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Jimin

Questa notte non ho fatto altro che pensare, pensare al passato, ai miei genitori, al mio povero fratellino, e a come ho trattato Yerin la sera prima.

Si e no avrò dormito qualche ora.

I pensieri mi stanno divorando e non ha senso stare nel letto, anche se sono le sei del mattino.

Mi alzo ed il mio primo e unico pensiero è chiarire con Yerin, così ho deciso che sarei andato ora da lei, non mi interessa se è l'alba...ho solo bisogno di chiarire.

Esco dalla mia stanza chiudendo la porta alle mie spalle e, facendo il meno rumore possibile, vado in bagno per lavarmi e dare una sistemata.

Prima di andare dalla ragazza che mi ha fatto perdere la testa fin dal primo giorno in cui l'ho vista, scendo in cucina per bere un bicchiere d'acqua e idratare la mia gola secca.

Mentre bevo, mi soffermo a venerare l'alba, il cielo è un misto di colori caldi che si mescolano tra loro, facendolo diventare di colore aranciato, mentre le poche nuvole presenti, si tingono di rosa.

Una volta bevuto, salgo le scale e percorro il lungo corridoio, per poi arrivare davanti alla porta di Yerin.

Prendo un bel respiro e silenziosamente abbasso la maniglia.

La poca luce che entra nella stanza illumina il suo candido viso, contornato da i suoi lunghi capelli neri che tanto amo toccare e annusare.

Ma il mio sorriso svanisce subito nel vedere che nel letto non è da sola...c'è anche Jungkook

Cosa cazzo ci fa Jungkook nel letto di Yerin?

E se lui l'avesse toccata? Se lei gli avesse concesso questo privilegio?

Mille pensieri navigano nella mia mente facendomi imbestialire maggiormente.

Io e gli altri siamo come fratelli, siamo come una famiglia e ognuno sa i sentimenti dell'altro.

Ho sempre raccontato tutto a Jungkook, anche i sentimenti che provo per Yerin...ma a quanto pare ha tradito la mia fiducia senza che io me ne accorgessi.

"ti aiuto io, non preoccuparti", "ci parlo io con lei, vedrai che si sistemerà tutto" mi ha sempre detto dopo le litigate tra me e la ragazza.

Col cazzo che mi avrebbe aiutato!

Fare una scenata lì, nel bel mezzo della mattina, sarebbe stata una cazzata, così decido di andare a scaricare tutta la mia furia e di fare i conti con quei due al mio ritorno.

Con solo indosso una canottiera bianca che uso per dormire e dei pantaloni grigi della tuta, salgo in macchina e sfreccio a tutta velocità.

Non mi importa se sono troppo scoperto e che fa troppo freddo, ho solo bisogno di sfogarmi in qualche modo.

Dopo circa un quarto d'ora, arrivo finalmente nella prateria dove sono solito venire insieme ai ragazzi per allenarci con le pistole...e dove ho portato anche Yerin.

Prendo l'arma, la carico e, senza prestare molta attenzione, sparo colpendo la spalla del manichino.

Mi posiziono meglio, prendo un bel respiro e sparo, mancando del tutto il bersagno.

Riprovo, prendo la mira, e il colpo buca la gamba del povero manichino.

Cazzo! Ho i nervi così stressati che non riesco nemmeno a mirare e centrare al cuore o al cervello.

Instintivamente, lancio la pistola facendola rovinare al suolo, provocando un forte tonfo.

Mi accascio a terra portando le gambe al petto e cerco di fermare il tremore alle mani.

My Kidnapper {Park Jimin}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora