Rimaniamo avvinghiati l'uno all'altra per un tempo che sembra sospeso. Mi dimentico persino di avergli detto tutto quello che ho sempre trattenuto. Lui mi stringe forte, quasi a voler imprimere sulla mia pelle la certezza della sua presenza, mentre io affondo il viso nel suo petto.
Dopo un po', quando il calore dei nostri corpi si allenta ma non svanisce, ci separiamo lentamente. Travor deve finire di studiare, e io mi stiro sul letto con un sospiro appagato. Prendo un libro e mi sistemo accanto a lui, la testa appoggiata al suo busto mentre le pagine scorrono tra le dita. Lui studia, io leggo, ma ogni tanto alzo lo sguardo per osservarlo, per imprimere nella mente il modo in cui arriccia il naso quando non ricorda qualcosa o il modo in cui il suo respiro cambia impercettibilmente quando mi muovo appena. Sapere che possiamo stare insieme così, senza bisogno di parole, è la cosa più bella che potessi desiderare.
Le parole del romanzo iniziano a confondersi, il significato sfugge, continuo a rileggere la stessa frase, incapace di andare oltre. Un calore che si diffonde lungo il collo, una presa che mi stringe lo stomaco e mi fa avvampare le guance. Il respiro di Travor è cambiato. So che mi sta osservando. Lo percepisco nel modo in cui il suo corpo resta fermo, attento. Se alzassi lo sguardo, mi bacerebbe. Se solo sollevassi appena il mento, colmerebbe la distanza tra noi. E, in quell'istante, mi accorgo di quanto lo desidero. Di quanto ci abbia pensato, senza nemmeno rendermene conto, fino a memorizzare la forma esatta delle sue labbra. Provo un'incredibile voglia di avvicinarmi e cogliere l'attimo, eppure resto immobile a domandarmi se anche lui senta questo filo invisibile che ci unisce.
Alzo gli occhi di scatto. Travor è lì che mi aspetta. Con una naturalezza disarmante mi toglie il romanzo dalle mani e lo lancia dietro di me, senza curarsi di guardare dove finisce. La sua faccia è tutta un sorriso: occhi, naso, bocca. «Sono tuo.»
«Come?» Il tremito nella voce tradisce il nervosismo che provo.
«Hai capito bene. Sono tuo, Selene. Ora e sempre. Prendimi.»
Ho un po' paura e sono incerta su come muovermi, ma lui mi guida posizionandomi in mezzo alle gambe, in modo da avere il suo corpo disteso sotto di me. Si toglie la maglia rivelando il petto non troppo muscoloso, potrei stare un'ora ad osservare i contorni e gli incavi del suo torace. Ma lui vuole che mi avvicini. E io voglio avvicinarmi. Appoggio le mie dita tremanti su di lui e comincio ad accarezzarlo. Con l'altra mano gioco con i capelli e Travor chiude gli occhi beandosi del contatto. Finalmente mi concedo di rilassarmi.
Quando le dita scivolano sul pomo d'Adamo Travor ridacchia. Le sposto su e giù per l'intera lunghezza del suo corpo e stranamente sono pervasa dalla calma, come se stessi facendo esattamente quello che dovrei. Indugio in corrispondenza dei pantaloni, notando l'attimo di esitazione nei suoi movimenti prima che li sfili con un gesto più impacciato che sicuro. Mi mordo il labbro, incerta su cosa fare, e per un attimo rimango a fissare il rigonfiamento nei boxer.
Devo apparire come una scema perché mi sorride nervoso e, con una timidezza che non gli avevo mai visto, afferra la mia mano portandola proprio nel punto d'interesse. Sarò all'altezza? Gli piacerà?
«Così, si.» La sua voce è incerta, ma allo stesso tempo decisa.
Non l'ho mai fatto prima, il cuore batte forte, sempre più veloce contro il petto. Travor non stacca gli occhi dai miei movimenti goffi, dalle mie labbra leggermente dischiuse e dal colorito che anima le mie guance. È perfettamente immobile, se non per dei piccoli gemiti che sfuggono al suo controllo. Nel guardarlo vengo investita da un'ondata di amore e desiderio, una sensazione del tutto nuova, come l'effetto che gli suscito.
Una volta finito Travor si tira a sedere, mi bacia a lungo, sulla bocca, sul collo e sempre più giù. «Ora è il mio turno di ricambiare.» La voce roca e bassa mi fa trasalire. Non mi sono mai concessa in questo modo a qualcuno.

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Ricominciare da me
RomanceSelene non si è mai piaciuta e i suoi genitori non hanno mai mancato di farle notare tutto quello che non andava bene in lei. Selene da qualche tempo non vuole più mangiare, si rifiuta di trattare bene il proprio corpo per via dei mostri che le affo...