XVII

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10/12/10 12:34 PM

erano passati poco meno di 3 mesi da quando ero tornata in Lipsia, dopo la mia rottura con Tom. Partii il giorno stesso, non riuscivo più a sopportare il pensiero di averlo perso, non sarei riuscita a rimanere altro tempo lì a new York, così presi i miei bagagli, e senza dire niente a nessuno, presi un biglietto di sola andata per la Lipsia. Circa una settimana dopo mi raggiunsero in Lipsia anche Hanna, Adam e Evelyn che tornò a casa sua, mentre Hanna oramai si era stabilita a casa nostra. Come stavo io? Male. Non uscivo da camera mia neanche per mangiare, Adam e Hanna erano molto preoccupati, la mia migliore amica non mi aveva mai visto in condizioni simili, cercavano di farmi stare meglio, ma nessuno ne era in grado, nonostante provassero di tutto per tirarmi su il morale, di farmi mangiare qualcosa ma niente. Non riuscivo a riprendermi.
Ed eccomi qui in una piovosa giornata di dicembre. Mi svegliai molto affamata, e per questo decisi uscire dalla camera a pranzare, visto e considerato che mi ero svegliata in tarda mattinata. Indossai le pantofole che si trovavano affianco al letto, e facendo un grande sospiro girai la maniglia della porta e scesi con cautela le scale. Quando mio fratello gemello mi vide mi diede il buongiorno e mi abbracciò, erano rari i momenti in cui ci vedevamo. Spesso quando scendevo al piano di sotto lui era a lavoro, ne aveva trovato uno in un locale pizzeria, ed era uno dei migliori dipendenti. Mangiai un'arancia e mi sedetti sul divano, avevo intenzione di guardare un film ma il rumore del campanello che suonava mi fermò. Pensai subito fosse Hanna, Adam diceva che sarebbe arrivata a momenti, ma purtroppo per me, quando aprii la porta difronte a me si rivelò una figura totalmente diversa da quella di Hanna. Era vestito
Con lunghi pantaloni neri a zampa con delle cerniere lungo questi ultimi, una canotta grigia che lasciava le esili braccia scoperte e teneva i lunghi capelli neri legati in un piccolo codino dietro la testa.

Dana:"Bill.." sussurrai piano mentre mi prendeva debolmente per mano.

Bill:"non sono qui per ricordarti ciò che è successo.. solo per sapere come stai.."
Disse luì angosciato dalle mie condizioni poco consono.
Lo feci entrare spostandomi dalla porta e insieme andammo sul divano a sederci, in tutto ciò Adam non si accorse della presenza di Bill visto e considerato che era nella sua camera a riposare.

Una volta seduti Bill mi guardò negli occhi in modo molto profondo, come se provasse a farmi capire ciò che non riusciva ad esprimere a parole. Ma infine disse:"mi dispiace Dana. Vorrei aiutarti." Peccato che Bill non sapeva neanche minimamente come mi sentissi, forse lo percepiva? Riusciva a percepire che io avessi smesso di mangiare, che avessi smesso di ridere, di uscire o di vivere la mia vita? No. Forse neanche minimamente, ma avrei lasciato che mi aiutasse, avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse, che ascoltasse tutto ciò che avevo da dire, e Bill, il mio amato Bill lo fece. Ascolto tutto ciò che avevo da dire, e infine, dopo un lungo discorso colmo di pianti e crisi emotive lui mi disse una cosa, lo disse come se avesse voluto sputarlo fuori da se da molto tempo, come se avesse bisogno di dirlo da troppo tempo come qualcosa che lo logorava dentro. "Vai da lui." Andò dritto al punto, veloce e indolore. Lo guardai confusa, come se non sapessi di ciò che stava parlando, ma poi pensai che un occasione del genere non sarebbe spuntata fuori dal nulla, li sorrisi frettolosamente e scappai fuori dalla porta dopo aver infilato delle scarpe totalmente a caso. Corsi fino a casa dei Kaulitz, entrai dal retro e trovai Tom seduto sul bordo del letto, si accorse velocemente della mia presenza, e quando lo fece i nostri sguardi si incrociarono dopo troppo tempo. L'istinto di piangere era forte, ma sta volta sarei stata forte, qualcosa in me mi diceva che sarebbe andato tutto per il meglio, e che sarei riuscita a stare di nuovo bene.
Tom:" Dana.. "
sussurro come se non li sembrasse vero vedermi lì davanti a lui.
Corse ad abbracciarmi calorosamente. Nello stesso modo in cui faceva quando era piccolo, quando voleva proteggermi.
Io ero certa di amarlo, ma dopo l'ultima volta non ero più certa che lui effettivamente ricambiasse il sentimento così profondo che provava nei suoi confronti. Si scusò molteplici volte per i suoi errori,a ciò che più mi interessava era sapere se ci sarebbe ancora stato un noi.

☆𝚒 𝚖𝚊𝚍𝚎 𝚢𝚘𝚞 𝚏𝚘𝚛𝚎𝚟𝚎𝚛 𝚖𝚒𝚗𝚎☆-Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora