Epilogo

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4 anni dopo

Sistemo il mazzo di fiori nel vaso, un bel mazzo profumato di gigli tigrati, erano i suoi preferiti, e mi soffermo ad affondare il naso tra i petali per enebriare le mie narici di questo splendido profumo.

Mi allontano quanto basta per osservare la sua foto incorniciata e ci passo il pollice sopra, poi passo ad accarezzare le lettere che formano il suo nome.

Lo conoscevo solo da pochi mesi, ma fin da subito ho capito e sentito che era una persona speciale, diversa dalle altre, a cui ero molto affezionata.

<ciao kookie, ti ho portato i tuoi fiori preferiti>dico versando un pò d'acqua nel vaso per non far seccare i fiori.

<oggi c'è molto sole, e fa anche abbastanza caldo per essere ad aprile, non trovi?>gli chiedo, anche se non potrò mai avere una risposta.

Quel giorno, talmente dalla stanchezza, dal trauma vissuto sotto i miei occhi e dagli stremanti tentativi invani di rianimarlo, svenni sul pavimento.

Due giorni dopo mi svegliai intorpidita e scossa, sperando che tutto quello che era successo fosse solo un terribile incubo, ma quando mi svegliai con tutti i ragazzi attorno al letto, anche loro con il viso segnato dalla stanchezza e dallo schock, li guardai uno ad uno, accorgendomi dell'assenza di Jungkook, e come una frana, mi crollò il mondo addosso.

Da quel giorno, tutti i mercoledì vado al cimitero per fargli visita.

<da quando ci hai lasciato sono cambiate molte cose, la casa spesso è vuota e silenziosa, manca la tua allegria, la tua voce mentre litigavi con i ragazzi, il profumo dei biscotti bruciacchiati che provavi a fare per me, il tuo profumo in casa>

Senza accorgermene, delle lacrime inumidiscono il mio viso sciogliendomi un pò della leggera passata di mascara fatta sulle ciglia.

<Jungkook manchi, mi manchi terribilmente. Vorrei averti così tanto qui con me, pronto a coccolarmi e a donarmi tutto il tuo affetto.>

Chino il capo e consento alle lacrime di scendere senza sosta, liberando tutto il mio rancore e i senza di colpi, perché ancora oggi mi ripeto che è solo colpa mia.

Mi stringo nelle spalle colpita improvvisamente da una folata di aria fredda, capace di provocarmi numerosi brividi lungo la spina dorsale.

Persa nei miei pensieri, non mi accorgo che a mia insaputa i ragazzi, tranne Jimin, mi hanno raggiunta.

Quando Tae poggia un braccio intorno alle mie spalle e mi attira a se, mi spavento terribilmente.

<cavolo Tae! Mi hai fatto spaventare>dico tra un singhiozzo e l'altro.

<scusami, non volevo>

Con l'altro braccio mi avvolge totalmente intrappolandomi, come se fossi una cosa piccolinada proteggere, e mi accarezza.

<stai tremando>sussurra.

Poco dopo, all'abbraccio si aggiunge anche Yoongi, che mi accarezza la schiena, poi Hobi, Jin e Namjoon, ricreando così un abbraccio di gruppo.

<ragazzi, è solo colpa mia, ve l'ho portato via>

<non dire così, non è stata colpa tua>mi cosola Namjoon.

<pensa positivo, lui si è sacrificato per te, ti voleva un mondo di bene>aggiunge Jin.

<grazie di tutto>dico cercando di cessare le lacrime e allontanandomi da Tae per guardarli in faccia.

Hobi mi prende il viso fra le mani e mi asciuga le le lacrime, poi mi sorride calorosamente, come solo lui sa fare.

<dai, ora torniamo a casa che un ottimo pollo aspetta di essere mangiato, l'ho fatto come piace a te>mi dice Jin, per poi prendermi per mano e incamminarci verso l'uscita del cimitero.

My Kidnapper {Park Jimin}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora