Capitolo 30

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« Hai da fare oggi? » mormorai sbucando dalla mia camera da letto.
Lo osservai guardare disinteressato la televisione e presi posto sul divano guadagnandomi il suo sguardo. « Perché me lo chiedi? »
Iniziai a contorcermi le mani. « Io... in realtà stavo pensando di uscire un pò oggi. »
Nei suoi occhi vidi una scintilla di stupore. « Vuoi uscire con le tue amiche? »
« No! » la velocità con la quale risposi destabilizzò sia me che lui.
Incrociò le braccia al petto e mi sforzai per non abbassare lo sguardo sui suoi bicipiti. « Vuoi scendere con me? »
Fui certa del color porpora delle mie guance mentre gli occhi restarono incollati alle mie dita. « Vorrei solo fare un giro non è che devo per forza venire con te. » non avrei mai voluto far crescere il suo ego già smisurato.
Alzò le spalle. « Va bene allora esci con le tue amiche. » si girò verso la televisione ed a quel punto alzai lo sguardo su di lui.
La verità era che volevo semplicemente passare del tempo con lui per tentare di conoscerlo meglio, ma non glielo avrei mai confessato.
Sbuffai. « Ashley non c'è dato che deve uscire con Cole, Laura e Mark stanno sempre appiccicati e oltre loro non ho più nessuno. »
Sogghignò. « Ah bene...quindi sarei la ruota di scorta. »
Coglione. Stronzo. Arrogante. Stupido. Imbecille.
Oltre al desiderio di passare un pò di tempo con lui al di fuori delle mura casalinghe, c'era il mio sentirmi sicura solo se avessi avuto lui insieme a me.
Mi misi le mani nei capelli con disperazione approfittando del fatto che non potesse vedermi. « Puoi accontentarmi senza fare tremila altri problemi, grazie? »
« Strano... » aggrottai le sopracciglia e ascoltai. « Ho sentito Cole poco prima e mi ha detto che non aveva niente in programma. »
Mason si girò di nuovo verso di me e mi guardò con espressione sarcastica facendo cadere in pieno la mia bugia.
« Ti stai divertendo? » abbassai le difese e terminai il mio show ridicolo con risultato un sorriso genuino da parte sua che mi fece tremare le gambe.
Mi guardò profondamente negli occhi. « Vai a vestirti. »
Sorrisi istintivamente e corsi come una bambina nella mia stanza per rendermi presentabile nonostante le occhiaie e i capelli ormai inguardabili.
Mi diressi nella mia stanza per indossare un pantalone nero con sopra una camicetta bianca un pò corta sul sedere, mi guardai allo specchio e per la prima volta dopo tanto non provai ribrezzo nel guardarmi nonostante evidenti segni di dolore psicologico ancora vividi.
Lo aspettai seduta sul divano con le gambe che tremavano per l'ansia, era la prima volta che ci interfacciavamo in un ambiente esterno al mio appartamento ed il pensiero mi rendeva nervosa.
Appena uscì dal bagno mi chiesi come fosse umanamente possibile essere talmente belli da lasciare qualsiasi donna a bocca aperta, era realmente una calamita per gli ormoni femminili.
« Invece di restare lì imbambolata prendi una giacca che sulla moto fa freddo. » ero stata beccata in pieno.
Raddrizzai la schiena ed alzai le spalle. « Mi sembrava di aver visto un insetto accanto a te. »
Aspettò qualche secondo, il tempo di girarmi per andare nella mia stanza, per borbottare qualcosa a bassa voce che però non riuscì a comprendere.
Lasciammo l'appartamento e uscimmo dall'edificio per dirigerci verso la sua moto rigorosamente rossa.
« Sobria. » cercai di ironizzare ma lui non se ne curò.
Data l'altezza abbastanza importante della moto non ci impiegai poco tempo a salire ma una volta seduta iniziai a preoccuparmi della velocità che potesse raggiungere.
« Chiariamo le cose... » iniziai a dire mentre lui si allacciava il casco nero. « Ho una profonda ansia per le curve quindi se hai intenzione di farle come se stessi facendo una gara puoi anche considerarmi morta... » intanto lui sembrava non ascoltarmi minimamente mentre infilava le chiavi per farla partire. « E ti chiedo di non correre troppo se non vuoi che mi venga un inf- »
Parole al vento, le mie furono parole al vento dato che partì subito come un razzo costringendomi istintivamente ad aggrapparmi con tutte le forze al suo busto che si contrasse al contatto con le mie mani.
« Stronzo. » borbottai stando attenta a non farmi sentire ma con scarsi risultati dato che, per dispetto, fece una curva inclinandosi proprio come avevo detto di non fare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 06 ⏰

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