore che stava provando mentre mi aiutava, lo sforzo che ha dovuto fare per resistere prima che il suo cuore si fermasse.
Le devo più della mia stessa vita.
«Di, davvero non posso...»
«Hanno messo in pericolo tua figlia e la tua futura signora Blackwell. Hanno messo in pericolo Eden e il bambino che porta in grembo. Sai quanto cazzo è stato difficile per lei? Sai quanto ha sofferto? Non vuoi ricambiare il favore?»
Non posso esimermi. Dante ha fatto tanto per me, ancora di più Eden, nonostante sia così tanto orgoglioso da ammetterlo. Negli ultimi mesi, mio fratello, si è preso carico del mio malessere e ha cercato di far uscire quei demoni che per troppo tempo hanno continuato a tormentarmi. Lui e la sua squadra hanno fatto uno sforzo e mi hanno accolto. Hanno salvato la mia bambina. E da quello che mi hanno raccontato non è stata una passeggiata.
Eden mi è stata accanto a ogni crisi. Ha sempre cercato di tenermi vicino e non mi ha mai giudicato aspramente quando sono uscito di senno. È mia amica.
Di fronte a questo, al prezzo che Dante ha sempre pagato per la nostra famiglia, come posso voltargli le spalle? Come posso non difendere il mio futuro nipote?
Raddrizzo le spalle gonfiando il petto in una posa autoritaria. «Non voglio nessun moralista del cazzo nei paraggi o gli sparo in fronte. Specie Nigel», brontolo.
Dante mi molla un'altra pacca, si solleva e mi fa cenno di seguirlo. «Ho già ordinato alla mia squadra di non intervenire. Nigel è stato spostato in un'altra squadra insieme ad Andrea», spiega. «Far, deve essere un lavoro pulito».
«E mi auguro così lento da farli pentire di aver accettato senza battere ciglio un lavoro da Parsival Blackwell e indirettamente da Hector Thorne». I due nomi escono dalla mia bocca come acido.
«Avete trovato quella puttana?»
Dante non commenta il mio linguaggio, né mi corregge. Non che sia un santo, ma ci sono cose che il mio fratellino non ha mai tollerato, nonostante abbia sempre avuto un caratteraccio.
«Non è scappata dalla città. Forse non può farlo o ha paura perché adesso non ha più nessuna protezione. Si sta nascondendo da qualche parte. Stiamo tenendo d'occhio i movimenti delle carte di credito di Hector. Finora non ha prelevato niente. Sospetto stia attingendo dai suoi risparmi. Questi prima o poi si esauriranno. Abbiamo già setacciato un paio di covi, ma sono stati abbandonati. È come se la voce si fosse sparsa».
Non replico. Anche se conosco quella donna perché ho dovuto organizzare la mia vendetta prima di sferrarle il colpo decisivo, so che è imprevedibile. Ne ho avuto la dimostrazione una settimana fa.
Non ho pensato di fermarla per catturarla insieme agli altri quando Hector l'ha scacciata, ma sono fiducioso e prima o poi io e lei ci ritroveremo ancora faccia a faccia e questa volta sarà l'ultima.
Lo seguo dentro l'ascensore proprio mentre Ace lo ferma e si unisce a noi.
La luce ronza sulle nostre teste e il rumore del meccanismo si diffonde tenue prima di essere rinchiusi e di iniziare la discesa. Abbiamo a malapena la possibilità di muoverci tutti e tre a causa delle nostre stazze.
«State andando via?»
«Non ti dispiace avvisarci se dovessero esserci dei cambiamenti, vero?», Dante prende subito parola, notandomi combattuto. Il suo tono non tradisce alcuna emozione. «Ci serve una boccata d'aria».
Con Ace non ho ancora seppellito l'ascia di guerra. È pur sempre un uomo che si è avvicinato al cuore della mia donna e avrebbe voluto qualcosa di più. Quest'ultima si è affezionata a sua volta a lui. E so cosa prova Ace, ho visto come ha reagito nei giorni scorsi. Ma so anche cosa prova lei.
«Nessun problema», afferma pratico, controllando qualcosa sulla cartella che ha sottobraccio. «Quegli uomini, gliel'avete già fatta pagare?», domanda dopo un momento di silenzio.
«Stavamo giusto per andarci», confessa Dante.
Lui mi guarda negli occhi. «Fagli capire che hanno commesso un errore imperdonabile», le porte scorrevoli si aprono e lui esce senza salutare o aggiungere altro.
Fuori dall'ospedale ci stringiamo sotto le felpe. Le temperature si sono abbassate nel corso della notte. C'è aria di neve e non mi stupirebbe se dovesse caderne un po' prima dell'alba. Mi auguro di essere già di ritorno per allora.
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Brutal - Come graffio sull'anima
AksiPaura. Incubi. Dolore. Questo è il mio nuovo mondo. Questo è quello che ho da offrire a chi mi sta intorno, insieme a macerie e distruzione. Nessuno troverebbe un'anima più nera e corrotta della mia. Macchiata e marchiata a fuoco dal destino. All'...