Capitolo 2

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« Sapete cosa? Avrei una gran voglia di andare a ballare. » le labbra della mia migliore amica si schiusero per lo shock che le avevo appena provocato dato il mio non essere particolarmente predisposta per le discoteche.
« Sei sicura? Potresti annoiarti il minuto dopo essere appena entrate. » Ashley, la festaiola del nostro trio, mi scrutò come se fossi un alieno.
Gli uomini erano soliti invaghirsi di lei per le sue lunghe ciocche bionde fino al sedere, i suoi occhi di una tonalità simile al verde smeraldo, le gambe lunghe che avrebbero fatto invidia ad ogni ragazza ed il fisico perfetto data la forte e severa dieta che seguiva ininterrottamente. La sua rivelazione nei riguardi di un futuro come personal trainer mi sconvolse in quanto l'avevo sempre immaginata come modella.
Le sorrisi. « Sì, sono abbastanza tranquilla stasera e voglio approfittarne. » il sabato di solito me lo concedevo come giorno riposo sul divano con un bel plaid a vedere un film ma quella volta decisi di cambiare.
« Ragazze, non mi risponde. » Laura sbuffò spazientita. « Non capisco che cosa abbia quel ragazzo in quel cervello. » lei incarnava perfettamente l'amica quasi sposata ma che il più delle volte aveva problemi con il proprio partner.
Al contrario di Ashley, Laura era più semplice e meno ossessionata dal proprio fisico ed era questo che mi portava ad essere più vicina a lei. Il volto era contornato da folti capelli castani che non superavano le spalle, occhi marroni contenenti delle leggere sfumature color caramello ed il fisico di una persona che non si trascura; Aveva delle belle curve ed era questo che all'inizio aveva principalmente attratto il suo attuale fidanzato, Mark, conosciuto alla facoltà di lettere nella quale lei si era laureata.
« Lascialo stare... » Ashley stava applicando un rossetto bordeaux sulle labbra carnose ottenute grazie alla siringa di acido ialuronico fatta pochi giorni prima. « È un coglione come tutti gli altri ma appena vedrà che ti sta perdendo tornerà da te subito...è quello che fanno tutti quando capiscono che stanno ragionando con il loro organo genitale e non con la testa. »
Socchiusi gli occhi facendo una smorfia sapendo che Ashley aveva scatenato un putiferio senza saperlo.
« Perché? Credi mi stia tradendo? » come volevasi dimostrare...
Scossi la testa e mi avvicinai a Laura sul divano di casa mia. « Non voleva dire questo, voleva solamente dire che è ovvio che Mark non si stia comportando in modo corretto. Sai come sono fatti gli uomini... sono rare le volte in cui ragionano in modo maturo. » lei parve rilassarsi leggermente mentre Ashley mi guardò grata per quel salvataggio.
« Adesso che ne dici di uscire un po'? L'ho detto ad Ashley mentre tu eri in bagno. » lei assunse un'espressione dubbiosa.
Ashley si alzò dallo sgabello posizionato vicino la penisola della cucina e si avvicinò a noi. « Ti farebbe bene distrarti, non credi? Ci conosciamo da molto e non ti ho mai vista così giù per un ragazzo e questo non è un bene Laura, perché non dimostri a quel pallone gonfiato quanto tu sia incredibilmente stupenda ed indipendente? Non hai bisogno di lui per sentirti bella e sicura perché lo sei già quindi adesso ci diamo una sistemata e diamo una mano ad Allison nello scegliere cosa mettere. » Ashley era brava nell'arte del parlare, aveva il potere di farti sentire potente e sicura di te stessa con qualche frase.
« Va bene. » infatti Laura si alzò e si diresse nel mio bagno per iniziare a truccarsi.
Ashley scrollò le spalle e si rivolse a me. « È stato facile. »
Scossi la testa sinceramente preoccupata. « Lui la sta letteralmente tradendo. » era palese agli occhi di tutti ma non avendo una prova concreta non potevamo parlarne con sicurezza.
« Serve solo che lei lo veda con i suoi occhi... che stronzo! Sai, a volte mi ritengo fortunata a non essere innamorata. » Ashley mi guardò curiosa di conoscere il mio punto di vista ma mi ritrovai in una profonda difficoltà nel risponderle dato il ruolo marginale che l'amore aveva sempre avuto nella mia vita.
« Io non lo so, so solamente che se mai dovessi incontrare un coglione del genere ti autorizzo a darmi uno schiaffo e a farmi capire in che guaio io mi stia cacciando. »

Arrivammo verso le dieci in un locale che una cliente aveva vivamente consigliato ad Ashley.
Era enorme ed era strutturato in due piani nei quali la pista da ballo si trovava al primo piano ed i tavolini per consumare i propri drink al secondo piano.
Appena Laura intercettò il bar si incamminò verso quest'ultimo. « Io, ragazze mie, credo che mi butterò sull'alcool. »
Ashley si guardò intorno prima di mormorare. « Potrei anche seguirti però voglio prima sondare bene la situazione. »
Quella sera sarei stata io a guidare quindi le due ragazze si sentirono subito libere di dare per scontato di potersi ubriacare
senza sapere che non avevo la minima intenzione di star dietro le loro personalità fortemente alterate dopo aver bevuto.
« Non esagerate, non ho intenzione di fare da babysitter ad entrambe. » le redarguì sia con la voce che con lo sguardo e parvero comprendere il messaggio.
« Noi andiamo a prendere da bere, vuoi qualcosa? » scossi la testa verso Ashley mentre esaminavo lo spazio intorno a me.
« Ashley. »
« Sì? » tornò indietro tenendo di vista Laura che già si era catapultata sul piano bar.
« Ero seria, spero che almeno tu l'abbia capito. Non sono vostra madre e non posso dirvi cosa fare ma almeno tu stasera non ubriacarti troppo, non ce la faccio a reggere tutte e due ubriache. » le trasmessi attraverso i miei occhi tutta la severità che cercavo di incuterle.
Lei annuì. « Va bene, berrò ma in modo moderato. Ci aspetti qui? »
Scossi la testa. Mi trovavo al centro del secondo piano e non mi sembrava il caso restare in mezzo ai tavoli. « Prendo un tavolo, vi aspetto seduta a quello infondo a destra. »
Lei annuì e tornò da Laura mentre io mi diressi verso il tavolo in questione che sembrava essere in una zona appartata del locale. Controllai se il cellulare avesse la suoneria al massimo per eventuali emergenze e cercai di godermi l'inizio serata che non pareva essere tragica come immaginavo... insomma, era anche normale per una donna uscire qualche volta nel fine settimana eppure non lo facevo quasi mai.
Sentì l'urgenza di contattare zio per sapere cosa stesse facendo proprio come lo si fa tra amici, era questo che eravamo oltre ogni ruolo genitoriale.
Sono in un bar a prendere qualcosa con degli amici, tu dove sei? Era bello sapere che fosse uscito dato che a volte mi preoccupava la sua sedentarietà.
Sono uscita con Ashley e Laura. Digitai subito speranzo che non si mettesse a farmi il solito discorso sullo stare attenta.
Cerca di non pensare al lavoro, so che lo fai sempre ma è normale staccarsi un po' a volte. Cercò di rincuorarmi ma decisi di non interferire con la sua serata di svago e lo salutai con la promessa di non bere e di non cacciarmi nei guai.
« Siamo tornate. » Laura parve essere già sbronza mentre Ashley tratteneva due bicchieri tra le mani guardandomi seria.
« Ti ho preso un Mojito analcolico, il tuo preferito. » ringraziai la bionda e osservai Laura scatenarsi a ritmo di musica nonostante non fosse quella la zona adatta per ballare.
Ashley si avvicinò lentamente a me e sussurrò all'orecchio: « Ho visto Mark, sta cercando di abbordare una ragazza in pista. Laura è scatenata, vuole ballare, ma se la porto lì lo vedrà sicuramente e ne sarà dev- »
« Oh cavolo. » sbottai alzandomi dallo sgabello sul quale ero seduta.
« Cosa? Cosa c'è? »
« Laura sta andando in pista la dobbiamo seguire. » presi la mia pochette lasciando le bibite sul tavolo per inseguire la nostra amica che si trovava già sulle scale per dirigersi al piano sotto.
« Mi ero dimenticata quanto fosse veloce ed attiva Laura di sbronza! » Ashley urlò per farmi sentire la sua voce dato l'elevato volume della musica pop.
« Riesci a vederla da qui? » le chiesi una volta giunte alla fine delle scale che ci portarono al primo piano, nella pista da ballo.
Ashley scosse la testa e questo bastò per far alterare il mio sistema nervoso; Odiavo le persone poco responsabili e Laura in quel momento incarnava proprio quel prototipo di persona.
Ashley avvertì la mia irritazione e per questo mi toccò la spalla delicatamente. «È ubriaca, non ragiona lucidamente. »
Ignorai il suo tentativo di giustificare la nostra amica ed insieme ci facemmo spazio tra corpi sudati che ballavano scatenandosi. « Non riesco a veder- » mi bloccai quando andai a finire contro un corpo così tonico e duro da far sembrare quel torace un muro di cemento.
« Cazzo, stai attenta! » non riuscivo a scorgere il viso dell'uomo maleducato che si era rivolto a me con quell'atteggiamento poco cortese ma il timbro di voce era caldo e forte.
« Dovresti stare tu attento, razza di coglione. » non ero solita usare certi termini ma a volte bisognava abbassarsi a certi livelli.
Decisi di sorpassarlo senza aspettare una sua risposta mentre sentì ridacchiare Ashley dietro di me. « La perfetta dottoressa Allison Anderson che insulta uno sconosciuto... esilarante. »
Non le risposi e continuai a guardarmi intorno finché non decisi di provare a cercarla fuori il locale dati gli scarsi risultati nella pista da ballo.
« Tu sei un bastardo, figlio di puttana, stronzo, io ti odio! » avevamo decisamente trovato Laura.
Fuori al locale lei stava completamente inveendo contro il suo ragazzo mentre quest'ultimo se ne stava disinvolto con la schiena appoggiata al muro, le mani nelle tasche e l'espressione di uno al quale poco importa di cosa si sta parlando.
« Dovremmo intervenire? » Ashley sembrò preoccupata ma io scossi la testa pensando che fossero cose private.
« Tu mi hai tradito! L'hai sempre fatto, non è così? » la sua voce era incrinata per le lacrime e questo provocò un grande dispiacere nel mio animo.
Lui sembrava pronto ad andarsene e a mollarla lì fuori. « Non ti ho tradito sempre, è successo solo due volte. »
Gli occhi della mia amica si spalancarono dal dolore. « Perché mi sono innamorata di un imbecille come te? Che cosa c'è di sbagliato in me! »
Quella scena sembrò fare breccia nel cuore di pietra di Mark che le si avvicinò e le prese il viso tra le mani. « Non pensare che non mi sia mai importato di te perché non è assolutamente vero, era da un po' che le cose non andavano per il verso giusto e ho agito d'istinto e so di aver sbagliato perché tu non meriti di essere trattata così. »
Io e Ashley venimmo subito distratte da delle voci dietro di noi.
« Dove cazzo è finito Mark? »
« Penso si stia facendo quella rossa che ha abbordato nel bagno. »
Io ed Ashley ci girammo ed io andai a sbattere contro il torace di un uomo per la seconda volta nella serata.
Presa alla sprovvista non mi staccai subito e quando alzai gli occhi rimasi sconcertata dalla bellezza che mi ritrovai dinanzi. L'uomo era alto, forse sul metro e novanta, il petto era tonico e massiccio e a farmi capire che non si trattasse dell'energumeno di prima fu il profumo fresco e maschile che emanava quello dinanzi a me, i capelli corvini e ricci ben sistemati, la mascella squadrata, le labbra carnose leggermente rosse, il naso dritto e perfetto ed infine gli occhi, quelli mi colpirono maggiormente perché non ne avevo mai visti di una tonalità così speciale. Il leggero bagliore del lampione della strada fece sì che potessi ammirare quell'azzurro chiaro venir macchiato da delle striature di un verde smeraldo così vivido che riportò subito alla mia mente il colore dello smeraldo. Da quegli occhi così particolari, così vividi e meravigliosi fuoriuscì un gelo che non mi aspettai di sentire e questo, contro ogni logica, mi spaventò.
« Mason, Cole, sono qui. » la voce di Mark mi fece distaccare dal corpo dell'uomo e mi affrettai a scusarmi.
« Mi dispiace. » mormorai mantenendo lo sguardo su quelle iridi che nel frattempo mi ispezionarono dalla testa fino alle décolleté nere lucide. La mia gonna a tubino nera e la camicia bianca al suo interno mi sembrarono improvvisamente inadatte.
Lui non mi degnò di una parola e decise di oltrepassarmi investendomi con il suo profumo che registrai automaticamente nella mia mente come l'odore più buono che avessi mai sentito.
L'altro amico ispezionò Ashley e le rivolse un sorrisetto intendendo qualcosa di più passionale a differenza dell'amico che mi aveva rivolto un solo sguardo decidendo poi di oltrepassarmi.
« Allison, Ashley. » Laura ci raggiunse lasciando perdere il suo ormai ex fidanzato. « Ce ne andiamo? Non voglio più restare qui. »
Annuì distrattamente mentre il mio sguardo rimase incollato sull'uomo che ormai si trovava di spalle alla mia figura regalandomi la visione della sua schiena e dalle sue spalle fasciate da un cappotto nero che lo rendeva elegante.
« Allison. » non riuscivo a staccare gli occhi, ero stata vittima di uno strano maleficio, mi sentivo calamitata dalla presenza di quell'uomo in un modo del tutto nuovo e contorto. L'uomo si girò appena di profilo per prendere un pacchetto di sigarette dalla tasca del cappotto e quando si accorse della nostra presenza decise di iniziare a fumare mantenendo le sue iridi verso le nostre figure, precisamente sulla mia. Li sentì addosso quegli occhi, li sentì ovunque, sulle gambe, sulla pancia, sul seno, sulle labbra e negli occhi provocandomi una tachicardia molto forte.
« Allison, sei viva? » mi risvegliai dal mio stato di trance e assottigliai lo sguardo verso di lui per assumere il suo stesso atteggiamento di sfida.
« Sì. » mormorai debolmente. « Andiamocene. »
Gli altri due uomini si girarono verso di noi e a quel punto decisi di mettere fine alla scena ridicola da ragazza imbambolata che stavo attuando nei confronti dell'uomo sconosciuto e andammo via.

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