<mamma!>urlo, aprendo la porta d'ingresso.
<mamma!>la voce rimbomba nel corridoio.<ciao amore>risponde lei, facendo il suo ingresso dalla cucina con un coltello in mano.
<mamma, c'è un piccione morto sul vialetto>dico con voce bassa e piatta.
<un altro?>l'espressione di mia madre è muta <mammamia, ovviamente tuo padre è fuori di nuovo, perciò dovrò farlo io>sospira.
<va bene, fammi finire di cucinare e poi me ne occupo>dice con molta tranquillità.<n-no>balbetto<mamma non capisci, c'è un piccione morto nello stesso identico punto di quello di domenica. Come se l'avessero messo lì apposta.>sembra molto ridicola come cosa.
<oh, non dire stupidaggini>mia madre fa un gesto come per scacciare l'idea.
<sarà stato semplicemente un gatto>.
<un gatto?>dico con tono abbastanza arrabbiato <ma è nello stesso identico punt->
<ma sì, forse sarà il suo nuovo posto di caccia preferito, sai che i nostri vicini hanno un gatto, lo vedo spesso cacciare fra le mie aiuole>
<questo è senza testa>dico con tono impassibile.
<eh?>
<il piccione>
Mia madre mi guarda stranita <beh, cosa dovrei dire? I gatti sono disgustosi, ti ricordi quando avevamo quel gattino? Ogni tanto portava sempre qualche animale morto. Mangiava le teste e li lasciava in giro. Bleh>
Non so cosa altro dire, mia madre non mi crede, e io di certo non posso obbligarla a credermi.
Visto che non sono in vena di litigare, chiudo la questione e salgo in camera per posare lo zaino e sistemarmi la camera prima di pranzare.
Una volta fatto, scendo al piano di sotto per pranzare con mia madre, parliamo del più e del meno, le racconto cosa abbiamo fatto oggi a scuola, insomma, cose così.
Dopo aver sparecchiato, decido finalmente far vedere a mia madre il piccione e quei disegnini in gesso.
Così le prendo la mano e la tiro verso la porta, portandola davanti al piccione.
<ecco, si, lo vedo. Un piccione senza testa, proprio come immaginavo. Grazie per l'anteprima>dice con faccia schifata.
<non è solo questo>le prendo il polso e la conduco verso la figura di gesso.
<guarda questo omino disegnato con il gesso. C'era qualche giorno fa, più verso il marciapiede. La pioggia le aveva lavate via, ma ora sono di nuovo qui, e si sono spostate. Non c'erano quando sono uscita a correre.>
Mia madre si abbassa e aguzzò la vista.
<le vedi anche tu, vero?> chiedo per avere la certezza di non essermi immaginata tutto.
<ehm, si, credo>risponde con difficoltà, a causa della sua scarsa vista.
<ok, per fortuna. E cosa ti sembrano?>
<beh, non saprei dirti, forse è il segno delle gomme dell'auto di tuo padre, o qualcosa di simile.>
<no mamma, guarda meglio>insisto sempre più irritata.
<non so dirti Yerin, forse è solo polvere.>
<non ci vedi un omino stilizzato? C'è ne uno. Come se li avessero disegnati>
Mia madre scuote la testa.
<a me non sembra un omino stilizzato> dice <non ha la te->
<testa? Si esatto, non c'è>
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My Kidnapper {Park Jimin}
Fanfiction[REVISIONATA] Quella di Yerin era una vita normale, frequentava il liceo, aveva pochi amici ma veri, amava leggere, andare alle feste, insomma, la vita normale di una 17enne. Ma questa vita si ribaltò quando nella sua vita comparve lui, un killer s...