40.1-Quello che gli altri non vedono...

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A seguire trovate la seconda parte del capitolo!


-La psicologia della Gestalt si basa sulla percezione della realtà e sul modo in cui si costruisce l'esperienza rispetto a diversi fenomeni. Secondo la Gestalt, gli elementi simili che costituiscono un'immagine o una composizione vengono raggruppati tra loro e poi percepiti come un unico elemento.

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ARES

Finite le vacanze natalizie, mi ritrovo costretto a rassegnarmi all'idea di dover tornare a dormire nel mio letto, che senza Halley sembra freddo e scomodo.

Mi rigiro tra le coperte come se servisse ad affievolire la sensazione di vuoto che provo accanto a me.

E, come se non bastasse, tra poco inizieranno gli esami. Siamo in piena sessione e per tutte le vacanze Halley mi ha costretto a studiare per cinque o più ore ogni giorno, insieme.

Che poi, studiare con Halley mi è quasi impossibile, ma farò finta di aver assimilato al cento per cento tutto quello che ho letto sui libri, in questi giorni.

"Stacca quella cazzo di sveglia, amico!" sbraita Perseo, lanciandomi un cuscino dritto in testa.

Allungo il braccio verso il comodino e, a tentoni, stacco la sveglia impostata sul cellulare. Si torna alla normalità, Ares!

In queste vacanze, avrò visto i miei migliori amici sì e no un paio di volte, semplicemente perché Halley aveva sempre la bellissima idea di organizzare delle cene tutti insieme, come una grande famiglia.

Io l'ho assecondata, perché il sorriso che spunta sul suo volto quando è con i suoi fratelli non è paragonabile a nulla.

Quando sollevo il capo, riemergendo dal mio stato vegetativo, vedo Perseo dinanzi allo specchio, intento a rimirarsi.

"Perché ti comporti come Antares?" gli domando, scoccandogli un'occhiata divertita.

Da qualche settimana, Antares non fa che sistemarsi i capelli e vestirsi bene, anche solo per andare a lezione.

Chissà, magari qualcuno ha fatto breccia in quel cuore pieno di amore.

"E tu perché non sei ancora vestito?" chiede Perseo, con la palese intenzione di evitare il discorso iniziato da me.

"Adesso mi muovo." affermo, rigirandomi un'ultima volta tra le coperte.

Poi mi perdo ad osservare il soffitto e, quando decido che si sta ufficialmente facendo tardi, mi alzo dal letto.

Mentre sono sotto la doccia, sento Perseo entrare in bagno e, qualche secondo dopo, un odore pungente e forte mi giunge alle narici.

"Pers, che cazzo ti sei messo addosso!?" esclamo, sovrastando il rumore scrosciante dell'acqua.

Se non fossi coperto dalla tendina azzurrina, scommetto che lo troverei a fissarmi male.

"Profumo, idiota." ribatte con nonchalance, quasi sussurrando.

Lo prendo per il culo o non lo prendo per il culo? Questo è il dilemma.

Alla fine, scelgo la prima opzione, come sempre.

"Mi spieghi per chi ti stai mettendo in ghingheri?" domando, scuotendo il capo, nel vano tentativo di trattenere una risata.

Dall'altra parte non sento nemmeno un sibilo e, mentre finisco di sciacquarmi il corpo, per un attimo penso che Perseo sia morto.

Love the way you hate me -VilipendioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora