Ancora una volta mi sono svegliata con la testa pesante. Avrei voluto non ascoltare quella conversazione privata, farmi gli affari miei per non finire in un intreccio di segreti che non mi appartiene. Ma non l'ho fatto. Ora porto addosso un altro macigno, un peso invisibile che si somma agli altri e mi schiaccia un po' di più. Ma tutto torna sereno quando scopro di essere calata di peso. Almeno qualcosa si sta alleggerendo, anche se non è il mio cuore.
«Ei bellezza, oggi pomeriggio a casa mia, ti va?» Arya mi richiama. Fisso la sua lunga coda di cavallo ondeggiare sulle spalle minute.
«Si può fare, però devo essere a casa per cena.»
«Perfetto, prepareremo le valigie insieme come ho sempre sognato.» L'entusiasmo di Arya è contagioso, e non voglio spegnerlo. Sorrido. Mi presenterò da lei e farò esattamente ciò che desidera, glielo devo.
Mentre la voce squillante di Arya si affievolisce nella mia mente, mi rendo conto di quanto mi senta fuori posto oggi. L'aula è piena del solito brusio eppure l'atmosfera in classe è strana, quasi soffocante. Non mi sfugge il modo in cui Grace non mi stacca gli occhi di dosso, sembra seguire ogni mio movimento.
Un presentimento mi serra il petto, una sensazione che non riesco ad allontanare. Mi trapassa con lo sguardo, come se stesse scavando sotto la mia pelle. Non c'è bisogno di vederla per saperlo. Mi sta studiando. Abbasso il capo, incrociandola con la coda dell'occhio, e il respiro si fa irregolare. Non sbatte nemmeno le palpebre tanto è concentrata. Poi si muove. Mi si avvicina rapida, e quando mi è di fronte, istintivamente stringo le braccia attorno al busto, un gesto goffo per proteggermi.
Scansiona ogni centimetro del mio corpo, fino a fermarsi sulla maglia. Mi irrigidisco. La gola si secca. No.
«Stronza», sputa con la solita voce velenosa, ma stavolta è diverso. Non è solo rabbia, c'è qualcos'altro di sinistro nella sua espressione. Il modo in cui continua a fissarmi il petto in trance mi mette i brividi.
Seguo la traiettoria del suo sguardo e ovviamente non c'è nulla di strano a parte la maglia non mia che conserva molti ricordi. Un'ondata di calore mi assale. Il sangue martella forte nelle tempie, e tutto il mio corpo grida di scappare, ma non posso muovermi. Lei sa qualcosa. L'ha riconosciuta sicuramente, altrimenti perché quella faccia? Mi fa male tutto il corpo, il cuore mi sbatte contro la gabbia toracica, ancora e ancora, il sangue si infiltra giù tra le crepe del pavimento.
Sto per aprire bocca, ma lei esce dall'aula quasi correndo. Perché? Resto lì, con il cuore in gola, paralizzata dall'angoscia. Mi tormenta la possibilità, remota ma soffocante, che lei sappia. È impossibile però.
«Vado a vedere che le succede dato che le sue amichette non si muovono.» Arya si alza decisa. La sua bontà è disarmante, persino con persone che non meritano la sua attenzione.
Passano minuti interminabili che non fanno che accrescere il mio panico, ogni secondo scandisce una paranoia difficile da mandar via. Le starà raccontando la verità? Mi tormento le pellicine con i denti, cercando di fermare la marea di pensieri che mi assale. Ma no, ovvio, come potrebbe saperla? Eravamo solo io e lei.
Quando Arya torna il suo volto è indecifrabile, ma gli occhi tradiscono uno strano turbamento. «Non crederai mai a quello che sto per dirti. Ha scioccato anche me.» Il mio stomaco si chiude. Non voglio saperlo.
«Parla», la voce mi esce strozzata, tremante.
«Ho seguito Grace fino al bagno delle ragazze. Non crederai mai... stava piangendo. Singhiozzava, capisci? Era... devastante. Ho bussato per chiederle se ne volesse parlare, ma mi ha cacciata via malamente.» Mi guarda con gli occhi spalancati. «Tu credi che... ecco... che c'entri...» Lascia la frase in sospeso, ma non c'è bisogno che continui, ho capito benissimo.

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Ricominciare da me
RomanceSelene non si è mai piaciuta e i suoi genitori non hanno mai mancato di farle notare tutto quello che non andava bene in lei. Selene da qualche tempo non vuole più mangiare, si rifiuta di trattare bene il proprio corpo per via dei mostri che le affo...