Non ho mai passato molte ore in compagnia di un ragazzo, non so come comportarmi, ho paura di dire la cosa sbagliata e risultare noiosa. Per fortuna lui mi toglie dall'imbarazzo conducendomi all'interno di un negozio di abbigliamento.
«Mi aiuti a scegliere qualcosa di nuovo?»
«Oh, sì», balbetto. Il reparto degli uomini è pieno di capi prevalentemente scuri, gli abiti sono disposti su tutta la parete in fondo.
«Oggi hai avuto il compito in classe, com'è andata?» Rimango stupita del suo interesse, avrebbe potuto non chiedermelo, fare finta di niente e lasciarsi l'incombenza alle spalle, ma non l'ha fatto.
«Direi abbastanza bene considerato che ho scritto qualcosa in ogni esercizio.» Travor scoppia a ridere mostrandomi la fossetta che gli illumina il volto.
«Sono contento, spero tu riesca a prendere un bel voto. Su quale media sei generalmente?»
«Alta, sull'otto, nove. Gli altri anni non me ne importava un granché sinceramente, ma quest'anno voglio dare il meglio di me e mi sto impegnando molto.» Anche perché mi distrae, mi permette di non pensare...
«Io non gli do più importanza di quella che ha, in fondo tutto quello che stiamo studiando non ci servirà davvero una volta fuori. Studio ovviamente, ma non in modo impeccabile, il giusto per passare le verifiche e l'esame.» Mi piace il suo modo di vedere le cose, è rilassato e sembra che l'ansia non lo tocchi. Getto un'occhiata all'ennesimo capo che passa fra le sue mani e rimango colpita dalla sua particolarità. È una felpa rossa con la stampa di una sigaretta fra le labbra.
«Questa è molto bella, però forse non il tuo stile», azzardo. A me piacciono le cose oversize, ma su di lui non le ho mai viste indossate.
«Me la provo e se mi dici che mi sta bene prenderò questa.» MI fa l'occhiolino e scompare dietro una parete che suppongo essere il camerino. Si fida del mio parere? Forse mi considera un'amica da portare in giro per dispensare consigli... non so come prenderla, ma per ora penso vada bene così.
«Ei scricciolo, come sto?» Mi volto nella sua direzione, sorvolando sul nomignolo che mi ha appena affibbiato, e lo squadro da capo a piedi. È meraviglioso. La felpa cade lenta, leggermente più grande della sua taglia effettiva.
«Sembri proprio un rapper quindi è approvata.» Ridiamo insieme della mia battuta e non potrei essere più contenta di trovarmi qui con lui. Mi fa sentire apprezzata, è come se con gli altri dovessi sforzarmi di essere, mentre con lui devo semplicemente essere ciò che sono e lasciarmi andare.
Una volta fuori dal negozio camminiamo l'uno di fianco all'altra parlando delle nostre famiglie, lui si lamenta di dover stare dietro a suo fratello Mason che, a sua detta, è un tornado nonostante sia due anni più grande. Scopro che i suoi genitori non sono molto presenti per via del lavoro, ma quando stanno in casa cercano di dare il meglio ai loro figli.
«I tuoi come sono invece?» Una morsa mi prende lo stomaco. Non ho mai dovuto parlare di me, Arya sa già ciò che c'è da sapere, ma in questo momento mi trovo con le spalle al muro. Mi osserva in attesa. «Loro sono un po' severi, inseguono un ideale di perfezione che è una facciata», esalo un profondo respiro per continuare. Non voglio metterlo a conoscenza di tutti i dettagli, ma vorrei che sapesse con che persona ha a che fare.
«Non siamo sempre stati così, però qualcosa si è rotto e l'armonia di una volta ormai non c'è più.» Gli occhi mi si riempiono di lacrime che non voglio far uscire. Odio essere estremamente fragile, odio scoppiare per qualsiasi cosa.
«Vieni, entriamo qui, lo shopping ti aiuterà a liberare la mente almeno per qualche ora.» Gli sono grata per non aver cercato a tutti i costi parole di conforto, non voglio la sua pietà, ma solo passare una giornata tranquilla. Ci aggiriamo per il reparto femminile in cerca di qualcosa che faccia al caso mio. Qualche anno fa avrei preferito abiti maschili, poi però sono calata molto di peso e anche la taglia più piccola da uomo mi sta larga. Quando vedo un paio di jeans mi balena un'idea, afferro subito il primo della pila e controllo la taglia: 38. Il mio obiettivo sarà riuscire a portare questi pantaloni.
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Ricominciare da me
RomanceSelene non si è mai piaciuta e i suoi genitori non hanno mai mancato di farle notare tutto quello che non andava bene in lei. Selene da qualche tempo non vuole più mangiare, si rifiuta di trattare bene il proprio corpo per via dei mostri che le affo...