28-Paura di essere toccata

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Scorrete per leggere anche il capitolo 29!


-Teacher's pet

if I'm so special, why am I a secret?
Yeah, why the fuck is that?
Do you regret the things we shared that I'll never forget?
Well, do you? Tell me that.
I know I'm young, but my mind is well beyond my years
I knew this wouldn't last, but fuck you, don't you leave me here.

Teacher's pet. Melanie Martinez.

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HALLEY

Fermarsi a respirare fa bene, ogni tanto, mi diceva sempre mia mamma.

Ma quando ti manca l'aria cosa fai? Cosa entra nei tuoi polmoni? I miei traboccano di ansia e paura, che mi attanagliano lo stomaco e non mi lasciano andare.

Respiro, sì, ma a fatica, come se mi venisse difficile anche solo far entrare dell'aria all'interno di me. Come se quest'ultima fosse deleteria.

Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma avrei rimandato molto volentieri tutto ciò.

È una di quelle giornate in cui riesco a ricordare vivamente tutto quello che ho passato e, a seguito di una notte passata a provare a fuggire dalle tenebre, la mattina, e per l'intera giornata, sembro essere su un altro pianeta.

Gli incubi fanno parte di me da anni, ma essi non sono stati mai violenti come questa notte. Mi sembrava di avere di nuovo le sue mani addosso e il suo respiro caldo e virile sul collo.

Quando, all'ora di cena, con una strana fame ad attanagliarmi lo stomaco, incontro i miei fratelli per passare del tempo da sola con loro, si accorgono subito del mio malessere.

Continuo a tenere lo sguardo fisso sull'anello a forma di infinito, che mi hanno regalato per il compleanno, mentre la forchetta vaga all'interno del mio piatto.

Non sono riuscita a concentrarmi sulle lezioni, figurarsi sulla cena, nonostante il senso di fame.

"Halley."

Quella voce mi giunge lontana, come se arrivasse da un'altra stanza. Tra la confusione che riecheggia in mensa, io riesco a sentire solo il rumore dei miei pensieri.

"Halley!"

Quando una mano si poggia sulla mia, trasalisco improvvisamente, e per miracolo non balzo giù dalla sedia.

Davanti a me trovo Neil, Perseo e Antares che mi guardano insistentemente, come se avessi Gesù Cristo alle spalle e non me ne fossi accorta.

"Ditemi." sospiro, rendendomi conto che la voce che ho sentito prima non era solo nella mia testa.

Menomale, aggiungerei.

"Va tutto bene?" Mi domanda il maggiore di noi, poggiando il dorso della mano destra sul mento, scrutandomi.

"Sì, perché non dovrebbe?"

Cerco di sorridere, ma nei miei polmoni non entra più aria a sufficienza.

"Okay, che succede?" Si intromette Perseo.

Fortunatamente, Antares ha la decenza di stare zitto e farsi i fatti suoi. Tipico suo. Sappiamo tutti quanto gli piace perdersi tra i suoi pensieri e non uscirne più.

Almeno in questo siamo uguali.

Non riesco a mentire a lungo ai miei fratelli, mi conoscono più di chiunque altro al mondo e, anche se provassi a raccontargli delle cazzate, sono certa che non ci crederebbero.

Love the way you hate me -VilipendioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora