«C'è sicuramente qualcosa sotto, lei non ha amici, voglio sapere chi era quel ragazzo!» Tuona mamma dal piano inferiore.
Apro lentamente gli occhi e vengo investita dalla luce intensa del sole che entra dalla finestra. Ma di chi sta parlando? In un secondo mi passano davanti scene della notte precedente. Non ricordo molto, mi sento confusa, quello che so è che a quest'ora dovrei essere già morta. Perché sono nel mio letto? Mi alzo e cammino avanti e indietro in un gesto quasi compulsivo. Forse qualcuno ieri mi ha impedito di andare fino in fondo e forse quel qualcuno è il ragazzo misterioso di cui parla mia madre. Ma anche se fosse così, come diavolo ha fatto questo sconosciuto a scoprire dove abito? Lascio le mie domande sospese perché non posso più rimandare il momento in cui dovrò scendere, perciò vado in bagno tentando di rendermi presentabile. Come ogni mattina salgo sulla bilancia e mi peso: 51 kg. È ancora troppo. Mi guardo allo specchio, ma quella che vedo riflessa non sono io, c'è un volto stanco, occhi vuoti e una mente piena che mi sta portando alla pazzia. Il mio riflesso non è più il mio, non mi riconosco. Poi si impossessa di me un'altra sensazione: non sono abbastanza magra. Oggi farò meglio, mi ripeto. Quando vado in cucina mio padre è seduto che controlla distrattamente il cellulare, mentre mamma ai fornelli prepara dei pancake. L'odore è parecchio invitante, ma non ne toccherò nemmeno uno.
«Selene, chi è il ragazzo che ieri ti ha portata a casa? Non lo abbiamo mai visto» chiede mamma voltandosi nella mia direzione il tanto che basta da farmi capire che la situazione non le va affatto bene.
«Ehm... un collega» butto fuori di getto, perché è la prima cosa che mi è venuta in mente.
«Credevo che in quella libreria lavorassi solo tu e il proprietario» indaga lei studiando la mia reazione.
«E invece no, stanotte mi sono svegliata e non riuscivo più a prendere sonno, avevo bisogno di un po' d'aria e sono uscita, lui fortunatamente era nei paraggi perché poi non mi sono sentita bene, sono svenuta e mi ha riportata a casa.» È sconvolgente come abbia imparato a inventare storie solo per non dover dare voce ad una verità più scomoda. Volevo uccidermi e non ho idea di come sia arrivata qui. Mia madre sembra crederci perché torna con lo sguardo sul piano cottura. Una volta finito di cuocere i pancake li mette sulla tavola e papà subito ne prende un paio, io resto ad osservarli senza però decidermi a prenderli.
«Guarda che se mangi qualcosa con dello zucchero per una volta non succeda niente, poi è domenica, conceditelo.» Ritorna tutto, le parole, le umiliazioni, le offese.
D'improvviso mi manca l'aria, come se delle mani mi tenessero per la gola e le pareti si fanno più vicine, ho bisogno di uscire da qui. Senza neanche salutare prendo la mia borsa ed esco. Il mio lavoro dista circa 14 minuti a piedi perciò arriverei in anticipo, ma non mi interessa, ho solo voglia di camminare e distrarmi. Mi gira la testa se penso che sarebbe potuto finire tutto con un salto nel vuoto. Un solo passo e quello che ho sempre conosciuto di colpo non avrebbe più fatto parte di me. Un solo passo ed io non sarei più esistita. Persa com'ero non mi ero resa conto di essere già arrivata alla libreria "Wise book". Prima di entrare estraggo dalla tasca della felpa il mio pacchetto di Winston e ne accendo una. I miei genitori non sanno che fumo, altrimenti avrebbero dato di matto e dubito che io avrei avuto ancora delle dita con cui sorreggere la sigaretta. Quando entro nel negozio trovo il proprietario John intento a sistemare dei libri sugli scaffali.
«Salve» saluto con voce flebile. «Oh ciao Selene. Oggi mi occuperò io del magazzino, tu pensa ad organizzare l'esposizione dei libri in modo efficace, catalogando anche quelli nuovi che sono arrivati» mi informa indicando vari scatoloni posti l'uno sopra l'altro.
Lavoro nella libreria del signor Brown da qualche mese ormai. Volevo un lavoro poco impegnativo da svolgere la domenica e dopo la scuola, inoltre, è un luogo pieno di edizioni rare, libri antichi, ma anche nuove uscite, quindi appena ho visto l'annuncio che cercava personale mi sono presentata qui e ho subito ottenuto il posto. Ogni volta che vedo qualcuno entrare rimango stupita del potere che ancora suscitano i libri perché in molti preferiscono gli ebook alla carta, ma questo pensiero è stato spazzato via dalla gente che entra in negozio ogni giorno. La cosa che più mi ha affascinata sin dall'inizio sono i girasoli finti che sbucano dagli scaffali e i disegni appesi al soffitto come in una pioggia di colori. Dall'esterno sembra un luogo angusto, ma una volta entrati vi sono due stanze ricoperte da librerie.
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Ricominciare da me
रोमांसSelene non si è mai piaciuta e i suoi genitori non hanno mai mancato di farle notare tutto quello che non andava bene in lei. Selene da qualche tempo non vuole più mangiare, si rifiuta di trattare bene il proprio corpo per via dei mostri che le affo...