𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟕

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30 ottobre 2021

FILIPPO

Erano passate due settimane dalla discussione con Valerio e negli ultimi giorni non lo avevo sentito neanche per messaggio. Mi dispiaceva per come mi ero comportato con lui, forse avevo avuto una reazione un pochino esagerata. Ero consapevole che ognuno avesse il diritto di gestire la propria vita come meglio credesse, senza che nessuno gli rompesse le palle, ma in quel momento non avevo nessuna intenzione di andarci di mezzo io.

Mi sentivo tra due fuochi: da una parte, la mia lite silenziosa con Samuele; dall'altra, la voglia che avevo di concludere con Valerio. Non che le due cose fossero collegate, ma sentivo che prima di tutto avrei dovuto risolvere la situazione con Samu, perché, dopo un mese di lezioni, avevo capito che non mi stava più bene continuare a ignorarci facendo finta che fosse tutto a posto. Avevo la sensazione che anche lui provasse disagio ogni volta che ci incrociavamo in aula, e dopo aver visto come aveva guardato me e Valerio ne avevo avuto la certezza.

Avrei dovuto parlargli a cuore aperto per capire i suoi sentimenti e provare a ricominciare la nostra relazione da capo. O chiuderla definitivamente. In quel caso mi sarebbe dispiaciuto, ma, se la decisione fosse avvenuta a seguito di un dialogo civile e costruttivo, lo avrei accettato senza insistere oltre.

In quei giorni di distacco da entrambi, mi ero concentrato sullo studio, a platinare un po' di videogiochi e a frequentare i miei compagni di università. Il sabato sera precedente, ero andato al cinema con Luca, Daniela e un gruppo di amici di lei, ed ero riuscito a godermi la serata

Questo weekend, però, ci sarebbe stata la tanto attesa festa di Halloween di medicina. Ero sicuro che Valerio ci sarebbe andato e mi erano giunte voci che anche Samu aveva confermato la sua presenza. Così, travolto di nuovo dal vortice di pensieri turbolenti, me ne stavo disteso sul mio letto a fissare il nulla.

Ero totalmente al buio, con le tapparelle tirate giù, la luce spenta e la porta chiusa. Durante i miei momenti di riflessione catartica non volevo essere circondato da distrazioni inutili, perché dovevo svuotare la mente e focalizzarla sull'obiettivo: dissipare le nubi dal mio cuore e capire come chiarire con Samu. Per farlo, dovevo sbloccare i ricordi che ci legavano e affrontarli, aprendo quel cassetto del mio subconscio nel quale li avevo relegati per chiuderli poi a doppia mandata e buttare via la chiave.

Presi qualche profondo respiro, chiusi gli occhi, e mi teletrasportai indietro di tre anni, quando ancora giocavo a tennis... e all'estate che aveva rappresentato il mio punto di rottura con Samuele Miglia.

Estate 2018

All'età di quattordici anni, non mi ero ancora sviluppato del tutto e mi ero ritrovato ad abbandonare il basket. La pubertà aveva deciso di far esplodere in altezza e robustezza tutti i miei compagni di squadra, bloccando me nel corpo di un undicenne gracilino. Mi sentivo così in soggezione a cambiarmi in loro presenza (anche per altri ovvi motivi), che avevo deciso di cambiare sport e puntare su uno individuale. Avevo scelto il tennis perché Samu ci giocava da tanti anni e ne era sempre stato molto entusiasta, così mi ero iscritto al suo stesso circolo sperando che i nostri rapporti diventassero più frequenti.

In realtà, mi capitava raramente di incontrarlo agli allenamenti, ma in quelle occasioni, mi ero reso conto che avevo iniziato a guardarlo con occhi diversi. Anche lui aveva perso l'aspetto del bambino diventando un giovane uomo. Era atletico e slanciato, con braccia e gambe toniche, senza essere però troppo muscolose. I lineamenti del viso si erano fatti un po' più marcati ma i suoi occhi marrone scuro continuavano a mantenere la stessa malinconia di sempre. Era diventato più bello di quanto avessi mai potuto credere e vederlo giocare era una gioia per gli occhi... e non solo!

Sunrise (You're my... vol. 1 - BoyXBoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora