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Taehyung

Una settimana.

È passata esattamente una settimana da quando Yerin è stata rapita da Michael.

Una settimana devastante.

In casa è calata un'improvvisa demoralizzazione che prima non c'era, sono tutti cambiati.

Non c'è più quella gioia che solo quella ragazzina sapeva portare.

Ripenso a quando Yerin ancora non era entrata nelle nostre vite.

Facendoci caso, la nostra vita era molto più cupa, ma da quando c'era lei, è come se fossimo rinati, e ora mi sembra di ritornare ai vecchi tempi.

La casa è diventata un mortorio, ci incontriamo solo per mangiare o per organizzare qualche missione serale, e poi tutti si rifugiano nelle proprie camere.

Tutti accusiamo la sua assenza, ma il più sconvolto è Jimin, lui ne sta risentendo più di tutti.

Mangia poco, ha iniziato a bere, e a  fumare non uno, ma ben due pacchetti di sigarette al giorno.

Dorme raramente e a stento riesce a mantenersi in piedi, e la maggior parte della giornata la passa giù in palestra, allenandosi come un matto per scaricare tutta la sua tensione.

Ha iniziato a dormire nella stanza di Yerin, tutti lo controlliamo spesso, per paura che faccia qualche stronzata, e puntualmente, si addormenta avvinghiato al cuscino della ragazza.

Sono diventati frequenti anche i suoi incubi notturni, mi dice che sogna Yerin che viene violentata, o cose di questo genere, e si accolla tutta la colpa.

<ahia!>urlacchio quando una goccia di olio bollente schizza sul dorso della mia mano.

Non sono mai stato bravo in cucina, ma in questi giorni mi sto impegnando per preparare tutti i piatti preferiti di Jimin per cercare di tirarlo un po' sú di morale.

Ieri gli ho preparato i pancake farciti con della crema al pistacchio, oggi invece tocca alle cotolette.

Con la pinza da cucina, afferro la cotoletta e l'avvolgo nella carta assorbente per togliere tutto l'olio in eccesso, poi la metto nel piatto accompagnata da un contorno di verdure.

Metto tutto su un vassoio e, stando attento a non cadere, salgo le scale, busso alla porta e ottengo un flebile "prego".

Abbasso la maniglia e una parte del mio cuore si spezza in mille pezzi vedendo Jimin avvolto come un fagottino nelle coperte, con solo la leggera luce del telefono ad illuminargli il volto.

Dal dispositivo provengono le sue risate e quelle di Yerin; sta riguardando dei vecchi video.

<ti ho portato da mangiare>dico sperando che abbia fame.

<grazie, ma non ho fame>

Come non detto.

<Jimin smettila, devi mangiare qualcosa. In una settimana hai perso 3 kili, e non fai altro che allenarti. Se vai avanti così ti ritroverai al punto di non riuscire nemmeno ad alzarti da letto.>

Tutto ciò che ottengo è il silenzio, nessuna risposta.

<ti ho preparato la cotoletta con delle verdure. Le ho fatte con tanto amore.>

<si certo, magari le hai anche avvelenate, sai che la cucina non è cosa tua>

Ridacchia leggermente.
Un piccolo passetto avanti.

<non dire così, mi sono impegnato tanto, tanto da bruciarmi il dorso della mano.>dico sperando che almeno cacci la testa fuori dal lenzuolo.

E proprio come speravo, lancia il telefono sul letto e abbassa le coperte.

Ha i capelli disordinati e delle occhiale violacee da far paura.

Come sempre, è disposto ad aiutare sempre gli altri, ma non se stesso.

<dove? Fammi vedere, è grave?>

Si alza e corre verso di me, prende il vassoio con il cibo e lo posa sul comodino vicino al letto, e infine afferra la mia mano trascinandomi sul letto.

Per poco non sono caduto.

<non è nulla, solo una piccola goccia d'olio bollente.>dico cercando di tranquillizzarlo.

<aspetta qui, vado a prendere l'acqua ossigenata.>

Si alza e corre in bagno e, nel frattempo, sorveglio la stanza.

Ogni angolo è sommerso da una montagnetta di panni, ma la cosa che mi fa più timore, è il posa cenere pieno di sigarette.

Dopo poco torna e mi disinfetta, facendo attenzione a non farmi male.

<come stai?>gli chiedo, anche se è una domanda molto stupida, sappiamo tutti come sta.

<secondo te come sto?>

<giusto, hai ragione>

<mi sento ogni giorno più sconfortato. Yerin è sparita da una settimana, non so da dove partire per cercarla e più i giorni passano, più le probabilità di trovarla viva si abbassano...io-io non po-tre-i s-opporta-rlo>dice tra una lacrima e l'altra.

Glia afferro il viso e con il pollice gli asciugo le guance.

<non dire così, Yerin è più forte di quanto noi crediamo, sa badare a se stessa e sa tenere testa a Michael, però ti prego, ritorna alla vita normale, non dico che devi mangiare tutto, ma almeno il minimo sindacale.>

<non posso tornare alla vita normale se lei non è qui con me>

Solo dal suo sguardo riesco a percepire tutta la sua frustrazione.

Mi commuovo, anche a me manca.

<fallo per lei, fallo per quando tornerà, chissà cosa penserebbe se ti vedesse in questo stato>ridacchio leggermente.

<ti prego, non abbandonarti allo sconforto, ci sono io, ci sono i ragazzi. Siamo una famiglia, e ci aiutiamo a vicenda, ok?>

Annuisce leggermente con il capo e lo attiro a me, mentre lui si sfoga piangendo sulla mia spalla.

Lo abbraccio come non mai, voglio fargli capire che non è solo, perché lui ha noi.

<dai, ora mangia qualcosa>

Finalmente, dopo averlo minacciato un paio di volte, il piatto è vuoto, o almeno in parte, ma è già qualcosa.

Afferro il vassoio e mi alzo.

<ti lascio da solo, per qualunque cosa, chiamami>

Quando sto per arrivare alla porta, la sua voce mi ferma.

<Tae aspetta!>

Mi giro e lo guardo incuriosito.

<uhm?>chiedo

<potresti dormire con me, stanotte?>

China il capo e riesco a vedere un leggero rossore sulle sue gote, è visibilmente imbarazzato.

<certamente, e se vuoi, posso dormire con te anche domani, e dopo domani, e dopo domani ancora, fin quando tu vorrai>

Poggio nuovamente il vassoio sul comodino, spengo la luce e mi infilo sotto le coperte.

Allungo un braccio sul suo cuscino e la sua testa ci finisce sopra, si avvicina di più al mio corpo rannichiandosi e poggiando la testa nell'incavo del mio collo.

Ed ecco che rivela tutte le sue fragilità.

Ci rimbocchiamo le coperte e l'altra mia mano va a finire tra i suoi capelli che accarezzo dolcemente per tranquillizarlo.

<buonanotte chim>sussurro al suo orecchio.

Chiudo gli occhi e mi addormento.

My Kidnapper {Park Jimin}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora