𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟐𝟎

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13 gennaio 2022

FILIPPO

Aver parlato con Vale e Samu su quanto avevano combinato a Capodanno, mi aveva confermato un'idea che da un po' si era fissata nella mia testa: quei due si piacevano, e tanto. Purtroppo, però, non c'erano ancora le condizioni affinché anche loro arrivassero alla stessa conclusione senza farsi prima del male a vicenda. Valerio era ancora convinto che fosse tutto un gioco, uno di quelli stuzzicanti, che avrebbe proseguito allo sfinimento fino a che non ne sarebbe uscito vincitore. Ed ero certo che sarebbe accaduto, perché Samu non avrebbe retto ancora a lungo quella tensione e avrebbe ceduto rischiando di farsi spezzare il cuore già fragile di suo. 

A quel punto, non sapevo se avrei avuto le forze di sentir piangere il mio amico ancora una volta. Le sue lacrime del giorno prima avevano fatto tornare a galla i ricordi dolorosi che ci avevano legati in passato, ma questa volta sapevo cosa gi faceva paura e non lo avrei lasciato più solo. Avrei cercato di proteggerlo, ma se fosse sfuggito al mio controllo sarei stato pronto a raccogliere i cocci per aiutarlo a rimetterli insieme.

Il problema, però, era che ormai non gli bastava più solo un amico, o almeno non uno che avrebbe voluto vederlo liberarsi di tutte quelle catene che lo stringevano in una morsa soffocante, senza trovare un compromesso che non escludesse del tutto la sua religione. Samu era troppo bello dentro e fuori per vivere in quella prigione, ma da ateo convinto, forse, la mia opinione sul tema era troppo drastica e mi impediva di apprezzarne gli eventuali aspetti positivi. Sempre se ce n'erano.

Non potevo fare a meno di fare paragoni con la mia esperienza personale. Ero cresciuto senza mai dovermi preoccupare di chi sarei diventato, perché, a meno che non si trattasse di un criminale, avevo sempre saputo che i miei genitori mi avrebbero accettato e amato incondizionatamente. Ero loro grato ogni giorno per questo e mi sentivo come se la mia vita non avesse mai avuto alcun vero problema.

L'esatto contrario di quello che stava passando Samuele, che viveva con la certezza che la sua famiglia, e tutta la comunità con cui era cresciuto, non lo avrebbe accettato se avessero scoperto la sua omosessualità. Non solo, avrebbero cercato di cambiarlo, di redimerlo, sicuri che altrimenti sarebbe stato condannato alla dannazione eterna. Come si poteva vivere serenamente con quella consapevolezza? Era normale che il mio amico con il cuore più puro al mondo fosse sempre così adombrato.

Mi vennero in mente tutte le storie sulle terapie di conversione di cui avevo letto in certi romanzi ma che purtroppo erano state la realtà. Ebbi un brivido pensando a quanti ragazzi e ragazze avevano subito abusi fisici e psicologici da chi si arrogava il diritto di considerarli malati, di doverli aggiustare, causando invece solo danni immensi alla loro identità. Speravo che queste pratiche fossero ormai bandite in tutto il mondo... No? Avrei dovuto approfondire la mia conoscenza a riguardo. Sarò prevenuto, ma non mi avrebbe stupito se la Chiesa della Sacra Unione approvasse una cosa simile, e dovevo essere preparato nel caso un giorno Samu sparisse nel nulla.

Scrollai la testa per scacciare quel pensiero assurdo e ridimensionai le mie paranoie. Mi alzai dal divano sul quale mi ero acciambellato con la mia copertina di 19 days e mi diressi nello studio dei miei, dove era presente l'unico PC fisso di casa. Dopo essermi loggato al mio account, fissai il desktop cercando di capire in che modo potessi aiutare Samu.

Prima di tutto, doveva trovare un mentore, un padre confessore, uno psicologo.... una qualunque figura che avrebbe saputo dargli il giusto supporto morale e tutta una serie di consigli su come lavorare su se stesso per ottenere quello che desidera davvero.

Ripensai alla conversazione di ieri e scartai per ora lo psicologo. Quello era un passo che avrebbe dovuto fare da solo. Provai a scrivere sulla barra di ricerca: Chiesa della Sacra Unione e omosessualità.

Sunrise (You're my... vol. 1 - BoyXBoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora