poco autocontrollo

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Mia mamma mi diceva sempre di dover seguire il mio cuore, e ciò mi sembra un eufemismo visto che esso dice che starebbe meglio con un infarto che con l'ansia che mi oppressa da stamattina. Nel l'ultimo periodo avevo cancellato del tutto il fatto che Ethan era un demone stra potente e che un strano mostro voleva conquistare il mondo ma da quella mattina domande mi tormentavano il cervello ricordandomi quanto fossi stata superficiale a non pensarci. sono sempre la solita ragazzina alta un metro e sessantacinque, con capelli castani, occhi verdi e con la faccia di una che potrebbe semplicemente avvicinarsi e tirarti un pugno dritto in faccia. La ragazzina con il carattere sfrontato la ragazzina che ha deciso di fare box anche se uno sport definito da maschi. Io ero sempre stata così e la mia vita era sempre stata semplice, ripetitiva e noiosa, ma anche frastagliata e confusionaria ma da quando avevo incontrato quegli occhi da gran bastardo quale era la mia vita era mutata dovevo fargli delle domande dovevo vederlo dovevo sapere di più su quel mondo da dove proveniva. Tanto sempre seguite il nostro cuore... come se fosse semplice. Volevo fare molte cose ma restare in quella stanza era l'ultima delle mie idee. Fra pochi giorni sarei dovuta tornare a casa e volevo godermi al massimo quei giorni senza l'odio di quei familiari. poi vidi Ethan

Era il più avanti di tutti, si distingueva per la sua altezza di almeno un metro e novanta e per i suoi tatuaggi. aveva un serpente abbastanza visibile che gli scendeva dalla spalla con fare ondeggiante, poi aveva altri tatuaggi ma che non vedevo con chiarezza, sembrava quasi di scorgere dietro la sua schiena delle ali Portava una maglietta abbastanza tirata sui muscoli(troppo scolpiti per essere umani), poi aveva dei jeans neri e larghi che portava a vita molto bassa, che seguivano perfettamente le linee taglienti del suo corpo che sembrava un' opera d'arte, puntai lo sguardo verso di lui, e il suo viso mi catturò di nuovo. Come la prima volta aveva mascelle scolpite, così taglienti che avrebbero potuto tagliare il marmo solo sfiorandolo, labbra ricche e abbondanti, Ma la parte di lui che mi lasciò più sotto shock erano gli occhi. Che avevo imparato ad amare per tutto e il niente che lasciavo capire. Quei magnifici occhi che donavano uno sguardo provocante. I nostri occhi si incontrarono. Ci fu un momento di intesa, e poi silenzio. Eravamo così in tensione che l'aria che c'era fra noi sembrò sparire, poi smise di fissarmi, facendosi spuntare un sorrisetto malizioso che mi fece letteralmente sciogliere. Poi, senza nemmeno accorgermene, me lo ritrovai davanti. Il suo metro e novanta occupava il mio spazio visivo, non che volessi guardare al trove, ma i suoi occhi erano puntati sul mio viso e mi sforzai a non distogliere lo sguardo.

"Ciao Leyla"

si avvicinò di un altro passo, e il suo braccio mi sfiorò. Tutti ci stavano guardando come se fosse un film. Appena il suo braccio mi toccò di nuovo il mio corpo fremo e credo che sia diventata anche del tutto rossa perché un sorriso a mezza bocca si alzò sul suo viso mi prese il mento con le dita lunghe e magre e lo protese verso di lui e mi fissò

"Ciao Ethan"

"Giravi tutta sola per i corridoi o mi stavi cercando?"

Inarcai le sopracciglia ero in grado di girare una scuola da sola

"perché dovrei cercarti?"

"Basta con i giochetti angioletto,Mi cercavi?"

"L'unico che gioca qui sei tu"

"Non conosci i giochi a cui vorrei partecipare insieme a te"

A sentire quella frase rabbrividii

"Quindi, mi cercavi?"

Lo disse con tono pacato ma sarcastico e ciò mi fece venire i nervi a fior di pelle seriamente mi stava prendendo in giro?

"Si"

"Dobbiamo parlare o delle domande per quanto riguarda il congresso"

fece un altro passo la sua bocca mi sfioro il collo sentivo il suo respiro sull'orecchio era così confortevole e il suo odore caldo mi riempi di piacere le narici

"Dimmi quando"

Nella sua voce c'era un tono di preghiera come se aspettasse da tempo di rivedermi

"Appena puoi"

"Ho sempre tempo per te angioletto, ci vediamo fra cinque minuti nell'aula di chimica"

"Ok"

Feci appena in tempo ad entrare che Ethan aprii e richiuse la porta con tale furore che avrebbe potuto spaccare i cardini si avvicinò pericolosamente alla mia figura che era posta propio davanti a un tavolo con delle attrezzature si avvicinò sempre di più fino ad arrivare a pochi centimetri da me spostò di lato le apparecchiature che erano dietro di me e mi prese per i fianchi. Con una mossa frettolosa ero sopra il tavolo e lui mi allargo le ginocchia in modo molto intimo per avvicinarsi di piú. C'era sempre andato piano perché non potevamo avere nulla a che fare noi due ma oggi sembrava che quel lieve autocontrollo si era andato a fare benedire

"Di cosa volevi parlare angioletto"

Le sue mani ancora posizionate sui mi fianchi iniziarono a muoversi pigramente su e giù

"Se fai così non riesco a concentrarmi"

"Così come?"

Sapeva benissimo l'effetto che mi faceva soprattutto quando mi scorgeva fremere per la sua vicinanza

"Lo sai Ethan"

"Invece non lo so"

La sua mano arrivo molto più in alto all'altezza del gomito e inarcai leggermente la schiena per avere più contatto con il suo corpo

"Sono a tanto così"

Mi mostrò le sue dita lunghe a pochi millimetri di distanza

"Di mandare a fanculo tutto e prendermi ciò che voglio, se tu Inarchai così la schiena mandi in frantumi tutto il mio buon senso"

La sua mano mi torno nel fianco ma poi scese pericolosamente lungo la mia coscia i pantaloni erano troppi leggeri quando il desiderio era così tanto e ogni suo tocco tremavo dovevo odiarlo per sofia ma era cosi fottutamente irritante

"Non sai cosa ti farei..."

Si morse il labbro in segno di leggera frustrazione e si allontanò un po' dal mio corpo infuocato. Io non volevo quella distanza volevo lui più vicino sempre più vicino e come se mi leggesse nella mente mi irruppe di nuovo in mezzo alle gambe e inizio a tormentarmi il collo con baci denti e carezze ero un formicolio vivente tutto era concentrato su quelle labbra che si stavano sfogando nel mio collo come se i posti in cui vorrebbe stare veramente fossero inaccessibili ogni carezza era migliore di qualsiasi bacio ci eravamo solo noi un rumore mi fece sobbalzare le tende si erano chiuse di scatto lasciandoci nei meandri di quei giochi proibiti era stato Ethan con il suo potere le sue ali stavo per strappargli la maglietta vedevo che stavano uscendo dalla schiena e per questo si ritrasse appena il suo sguardo si calmo le ali si ritrassero e lo guardai leggermente sconvolta con lo respiro ansimante.

Si era allontanato non sentivo più il calore del suo corpo soltanto un radicale senso di colpa nei suoi occhi leggevo un senso irrefrenabile di continuare quelle che aveva cominciato ma frustrazione gli stava massacrando il viso

"Questo non va bene"

"Se sentirò il tuo sapore non riuscirò più a fermarmi"

E se ne andò come un fulmine la porta sbatte e lui era sparito ero ancora mezza sdraiata sul tavolo con il sangue che mi stava pompando al massimo nelle vene

Ma se ne era andato era riuscito a fermarsi

questo capitolo e un po' più corto mi dispiace

baci al prossimo capitolo

Ethan

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