Ogni mattina mi alzo con l'impressione di correre su un tapis roulant infinito: ogni passo mi avvicina o mi allontana dalla perfezione. Non posso permettermi di fermarmi. Ogni giornata, ogni gesto, ogni risultato si trasforma in una sfida contro il mondo.
Se Arya perde peso e io no, devo rimediare digiunando. A scuola devo essere la migliore della classe. In tutto quello che faccio, devo essere impeccabile, perché l'alternativa è inaccettabile: essere incapace, imperfetta. Diventare niente. Ecco ciò che mi spinge a prendere un quaderno e annotare le variazioni di peso.
Mi posiziono davanti allo specchio e inizio a spogliarmi lentamente. La mia immagine riflessa è un nemico da affrontare. Ogni imperfezione, ogni centimetro di pelle non conforme al mio ideale, urla contro di me.
Decido di prendere nota di tutto ciò che devo cambiare. Forse dovrei anche aggiungere foto di corpi perfetti, ritagli da riviste, e scrivere cosa mangio ogni giorno. Sì, così sarei più motivata.
Fisso la mia mascella. Troppo morbida, troppo piena. Vorrei fosse più affilata, spigolosa. Abbasso lo sguardo al collo. Lo tiro leggermente all'indietro con le dita, osservando come le ossa si fanno appena visibili. Non basta.
Le braccia devono diventare sottili al punto da poterle circondare con una mano. Le clavicole devono sporgere come ali spezzate, e le costole? Devono potersi contare. La pancia non è ancora piatta, non come dovrebbe, le maniglie dell'amore non le ho, però i fianchi devono ridursi, e le gambe devono diventare due ramoscelli, non devono toccarsi. Forse a quel punto riuscirei a non vergognarmi di mettere i pantaloncini, o il costume.
Ogni commento è una condanna, ma il mio corpo urla "imperfezione", e so che non sarò mai abbastanza. Scrivo e riscrivo nel dettaglio come deve essere il mio corpo e la penna -ironia della sorte- smette di funzionare.
Mi allontano dallo specchio con un nodo in gola. La stanza sembra stringersi intorno a me; il respiro diventa pesante, come se l'aria fosse fatta di piombo. Mi siedo sul bordo del letto, il quaderno accanto a me. Sono così stanca...
Un ronzio lieve mi distrae. È il frigorifero, impossibile che lo senta da qui, forse sono provata dal giudizio severo dello specchio. Ma con quel suono, arriva il pensiero del pranzo. Non mi sono accorta di che ore fossero, eppure adesso non riesco ad ignorarlo.
Mi alzo lentamente e mi trascino verso la cucina. Apro il frigorifero e trovo delle verdure cotte che mia madre ha lasciato per me, ordinate in un piatto coperto di pellicola trasparente. È un gesto premuroso, ma non riesco a vederlo in questo modo. Le verdure sono lì, un test silenzioso della mia forza di volontà.
Chiudo senza prendere nulla. La voce nella mia testa è più forte di ogni altra cosa, e mi impone di non mangiare. Soprattutto se nessuno mi guarda.
Supero il portone e l'aria fredda mi colpisce come un secchio d'acqua gelida, costringendomi a chiudermi ancor di più nel giubbotto. Per arrivare alla Wise book prendo una strada diversa in modo da allungare il percorso e bruciare più calorie, non ho scelto la giornata migliore, il vento mi graffia le guance e mi fa barcollare avanti e indietro come fossi una marionetta, ma ho delle priorità. Mentre aspiro dal filtro spero di sparire come il fumo della mia sigaretta, ma sono ancorata alla terra purtroppo.
«Ehi», la voce calda di Travor mi raggiunge mentre sto per entrare. «Come te la cavi con matematica a casa?»
«Direi bene, tutto merito del mio insegnante», gli faccio l'occhiolino. Orami lo conosco abbastanza da non sentirmi più a disagio ad ogni minimo movimento, il che è strano, ho imparato così velocemente a fidarmi di lui che ne sono stupita e anche impaurita.
«Ti ho preparato degli esercizi simili a quelli della verifica. E anche un riassunto con tutte le regole, così puoi studiare meglio se qualcosa non ti è chiaro.» Non mi merito tutta questa gentilezza, ma lui non ammette repliche scuotendo il capo.

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Ricominciare da me
RomanceSelene non si è mai piaciuta e i suoi genitori non hanno mai mancato di farle notare tutto quello che non andava bene in lei. Selene da qualche tempo non vuole più mangiare, si rifiuta di trattare bene il proprio corpo per via dei mostri che le affo...