Qualcuno dovrebbe prendersene cura... pensai osservando il parco vicino casa non molto trasandato.
Passeggiare e stare seduta su quell'altalena arrugginita mi faceva sentire bene, avevo la percezione che nulla fosse cambiato se me ne stavo lì a pensare, mi sentivo quasi la vecchia Allison.
Mi spinsi con i piedi per prendere velocità sull'altalena aspettando di vedere l'anziano giapponese, speravo davvero di incontrarlo per provare nuovamente quel briciolo di sicurezza che sapeva infondere con le sue parole.
« Magnifica giornata, non crede? »
Il mio intuito non sbagliava mai.
Mi girai subito verso di lui trovandolo con il sorrisetto e gli occhiali da sole... quell'uomo parve essere uscito da un film.
« Sì, meravigliosa giornata. » gli sorrisi cortesemente e fermai l'altalena.
Osservai il kimono verde vestire fino ai piedi senza permettermi di vedere quali scarpe indossasse e pensai a quanto fosse bella quella tonalità di verde, simile al verde smeraldo.
« Allora signorina... come sta? » mi venne da sorridere per la sua fisima con questa domanda.
Mi scrutò in attesa di una mia risposta. « Sto facendo progressi. »
Lui parve assumere un'espressione contrariata. « Le ho chiesto come sta non cosa sta facendo. »
Di solito quel tono di voce mi infastidiva come poche cose, l'essere quasi rimproverata mi tediava molto, invece pronunciato da lui mi spronò. « Sto... » cercai invano di continuare la locuzione.
L'anziano mi guardò stupito. « Eppure mi sembra una donna così forte... » rialzai lo sguardo che avevo abbassato poco prima e lo guardai con stupore.
« Scusi? »
Si avvicinò lentamente e si posizionò difronte. « Io non la conosco eppure mi sembra una donna con un animo così audace... come può non rispondermi ad una domanda così importante per la seconda volta? »
Non abbassai lo sguardo e dissi la prima cosa che mi venne in mente. « Mio zio è morto. »
Lui alzò le spalle. « E allora? Tutti moriremo prima o poi. »
In un primo momento la sua leggerezza mi provocò un sussulto e la sua noncuranza mi stupì ma successivamente, soffermandomi su quel concetto, mi resi conto di quanto avesse ragione.
E allora che senso ha? Mi domandai seriamente che senso avesse preoccuparsi per una vita agiata per poi morire improvvisamente, la vita era così contorta?
Lo sentì sospirare. « La morte è dovunque la stessa. Ma varia la vita, fino al momento della morte. Sulla maschera di un volto spento, cerchiamo le tracce della vita vissuta; non è la morte, che ci fa paura nel volto di un trapassato, ma la vita che lo aveva animato. È quella vita che noi cerchiamo, che tentiamo di visualizzare, quella vita la cui assenza ci riempie di paura. » ascoltai rabbrividendo le sue parole. « Lo dice Yehiel De-Nur. »
« Anche io ho perso delle care persone, signorina, ma di certo non posso fermare la mia vita perché se ne sono andate. » sentì tutta la mia angoscia fermarsi nella trachea. « In questo momento le sembrerò privo di tatto ma è così, nella vita c'è bisogno di realismo ed oggettività per andare avanti; Piangersi addosso per molto tempo non riporterà indietro le persone amate che abbiamo perso, il dolore è una cosa normale ma farsi logorare l'anima non porterà a nulla di buono se non alla fermentazione di solitudine e rabbia. »
Lo guardai incapace di pronunciare qualsiasi parola, lui parve capirlo e così decise di lasciarmi sola.
Io il dolore lo avevo sempre immaginato come un virus da estirpare ma pensai di star sbagliando, forse avrei solo dovuto assimilarlo ed accettarlo per imparare a convivere con esso.
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SERENDIPITÀ
RomanceDolore, gioia, timore e amore, sono queste le componenti di questa storia il cui scopo è rimembrare quanto un solo ed unico evento possa cambiare le sorti della propria vita. Il termine Serendipità vuole esprimere la fortuna di fare scoperte per pu...