Sono le 6:00 e la sveglia del mio telefono mi fa aprire appena gli occhi, come tutte le mattine di scuola sento la voce di Harry Styles riempire la stanza. Mi lascio cullare dalla musica, sembra che il cuscino non voglia lasciarmi e mi costringo ad uscire dal letto a malavoglia, non posso fare tardi. Se solo non avessi fallito...
Mi vesto in fretta perché tanto nessun indumento mi sembra stare bene addosso, e con gli auricolari nelle orecchie esco senza preoccuparmi di fare colazione.
È novembre, eppure ci sono i tipici alberi di settembre, con foglie cadute dai toni inusuali che poggiano sulle strade. La città è coperta di un manto che passa dal giallo al rosso creando un gioco di colori che è una meraviglia. Come le foglie secche, anche io mi ritrovo ai margini, ignorata da chiunque, parte di una vita che non ho scelto di vivere.
Quando arrivo nel cortile della scuola ci sono già molti studenti che aspettano di entrare, c'è chi fuma, chi parla e chi ascolta musica proprio come me. Nessuno mi nota, ma va bene così, sono sempre stata invisibile.
Quando mi volto rimango paralizzata sul posto. Il ragazzo dagli occhi grigi, fermo sul marciapiede opposto, mi osserva. Non dice nulla. Quando sbatto le palpebre, è già scomparso. Probabilmente sono solo suggestionata dall'incontro, la devo smettere.
La campanella suona riportandomi con i piedi per terra, e tutti gli studenti si affrettano per raggiungere le aule. Mi incammino verso la mia classe quando un volto conosciuto fa capolino fra tutti gli altri: Arya, la mia migliore, nonché unica amica, mi sta venendo in contro.
Come posso guardarla negli occhi sapendo cosa ho tentato di fare? Se sapesse quanto sono debole, quanto sono disperata... Si allontanerebbe anche lei.
Ero determinata a farlo, allora perché sono ancora qui? Sentivo di potercela fare, quella notte sarebbe stata la volta buona in cui avrei cessato di vivere, di respirare e di provare qualsiasi cosa. Ora che sono qui però devo affrontare la realtà.
«Ei bellissima, come va? Pronta per l'inizio della settimana?» mi prende a braccetto.
«Assolutamente no, sono stanca e non ho proprio voglia di iniziare con matematica» mi lamento svogliata, sfuggendo al contatto visivo che tenta di instaurare.
Prendo posto vicino alla finestra, nel banco esterno. Le persone cominciano ad entrare e in un attimo tutte le sedie si riempiono. Anche il professor Miller fa il suo ingresso con l'immancabile zaino nero.
«Buongiorno ragazzi, oggi volevo iniziare lasciandovi i fogli per la gita che si è decisa. Andremo per 4 giorni in montagna, le informazioni che vi servono sono tutte scritte qui.» Fa oscillare il plico di carta che tiene fra le mani.
«Non voglio dilungarmi troppo quindi venite a prenderli in silenzio e cominciamo» conclude il professore.
«Sei pronta per la gita?» chiede Arya con il solito entusiasmo. Non sarebbe una cattiva idea, nessuno mi controllerebbe e potrei fare quello che mi pare per 4 giorni.
«Si, forse...» mormoro piano. Afferro il modulo e lo metto nello zaino, spero solo che ai miei genitori vada bene.
«Dai, Selene! Finalmente ci divertiremo! E poi, magari trovi qualcuno che ti piace...» scherza, dandomi una gomitata. Sorrido per non ferirla, ma dentro di me penso: Come se qualcuno potesse mai notarmi davvero.
«Ne parlo con i miei e ti faccio sapere» le dico per mettere fine alla conversazione.
L'intervallo arriva presto per fortuna, matematica non fa proprio per me. Finisco di mettere via la matita e il quaderno poi esco per parlare con Arya, ma quando la trovo è già in compagnia di una ragazza che non ho mai visto. Lei è così: un uragano di simpatia e amore, va d'accordo con chiunque perché emana un calore che anche chi non conosce riesce a cogliere.

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Ricominciare da me
Roman d'amourSelene non si è mai piaciuta e i suoi genitori non hanno mai mancato di farle notare tutto quello che non andava bene in lei. Selene da qualche tempo non vuole più mangiare, si rifiuta di trattare bene il proprio corpo per via dei mostri che le affo...