Capitolo 13

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Ero concentrata nell'applicare il mascara quando ricordai che quella sera avrebbe inevitabilmente presenziato anche Mason in qualità di figlio della famigerata Rose, il solo pensiero di incontrarlo in vesti familiari mi mise a disagio ma sperai che almeno in quel contesto riuscissimo ad instaurare un rapporto decente.
Non riuscivo proprio a capire il suo comportamento, tutti gli uomini erano noti per essere egocentrici ed esibizionisti al massimo mentre lui era completamente diverso, forse fu proprio quello ad attrarmi così tanto.
« Ha ragione tuo zio. » ripetei in un sussurro. Mi ero interrogata a lungo su quelle parole ma non avevo trovato una valida e logica spiegazione, avevo l'immensa voglia di chiederglielo in persona ma sospettavo che avrebbe evitato la mia domanda.
Ero sicura che qualche evento psicologico avesse colpito la sua vita perché mi rifiutavo di pensare che una persona potesse apparire in quel modo solo per il proprio carattere, ero curiosa di scoprirlo, smaniavo dalla voglia di rivedere il suo volto senza la maschera di freddezza e compostezza che acquisiva sempre e che con me aveva tolto per pochi minuti.
Spalancai l'armadio e presi tra le mani un tailleur celeste decidendo per una volta di lasciar andare il nero o il bianco.
Con le scarpe col tacco nere tra le mani risposi al telefono che continuava a squillare imperterrito. « Pronto. » c'era una peculiarità nella mia persona ovvero il vizio di mangiare le labbra quando ero particolarmente nervosa, quella sera le scorticai così tanto da farle sanguinare e per quel motivo mi diressi subito in bagno per applicare del balsamo rigenerante.
« Che ti sei messa? Che ti sei messa? » Laura cantilenò al telefono mentre io alzai gli occhi al cielo.
Mi guardai allo specchio e analizzai le ciglia folte per assicurarmi che il mascara fosse messo bene senza sbavature. Non sapevo truccarmi benissimo soprattutto per la mia pigrizia quindi optavo sempre e solo mascara, a volte utilizzavo il correttore ma principalmente solo in fase ciclo per lo spuntare di brufoli.
« Un tailleur celeste, perché sei così entusiasta? » infilai le scarpe e mi guardai allo specchio per accertarmi che tutto fosse apposto, dalla camicia bianca sotto la giacca ai pantaloni che scendevano perfetti lungo le gambe che purtroppo non erano quelle di una modella, non ero altissima ma i tacchi mi avrebbero aiutato mentre la giacca aperta lasciava intravedere le dimensioni del mio seno abbondante ma non me ne preoccupai data la visione assolutamente non volgare.
« Perché ci sarà Mason. » sbottò ovvia e le sue parole mi fecero raggelare.
« Laura. » mormorai lentamente immobilizzandomi. Odiavo nel verso senso della parola creare teatrini romantici ed entusiasti tra le mie amiche sopratutto perché Ashley tendeva ad enfatizzare tutto quello che riguardasse l'amore ed il sesso quindi ebbi sinceramente timore che il mio piccolo segreto diventasse visibile a tutti.
« Non preoccuparti, non ne ho parlato con nessuno. » un sospiro di sollievo uscì dalla mia bocca. « L'ho intuito da sola, ti conosco e un paio di volte ti ho colta in flagrante mentre lo guardavi ma non ho voluto dire niente per non metterti a disagio. Quando siamo andate a casa di Mark ad un certo punto sono uscita dalla cucina per andare in bagno ma l'ho fatto così silenziosamente che non ve ne siete accorti e vi ho visti mentre vi guardavate e mio Dio credo di non aver mai visto una tale connessione prima d'ora. » non seppi come fermare le farfalle che iniziarono a volteggiare nel mio stomaco.
« Io...io sono consapevole che non succederà mai nulla, lui non rischierebbe mai con me perché è legato a mio zio. »
« Credimi se dovesse rendersi conto che è realmente preso manderà a fanculo tuo zio, con tutto il rispetto. » avevo compreso il concetto ma a spiazzarmi fu la sicurezza con cui lo disse.
« Mi sembri essere sicura che anche lui mi trovi interessante. » ammisi.
La sentì sorridere. « Conosco Mason da quando ho iniziato a frequentarmi con Mark, non posso dire di avere un rapporto confidenziale perché l'hai capito anche tu di che pasta è fatto ma so per certo che non fa mai nulla a caso, l'ho imparato con il tempo. »
« A cosa ti stai riferendo? » non mi importai del balsamo sulle labbra e ricominciai a mangiarmi il labbro inferiore.
« Se non gli fossi interessata non ti avrebbe proprio parlato, se non fossi una persona rilevante non si sarebbe avvicinato in quel modo a te. » si riferiva a quando ci ritrovammo faccia a faccia vicino alla vetrata dell'attico del suo ragazzo.
Storsi le labbra. « Io non lo so, so soltanto che sono inspiegabilmente attratta da lui in un modo mai successo prima d'ora. » era la prima volta che lo ammettevo a voce alta con qualcuno.
« Non ti biasimo assolutamente, insomma... ma l'hai visto bene? Quello suscita curiosità anche in una dodicenne. » ridacchiai. « Senti...adesso viviti le cose come vanno senza fasciarti troppo la testa ma sicuramente non è un uomo semplice, ha i suoi problemi da affrontare però sono sicura che anche lui sente ciò che senti tu. Io vi ho visti l'altra volta e sono rimasta meravigliata, dall'esterno emanate una connessione e un'energia destabilizzante e non so quanto questo possa essere innocuo per due persone che fanno di tutto per scansarsi. »
« Grazie. » a modo suo mi stava rincuorando.
« Di nulla, adesso finisci di prepararti e lascialo a bocca aperta. Ci sentiamo domani per tutti eventuali dettagli, baci. »

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