Love the way you hate me -Vilipendio

12-...I tuoi occhi

-Il nero è un colore con luminosità teoricamente nulla, senza tinta (per cui è detto "colore acromatico"). È un colore neutro in quanto non creabile dal nulla.

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ARES⚡

Parliamo?

Osservo a lungo il messaggio di Perseo, ficcando sempre più in fondo alla mia mente l'istinto di rispondere 'no', come uno stronzo.

Forse non dovrei reprimere questo bisogno di trattare di merda le persone, per una volta, dato che sono il primo che si lascia sempre calpestare.

Forse non dovrei nemmeno rispondere, il che mi renderebbe ancora più bastardo, ma anche più soddisfatto.

Ma non sono fatto così, purtroppo quella stronza di mia madre non è riuscita nemmeno a farmi a sua immagine e somiglianza.

Ecco spiegato perché, dopo venti minuti da quando Perseo mi ha scritto, giusto per darmi un tono, ho risposto 'certo'.

Probabilmente mi ha scritto solo perché vuole tornare nella sua stanza, per dormire, dato che ormai si sta facendo notte.

Magari non gli interessa davvero parlare, ma è per questo che ho aspettato tutto il giorno.

Halley mi ha lasciato dolorante, in certi punti più che in altri, ma non ho avuto il coraggio di chiederle di restare.

Nessuno mi aveva mai medicato le ferite, prima d'ora.

Da bambino, quando mi sbucciavo un ginocchio o mi procuravo un taglio cadendo dalla bici, dovevo cavarmela da solo.

Mi aspettavo di doverlo fare anche oggi, ma così non è stato.

Com'è essere aiutato per la prima volta? Non saprei dire se mi ha dato fastidio o se ho apprezzato il gesto di Halley.

Non è facile se per tutta la vita hai pensato di essere un peso, provare a smettere di esserlo. Perché è esattamente così che mi sento.

Cerco di liberarmi continuamente del peso più grande: me stesso.

Pensare che qualcuno sia venuto a raccogliere me e queste sensazioni mi ha sconvolto, semplicemente non credevo sarebbe mai successo.

A interrompere il flusso dei miei pensieri, più o meno sensati, ci pensa Perseo che, ovviamente non è da solo.

Infatti, dietro di lui sfilano Antares e Neil, sicuramente messi meglio di me a livello fisico.

Me ne sto sdraiato sul letto, con le mani poggiate dietro la nuca.

"Paura che vi spacchi ancora la faccia?" Ironizzo, facendo un cenno ai fratelli.

Nessuno coglie l'ironia, motivo per cui mi ritrovo a tossicchiare per spezzare il silenzio. Va bene, devo stare zitto.

Tutti e tre si siedono sul letto di Perseo a gambe incrociate, nella stessa posizione in cui ci ritrovavamo da ragazzini a rollare cartine nella loro stanzetta.

È un buon segno.

"Allora? Siete venuti a suonarmele di santa ragione di nuovo?"

C'è ironia nella mia voce, per sdrammatizzare, ma le ossa mi fanno un male cane e il mio cazzo sta una merda.

Peggio di così non può andare.

"Siamo venuti per parlare." precisa Antares.

"Avremmo potuto farlo anche stamattina." sbuffo, alzando gli occhi al cielo.