Stamattina ho visto il peso scendere, sono arrivata a 50,34 e ne sono contenta, sicuramente è dovuto al digiuno di praticamente tutta la giornata precedente. Cammino per i corridoi aspettando l'inizio delle lezioni, finché il cellulare mi vibra in tasca insistentemente, quando controllo il display noto che Arya mi ha lasciato cinque messaggi uno dopo l'altro per dirmi che oggi non verrà a scuola. Non posso affrontare queste ore senza di lei, è l'unica persona con cui parlo per più di dieci minuti, ma non mi resta che rassegnarmi. Appena varco la porta dell'aula mi sembra già di sentire qualcosa di diverso rispetto a ieri, il profumo di rose non lascia dubbi, lei è qui. Grace Egger è una delle ragazze più popolari della scuola, nonché colei che mi dà il tormento ogni volta che ne ha la possibilità. Mi siedo stando attenta a non incrociare il suo sguardo e tiro fuori il libro di filosofia.
«Ma non ti vergogni ad uscire conciata così? Sembri una bambina senza casa, almeno te li cambi i vestiti?» sghignazza la bionda con il solito tono di superiorità. Faccio finta che non esista, ormai sono abituata all'insolenza sua e delle sue amiche. Se ci fosse stata Arya qui le avrebbe di sicuro tenuto testa, ma io non sono così, non ci riesco.
«Cosa c'è, non rispondi? Mamma e papà non ti hanno insegnato l'educazione? Ah no, scusa, loro ti odiano, esattamente come tutti.» Sembra divertita mentre sputa fuori queste parole, io cerco di ostentare indifferenza, ma in fondo so che ha ragione. Grace non dice più niente e per un attimo penso che sia tornata al suo posto, ma sbagliavo, mi prende per la gola e mi scaraventa sul muro. Fa male. Molto male. Quello che più mi ferisce è che tutta la classe stia assistendo a questa scenetta ridicola senza fare nulla. Ho una gran voglia di piangere, ma non posso darla vinta a questa snob perciò stringo i denti e impedisco alle lacrime di uscire. In un attimo Grace torna all'attacco e mi afferra i capelli tirando come se volesse strapparli tutti, i suoi occhi azzurri sono su di me, mi guarda come farebbe un animale con la sua preda. Mi chiedo perché si comporti così, cosa le avrò mai fatto di tanto brutto da darmi il tormento? Forse dovrei decidermi a fare qualcosa, non posso subire in silenzio ancora per molto e il professore tarda ad arrivare. Le afferro il polso e lo allontano stringendo più che posso, nel mentre la faccio cadere a terra, giusto per mettere distanza tra i nostri corpi e non dover continuare a lottare. Lei a quanto pare non vuole arrestarsi, forse imbarazzata per essere stata appena umiliata davanti ai nostri compagni che assistono allo spettacolo, mi fa cadere sulla schiena e si siede a cavalcioni su di me. Sta per sferrare un colpo quando qualcuno la avverte dell'arrivo del professore, quindi si alza, si sistema i capelli e si siede composta al banco, come se niente fosse successo.
A me brucia ancora la schiena per l'impatto col suolo e ho gli sguardi di tutti puntati addosso, vorrei solo scomparire. La lezione procede come sempre, però il posto vuoto accanto a me si sente, la mia amica non è qui a calmarmi e i pensieri prendono il sopravvento. Non mi accorgo nemmeno di starlo facendo, la mia mano si muove frenetica sul braccio, mi pizzico e mi gratto fino ad arrossare l'area, e poi continuo sempre più forte, più a fondo. Mi chiedo come posso essere ancora qui, se sapessi l'identità del mio salvatore non esiterei a urlargli quanto mi abbia complicato le cose e quanto mi faccia arrabbiare il fatto che quel coraggio adesso lo devo ritrovare. Per l'intera mattinata non faccio altro che pensare a Travor, a quanto sia gentile nonostante non mi conosca, per me è un mistero il perché voglia aiutarmi con matematica, ma forse trascorrere del tempo con qualcuno che non sia Arya mi farà bene. Al suono della campanella raccolgo le poche cose che avevo sul banco e mi precipito fuori per non dovermi più scontrare con Grace. Anche oggi devo resistere e non toccare cibo, però la fame si fa sentire e non riesco ad ignorare il mio stomaco che brontola, forse qualche foglia di insalata potrei mangiarle. Decido di andare al lavoro un po' prima in modo da poter fumare una sigaretta e ripassare quello che avrei dovuto ascoltare in classe, perciò preparo lo zaino ed esco. Fuori dalla Wise book mi gusto la mia Winston quando sento il profumo vanigliato che ho imparato a riconoscere, questa volta però è accompagnato da qualcos'altro di più forte: menta. Alzo lo sguardo e rimango stupita vedendo Travor in compagnia di un ragazzo. Lui mi squadra e non posso fare a meno di sentirmi a disagio, alcuni lineamenti sono quelli del fratello che, al suo fianco, gli dà una leggera gomitata sul costato.
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Ricominciare da me
RomanceSelene non si è mai piaciuta e i suoi genitori non hanno mai mancato di farle notare tutto quello che non andava bene in lei. Selene da qualche tempo non vuole più mangiare, si rifiuta di trattare bene il proprio corpo per via dei mostri che le affo...